8Dirai loro ancora: “Ogni uomo, Israelita o straniero dimorante in mezzo a loro, che offra un olocausto o un sacrificio 9senza portarlo all’ingresso della tenda del convegno per offrirlo in onore del Signore, quest’uomo sarà eliminato dal suo popolo.
10Ogni uomo, Israelita o straniero dimorante in mezzo a loro, che mangi di qualsiasi specie di sangue, contro di lui, che ha mangiato il sangue, io volgerò il mio volto e lo eliminerò dal suo popolo. 11Poiché la vita della carne è nel sangue. Perciò vi ho concesso di porlo sull’altare in espiazione per le vostre vite; perché il sangue espia, in quanto è la vita. 12Perciò ho detto agli Israeliti: Nessuno tra voi mangerà il sangue, neppure lo straniero che dimora fra voi mangerà sangue.
13Se qualcuno degli Israeliti o degli stranieri che dimorano fra di loro prende alla caccia un animale o un uccello che si può mangiare, ne deve spargere il sangue e coprirlo di terra; 14perché la vita di ogni essere vivente è il suo sangue, in quanto è la sua vita. Perciò ho ordinato agli Israeliti: Non mangerete sangue di alcuna specie di essere vivente, perché il sangue è la vita di ogni carne; chiunque ne mangerà sarà eliminato.
15Ogni persona, nativa o straniera, che mangi carne di bestia morta naturalmente o sbranata, dovrà lavarsi le vesti, bagnarsi nell’acqua e resterà impura fino alla sera; allora sarà pura. 16Ma se non si lava le vesti e il corpo, porterà la pena della sua colpa”».
Note:
Lv 17:In una redazione sacerdotale, il fondo della «legge di santità» (17-26) sembra risalire alla fine dell'epoca monarchica e rappresentare gli usi del tempio di Gerusalemme. Vi si trovano contatti evidenti con il pensiero di Ezechiele che appare così come lo sviluppo di un movimento preesilico. La santità è uno degli attributi essenziali del Dio di Israele (cf. Lv 11,44-45; Lv 19,2; Lv 20,7; Lv 20,26; Lv 21,8; Lv 22,32s). La prima idea è quella di separazione, di inaccessibilità, di una trascendenza che ispira un timore religioso (Es 33,20+). Questa santità si comunica a ciò che avvicina a Dio o gli è consacrato: i luoghi (Es 19,12+), i tempi (Es 16,23; Lv 23,4), L'arca (2Sam 6,7+), le persone (Es 19,6+), specialmente i sacerdoti (Lv 21,6), gli oggetti (Es 30,29; Nm 18,9 , ecc). A causa del suo rapporto con il culto, la nozione di santità si lega a quella di purezza rituale: la «legge di santità» è ugualmente una «legge di purità». Ma il carattere morale del Dio di Israele ha spiritualizzato questa concezione primitiva: la separazione dal profano diviene astensione dal peccato, e alla purità rituale si unisce la purità di coscienza, cf. Ia visione inaugurale di Isaia, Is 6,3+ . Vedere le note su Lv 1,1 e Lv 11,1 .
Lv 17,4:Cf. Lv 1,5+ . Questo testo proietta nel deserto la legge della centralizzazione del santuario promulgata da Dt 12,1-12 ; si può immolare solo nella tenda del convegno. Ma non prende in considerazione una macellazione profana, come fa Dt 12,15-16 . E' il ricordo del vecchio costume (cf. 1Sam 14,32s; Lv 17,12; Lv 19,26; At 15,29).
Lv 17,7:satiri: la parola ebraica se -`irim significa «capri» e designa dei geni dalla forma animale, che si credeva frequentassero i luoghi deserti e in rovina. Azazel era uguagliato a loro, Lv 16,8+ . Qui e in 2Cr 11,15 , la parola designa con disprezzo i falsi dèi. - prostituirsi: immagine classica dell'infedeltà religiosa (vedere Os 1-3+).
Lv 17,11:in espiazione per le vostre vite: altra spiegazione «per la vita che è in lui». Ma cf. Dt 19,21 .