Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Neemia 5


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Nehemia reprime l'usura e benefica il popolo

1Or si levò un gran lamento del popolo e delle loro mogli contro dei loro fratelli Giudei.2Ve n'eran di quelli che dicevano: « Sono troppi i nostri figli e le nostre figlie, prendiamo col loro prezzo del grano per mangiare e vivere ».3Ve n'erano altri che dicevano: « Impegnarne i nostri campi, le nostre vigne, le nostre case, e prendiamo del grano per la fame ».4Altri dicevano: « Prendiamo in prestito del danaro per i tributi del re, e impegnamo i nostri campi e le vigne.5Or la nostra pelle vale quanto quella dei nostri fratelli, i nostri figli quanto i loro figli, ed ecco noi siam costretti a dare come schiavi i nostri figli e le nostre figlie; alcune delle nostre figlie sono già schiave, e noi non abbiamo con che riscattarle, che i nostri campi e le nostre vigne sono in potere d'altri ».6Io restai grandemente indignato nel sentire il lor lamento e queste parole,7e dopo averci ben pensato col mio cuore, ripresi aspramente i grandi e i magistrati e dissi loro: « Come? Voi esigete l'usura dai vostri fratelli? » Poi adunata contro di essi una grande assemblea,8dissi loro: « Noi, come sapete, abbiamo, secondo la nostra possibilità, riscattato i Giudei che erano stati venduti alle genti: dunque voi venderete i vostri fratelli e noi dovremo ricomprarli? » Essi tacquero non sapendo che rispondere.9Allora, io dissi loro: « Non è ben fatto quello che fate voi. Perchè non camminate nel timore del nostro Dio, per non essere scherniti dalle genti che ci sono nemiche?10Ecco, io, i miei fratelli e la mia gente abbiamo dato in prestito a moltissimi danaro e grano: accordiamoci tutti a non richiederlo e condoniamo i debiti.11Bendete loro oggi i loro campi, e le vigne e gli uliveti e le case, e di più anche la centesima del danaro, del grano, del vino, dell'olio, che solete esigere da loro, datela per essi ».12Ed essi dissero: « Renderemo; nulla cercheremo da loro, e faremo come tu dici ». Allora chiamai i sacerdoti e dopo averli scongiurati a fare come io avevo detto,13scossi la mia veste, dicendo: « Così scuota Dio dalla sua casa e dai suoi beni chi non manterrà la parola; così sia scosso e lasciato vuoto ». Tutta la moltitudine rispose: « Amen ». E lodarono Dio; e il popolo fece come si era stabilito.14Io poi dal giorno in cui il re mi fece governatore del paese di Giuda, dall'anno ventesimo fino al trentaduesimo del re Artaserse, per dodici anni, coi miei fratelli, non mangiai delle provvisioni dovute ai governatori,15mentre i governatori che m'avevan preceduto avevan gravato il popolo, ricevendone in pane, vino e danaro quaranta sicli al giorno, e anche la loro gente aveva oppresso il popolo. Ma io non feci così, perchè temevo Dio,16che anzi lavorai alla riedificazione delle mura, non comprai alcun campo, e la mia gente si trovava tutta adunata ai lavori.17Di più tenevo alla mia mensa, tra Giudei e magistrati, centocinquanta persone, e quelli che venivano a noi dai popoli circonvicini.18Ogni giorno mi si apparecchiava un bue, sei montoni scelti, oltre i volatili e, ogni dieci giorni, vini diversi. Io dava molte altre cose, eppure non cercai la provvisione dovuta alla mia carica di governatore, perchè il popolo era grandemente impoverito.19Ricordati di me in bene, o mio Dio, per tutto quello che io ho fatto a questo popolo.