Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Giudici 16


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BIBBIA CEI 2008BIBBIA RICCIOTTI
1 Sansone andò a Gaza, vide una prostituta e andò da lei.1 - Andatosene ancora a Gaza, vide colà una donna meretrice ed entrò in casa di lei.
2 Fu detto a quelli di Gaza: "È venuto Sansone". Essi lo circondarono, stettero in agguato tutta la notte presso la porta della città e tutta quella notte rimasero quieti, dicendo: "Attendiamo lo spuntar del giorno e allora lo uccideremo".2 Avendo i Filistei saputo ciò ed essendosi sparsa fra loro la notizia che Sansone era entrato in città, lo circondarono e posero sorveglianti alla porta della città; e aspettarono quivi tutta la notte in silenzio per ucciderlo allo spuntar del giorno, quando avrebbe dovuto andarsene.
3 Sansone riposò fino a mezzanotte; a mezzanotte si alzò, afferrò i battenti della porta della città e i due stipiti, li divelse insieme con la sbarra, se li mise sulle spalle e li portò in cima al monte che guarda in direzione di Ebron.
3 Ma Sansone dormì fino a mezzanotte, poi levatosi prese ambedue i battenti della porta coi loro stipiti e la sbarra e postili sulle spalle li portò sulla sommità del monte che sta dirimpetto a Ebron.
4 In seguito si innamorò di una donna della valle di Sorek, che si chiamava Dalila.4 Dopo questo amò una donna che abitava nella valle di Sorec e chiamavasi Dalila.
5 Allora i capi dei Filistei andarono da lei e le dissero: "Seducilo e vedi da dove proviene la sua forza così grande e come potremmo prevalere su di lui per legarlo e domarlo; ti daremo ciascuno mille e cento sicli d'argento".5 Venuti da essa i principi dei Filistei le dissero: «Ingannalo, e fatti dire da lui donde tragga tanta forza e in qual modo lo si potrebbe vincere, legare e punire. Se tu farai ciò, noi ti daremo ciascuno mille e cento monete d'argento».
6 Dalila dunque disse a Sansone: "Spiegami: da dove proviene la tua forza così grande e in che modo ti si potrebbe legare per domarti?".6 Dalila allora così parlò a Sansone: «Dimmi, te ne prego, in che consiste questa tua straordinaria forza e da quali legami non riusciresti tu a liberarti?».
7 Sansone le rispose: "Se mi si legasse con sette corde d'arco fresche, non ancora secche, io diventerei debole e sarei come un uomo qualunque".7 Sansone le rispose: «Se io fossi legato con sette funi fatte di nervi non bene secchi ma ancora umidi, sarei debole come gli altri uomini».
8 Allora i capi dei Filistei le portarono sette corde d'arco fresche, non ancora secche, ed essa lo legò con esse.8 I satrapi dei Filistei le portarono le sette funi, di cui egli aveva parlato, ed essa lo legò con quelle,
9 L'agguato era teso in una camera interna. Essa gli gridò: "Sansone, i Filistei ti sono addosso!". Ma egli spezzò le corde come si spezza un fil di stoppa, quando sente il fuoco. Così il segreto della sua forza non fu conosciuto.9 poi, mentre essi rimanevano lì presso in agguato, aspettando in una camera il risultato definitivo, ella gridò: «Sansone, i Filistei ti sono addosso». Ma egli ruppe i legami, come si rompe un filo di stoppa grossolanamente ritorto, quando abbia già sentito l'odore del fuoco. E così non si seppe in che cosa fosse posta la sua forza.
10 Poi Dalila disse a Sansone: "Ecco tu ti sei burlato di me e mi hai detto menzogne; ora spiegami come ti si potrebbe legare".10 Gli disse ancora Dalila: «Ecco, tu ti sei preso giuoco di me e mi hai detto il falso. Almeno adesso dimmi con che ti debbo legare».
11 Le rispose: "Se mi si legasse con funi nuove non ancora adoperate, io diventerei debole e sarei come un uomo qualunque".11 Egli le rispose: «Se sarò legato con funi nuove, che non furono mai adoperate, sarò debole e simile agli altri uomini».
12 Dalila prese dunque funi nuove, lo legò e gli gridò: "Sansone, i Filistei ti sono addosso!". L'agguato era teso nella camera interna. Egli ruppe come un filo le funi che aveva alle braccia.12 Lo legò essa di nuovo con tali corde e, dopo aver preparato l'agguato in una stanza, gridò: «I Filistei ti sono addosso, o Sansone». Ma egli ruppe quei legami come fossero fili di tela.
13 Poi Dalila disse a Sansone: "Ancora ti sei burlato di me e mi hai detto menzogne; spiegami come ti si potrebbe legare". Le rispose: "Se tu tessessi le sette trecce della mia testa nell'ordito e le fissassi con il pettine del telaio, io diventerei debole e sarei come un uomo qualunque".13 Dalila tornò a dirgli: «Fino a quando mi vorrai tu ingannare e dirmi la falsità? Mostrami con che si deve legarti». Sansone le rispose: «Se tu tessessi sette capelli del mio capo colla trama della tela e poi con un chiodo mi tenessi legato a terra sarei impotente».
14 Essa dunque lo fece addormentare, tessé le sette trecce della sua testa nell'ordito e le fissò con il pettine, poi gli gridò: "Sansone, i Filistei ti sono addosso!". Ma egli si svegliò dal sonno e strappò il pettine del telaio e l'ordito.14 Avendo Dalila fatto anche ciò e avendo gridato: «I Filistei ti sono addosso, o Sansone», egli scotendosi dal sonno sconficcò il chiodo coi capelli e colla trama della tela.
15 Allora essa gli disse: "Come puoi dirmi: Ti amo, mentre il tuo cuore non è con me? Già tre volte ti sei burlato di me e non mi hai spiegato da dove proviene la tua forza così grande".15 «Come puoi dire d'amarmi», gli disse allora Dalila «quando il tuo cuore non è con me? Per tre volte mi hai mentito e non volesti dirmi dove consiste questa tua grandissima forza».
16 Ora poiché essa lo importunava ogni giorno con le sue parole e lo tormentava, egli ne fu annoiato fino alla morte16 E continuando essa per molti giorni a molestarlo e stargli d'attorno, non lasciandogli requie, la sua anima venne meno e si stancò a morte;
17 e le aprì tutto il cuore e le disse: "Non è mai passato rasoio sulla mia testa, perché sono un nazireo di Dio dal seno di mia madre; se fossi rasato, la mia forza si ritirerebbe da me, diventerei debole e sarei come un uomo qualunque".17 le rivelò allora la verità e le disse: «Il ferro non è mai passato sulla mia testa; poichè io sono un nazareo, cioè consacrato a Dio fin dal seno di mia madre. Se mi si radesse il capo, se ne andrebbe tutta la mia forza, io diventerei debole e sarei come tutti gli altri uomini».
18 Allora Dalila vide che egli le aveva aperto tutto il cuore, mandò a chiamare i capi dei Filistei e fece dir loro: "Venite su questa volta, perché egli mi ha aperto tutto il cuore". Allora i capi dei Filistei vennero da lei e portarono con sé il denaro.18 Accortasi allora che egli le aveva aperto tutto l'animo suo, mandò a chiamare i principi dei Filistei e disse: «Venite ancora una volta, poichè adesso mi ha aperto il suo cuore». Ed essi vennero, portando seco il danaro promesso.
19 Essa lo addormentò sulle sue ginocchia, chiamò un uomo adatto e gli fece radere le sette trecce del capo. Egli cominciò a infiacchirsi e la sua forza si ritirò da lui.19 Allora essa lo fece dormire sulle sue ginocchia e reclinare il capo sul suo seno, e, chiamato un tosatore, gli fece tosare le sette trecce dei suoi capelli; poi, giacchè ogni forza l'aveva abbandonato, prese a respingerlo e a cacciarlo da sè,
20 Allora essa gli gridò: "Sansone, i Filistei ti sono addosso!". Egli, svegliatosi dal sonno, pensò: "Io ne uscirò come ogni altra volta e mi svincolerò". Ma non sapeva che il Signore si era ritirato da lui.20 mentre gridava: «I Filistei ti sono addosso, o Sansone». Egli, scotendosi dal sonno, si era detto in cuor suo: «Me la caverò, come feci altre volte e mi toglierò d'impaccio»; ma non sapeva d'essere abbandonato dal Signore.
21 I Filistei lo presero e gli cavarono gli occhi; lo fecero scendere a Gaza e lo legarono con catene di rame. Egli dovette girare la macina nella prigione.
21 Perciò i Filistei lo presero, e cavatigli tosto gli occhi, lo condussero a Gaza carico di catene e chiusolo in un carcere gli fecero girar la macina.
22 Intanto la capigliatura che gli avevano rasata, cominciava a ricrescergli.22 Già i capelli cominciavano a crescere
23 Ora i capi dei Filistei si radunarono per offrire un gran sacrificio a Dagon loro dio e per far festa. Dicevano:

"Il nostro dio ci ha messo nelle mani
Sansone nostro nemico".

23 e i principi dei Filistei si erano dati convegno per offrire sacrifici solenni al loro dio Dagon e per banchettare, dicendo: «Il nostro dio ci diede nelle mani il nemico nostro Sansone».
24 Quando il popolo lo vide, cominciò a lodare il suo dio e a dire:

"Il nostro dio ci ha messo nelle mani
Sansone nostro nemico,
che ci devastava il paese
e che ha ucciso tanti dei nostri".

24 E anche il popolo, vedendo ciò lodava il suo dio e ripeteva: «Il nostro dio ci diede nelle mani l'avversario nostro, che devastò il nostro paese e uccise tante persone».
25 Nella gioia del loro cuore dissero: "Chiamate Sansone perché ci faccia divertire!". Fecero quindi uscire Sansone dalla prigione ed egli si mise a far giochi alla loro presenza. Poi lo fecero stare fra le colonne.25 E mentre si rallegravano per i banchetti, dopo aver ben mangiato, comandarono di far venire Sansone, perchè danzasse dinanzi a loro. Tratto dal carcere egli danzò al loro cospetto; poi lo fecero stare in mezzo a due colonne.
26 Sansone disse al fanciullo che lo teneva per la mano: "Lasciami pure; fammi solo toccare le colonne sulle quali posa la casa, così che possa appoggiarmi ad esse".26 Al fanciullo che gli guidava i passi, Sansone disse: «Lasciami toccare le colonne, sulle quali posa tutta la casa, e mi appoggi ad esse e mi riposi alquanto».
27 Ora la casa era piena di uomini e di donne; vi erano tutti i capi dei Filistei e sul terrazzo circa tremila persone fra uomini e donne, che stavano a guardare, mentre Sansone faceva giochi.27 La casa era allora ripiena di uomini e di donne e si trovavano colà anche i principi dei Filistei e sul tetto e sul terrazzo vi erano circa tremila persone, tra uomini e donne, che guardavano Sansone a danzare.
28 Allora Sansone invocò il Signore e disse: "Signore, ricordati di me! Dammi forza per questa volta soltanto, Dio, e in un colpo solo mi vendicherò dei Filistei per i miei due occhi!".28 Egli allora, invocato il Signore, disse: «Signore Iddio, ricordati di me e rendimi la mia forza d'un tempo, o mio Dio, affinchè possa verdicarmi dei miei nemici, e per la perdita dei due occhi far vendetta in una volta sola».
29 Sansone palpò le due colonne di mezzo, sulle quali posava la casa; si appoggiò ad esse, all'una con la destra, all'altra con la sinistra.29 Prese quindi ambedue le colonne, su cui era appoggiata la casa, afferrandole l'una colla destra l'altra colla sinistra
30 Sansone disse: "Che io muoia insieme con i Filistei!". Si curvò con tutta la forza e la casa rovinò addosso ai capi e a tutto il popolo che vi era dentro. Furono più i morti che egli causò con la sua morte di quanti aveva uccisi in vita.30 e gridando: «Muoia io insieme coi Filistei!», scosse con grande impeto le colonne; cadde la casa sopra tutti i principi e a tutto il resto della moltitudine colà convenuta, e Sansone ne uccise molti più morendo che non ne avesse uccisi da vivo.
31 Poi i suoi fratelli e tutta la casa di suo padre scesero e lo portarono via; risalirono e lo seppellirono fra Zorea ed Estaol nel sepolcro di Manoach suo padre. Egli era stato giudice d'Israele per venti anni.31 Venuti allora colà i fratelli e tutta la parentela di lui, ne presero il corpo e lo seppellirono fra Saraa ed Estaol, nel sepolcro del padre di lui Manue. Egli aveva giudicato Israele per venti anni.