Scrutatio

Domenica, 28 aprile 2024 - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi)

Cantico 5


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BIBBIA CEI 2008BIBBIA MARTINI
1 Sono venuto nel mio giardino, sorella mia, mia sposa,
e raccolgo la mia mirra e il mio balsamo;
mangio il mio favo e il mio miele,
bevo il mio vino e il mio latte.
Mangiate, amici, bevete;
inebriatevi d’amore.
1 Venga il mio Diletto nel suo giardino, e il frutto mangi de' pomi suoi. Son venuto nel mio giardino, sorella mia Sposa: io ho raccolta la mia mirra co' miei aromati: ho mangiato il favo col mio miele: ho bevuto il mio vino col latte mio. Mangiate amici, e bevete, e inebriatevi, o carissimi.
2 Mi sono addormentata, ma veglia il mio cuore.
Un rumore! La voce del mio amato che bussa:
«Aprimi, sorella mia,
mia amica, mia colomba, mio tutto;
perché il mio capo è madido di rugiada,
i miei riccioli di gocce notturne».
2 Io dormo, e veglia il mio cuore: la voce del mio Diletto che picchia: Aprimi, sorella mia, amica mia, mia colomba, mia immacolata: perocché il mio capo è pieno di rugiada, e i miei capelli dell'umido della notte.
3 «Mi sono tolta la veste;
come indossarla di nuovo?
Mi sono lavata i piedi;
come sporcarli di nuovo?».
3 Mi spogliai della mia tonaca, come farò a rivestirmene? Lavai i miei piedi, come tornerò io ad imbrattarli?
4 L’amato mio ha introdotto la mano nella fessura
e le mie viscere fremettero per lui.
4 Il mio Diletto passò la sua mano e per l'apertura dell uscio, e in quel, ch'ei lo toccava, le mie viscere si commossero.
5 Mi sono alzata per aprire al mio amato
e le mie mani stillavano mirra;
fluiva mirra dalle mie dita
sulla maniglia del chiavistello.
5 Mi alzai per aprire al mio Diletto, che mani mie stillarono mirra, e le mia dita furon piene di squisitissima mirra.
6 Ho aperto allora all’amato mio,
ma l’amato mio se n’era andato, era scomparso.
Io venni meno, per la sua scomparsa;
l’ho cercato, ma non l’ho trovato,
l’ho chiamato, ma non mi ha risposto.
6 Apersi del mio uscio il serrarne al mio Diletto; ma egli si era ritirato, ed era passato avanti. L'anima mia si liquefece tosto ch'egli ebbe parlato: lo cercai, e noi trovai, chiamai, e non mi rispose.
7 Mi hanno incontrata le guardie che fanno la ronda in città;
mi hanno percossa, mi hanno ferita,
mi hanno tolto il mantello
le guardie delle mura.
7 Mi trovaron i custodi, che vanno attorno per la città: mi batterono, e mi ferirono: mi tolsero il mio pallio i custodi delle mura.
8 Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
se trovate l’amato mio
che cosa gli racconterete?
Che sono malata d’amore!
8 Figlie di Gerusalemme, io vi scongiuro, che se troverete il mio Diletto, voi gli diciate, ch'io d'amore languisco.
9 Che cosa ha il tuo amato più di ogni altro,
tu che sei bellissima tra le donne?
Che cosa ha il tuo amato più di ogni altro,
perché così ci scongiuri?
9 Qual è il tuo Diletto più che Diletto, o bellissima tralle donne? Qual è il tuo Diletto più che Diletto, che tu cosi ci scongiuri?
10 L’amato mio è bianco e vermiglio,
riconoscibile fra una miriade.
10 Il mio Diletto candido, e rubicondo, eletto tralle migliaia.
11 Il suo capo è oro, oro puro,
i suoi riccioli sono grappoli di palma,
neri come il corvo.
11 Il capo di lui oro ottimo: le chiome del suo capo come l'involto de' fiori delle palme, nere come il corvo.
12 I suoi occhi sono come colombe
su ruscelli d’acqua;
i suoi denti si bagnano nel latte,
si posano sui bordi.
12 Gli occhi di lui come colombe lungo ai ruscelli delle acque, le quali son lavate col latte, e si posano presso alle copiose correnti.
13 Le sue guance sono come aiuole di balsamo
dove crescono piante aromatiche,
le sue labbra sono gigli
che stillano fluida mirra.
13 Le sue guance (son) come le areole di aromi piantate dai compositori di unguenti. Le sue labbra come gigli stillanti mirra perfetta.
14 Le sue mani sono anelli d’oro,
incastonati di gemme di Tarsis.
Il suo ventre è tutto d’avorio,
tempestato di zaffiri.
14 Le sue mani fatte al tornio auree piene di giacinti. Il suo ventre d'avorio smaltato di zaffiri.
15 Le sue gambe, colonne di alabastro,
posate su basi d’oro puro.
Il suo aspetto è quello del Libano,
magnifico come i cedri.
15 Le sue gambe colonne di marmo fondate sopra basi d'oro. Egli a vedersi è come il Libano, eletto come i cedri.
16 Dolcezza è il suo palato;
egli è tutto delizie!
Questo è l’amato mio, questo l’amico mio,
o figlie di Gerusalemme.
16 Soavissime sono le sue fauci, ed egli è tutto desiderabile: tale è il mio Diletto, ed egli è l'amico mio, o figlie di Gerusalemme.
17 Dove andonne il tuo Diletto, o bellissima tralle donne? dove volse i suoi passi il tuo Diletto? e teco lo cercheremo.