Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Cantico 6


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1Dov’è andato il tuo amato,
tu che sei bellissima tra le donne?
Dove ha diretto i suoi passi il tuo amato,
perché lo cerchiamo con te?
2L’amato mio è sceso nel suo giardino
fra le aiuole di balsamo,
a pascolare nei giardini
e a cogliere gigli.
3Io sono del mio amato
e il mio amato è mio;
egli pascola tra i gigli.
4Tu sei bella, amica mia, come la città di Tirsa,
incantevole come Gerusalemme,
terribile come un vessillo di guerra.
5Distogli da me i tuoi occhi,
perché mi sconvolgono.
Le tue chiome sono come un gregge di capre
che scendono dal Gàlaad.
6I tuoi denti come un gregge di pecore
che risalgono dal bagno;
tutte hanno gemelli,
nessuna di loro è senza figli.
7Come spicchio di melagrana è la tua tempia,
dietro il tuo velo.
8Siano pure sessanta le mogli del re,
ottanta le concubine,
innumerevoli le ragazze!
9Ma unica è la mia colomba, il mio tutto,
unica per sua madre,
la preferita di colei che l’ha generata.
La vedono le giovani e la dicono beata.
Le regine e le concubine la coprono di lodi:
10«Chi è costei che sorge come l’aurora,
bella come la luna, fulgida come il sole,
terribile come un vessillo di guerra?».
11Nel giardino dei noci io sono sceso,
per vedere i germogli della valle
e osservare se la vite metteva gemme
e i melograni erano in fiore.
12Senza che me ne accorgessi, il desiderio mi ha posto
sul cocchio del principe del mio popolo.

Note:

Ct 6,1:Nuovo intervento del coro che prepara la conclusione dei vv 2 e 3. Non bisogna ricercare l'amato, egli è presente nel cuore dell'amata, che è il «suo giardino» (cf. Ct 4,12+). La sicurezza dell'amore reciproco è espressa nel v 3 con termini simili a quelli di Ct 2,16 .

Ct 6,4-10:I vv 4-10 formano un piccolo poema delimitato dalla ripetizione delle stesse parole alla fine del v 4 e del v 10. I vv 5b-7 riprendono parzialmente Ct 4,1; Ct 4,2; Ct 4,3(b) e possono essere un'aggiunta. L'amato proclama che l'amata è la sua unica, che vale più di tutto un harem regale (v 8, cf. 1Re 11,3; 2Cr 11,21; 2Cr 13,21).

Ct 6,4:Gerusalemme: è «la tutta bella, la gioia dell'universo» (Lam 2,15). - Tirza, prima capitale del regno del nord (1Re 14,17), è messa in parallelo perché il suo nome significa che è «gradevole, piacevole». - schiere: senso incerto.

Ct 6,5:mi turba: altri poeti parlerebbero di «sguardi assassini».

Ct 6,8:le fanciulle senza numero: probabile glossa.

Ct 6,10:Vedi l'elogio della sposa in Sir 26,16-18 . Il sommo sacerdote Simeone è paragonato alla luna e al sole (Sir 50,6-7). Un canto d'amore egiziano paragona l'amata, unica e senza confronto (cf. qui v 9) a Sirio, la stella più brillante.

Ct 6,11-12:I vv 11 e 12 sono indipendenti dal poema precedente e sono enigmatici. Non si conosce chi parla: è l'amato se il giardino del v 11 rappresenta la sua amica, come in Ct 4,12; Ct 4,16; Ct 5,1 ; ma è l'amata se si considera che la seconda parte del versetto sarà pronunziata da lei in Ct 7,13 . Il v 12 è il più difficile del Cantico e scoraggia ogni interpretazione. Forse questo Amminadìb è l'equivalente palestinese del «Principe Mehi», un personaggio accessorio nei canti egiziani, che va in giro con un carro e s'immischia negli amori altrui.