Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Cantico 4


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1Quanto sei bella, amata mia, quanto sei bella!
Gli occhi tuoi sono colombe,
dietro il tuo velo.
Le tue chiome sono come un gregge di capre,
che scendono dal monte Gàlaad.
2I tuoi denti come un gregge di pecore tosate,
che risalgono dal bagno;
tutte hanno gemelli,
nessuna di loro è senza figli.
3Come nastro di porpora le tue labbra,
la tua bocca è piena di fascino;
come spicchio di melagrana è la tua tempia
dietro il tuo velo.
4Il tuo collo è come la torre di Davide,
costruita a strati.
Mille scudi vi sono appesi,
tutte armature di eroi.
5I tuoi seni sono come due cerbiatti,
gemelli di una gazzella,
che pascolano tra i gigli.
6Prima che spiri la brezza del giorno
e si allunghino le ombre,
me ne andrò sul monte della mirra
e sul colle dell’incenso.
7Tutta bella sei tu, amata mia,
e in te non vi è difetto.
8Vieni dal Libano, o sposa,
vieni dal Libano, vieni!
Scendi dalla vetta dell’Amana,
dalla cima del Senir e dell’Ermon,
dalle spelonche dei leoni,
dai monti dei leopardi.
9Tu mi hai rapito il cuore,
sorella mia, mia sposa,
tu mi hai rapito il cuore
con un solo tuo sguardo,
con una perla sola della tua collana!
10Quanto è soave il tuo amore,
sorella mia, mia sposa,
quanto più inebriante del vino è il tuo amore,
e il profumo dei tuoi unguenti, più di ogni balsamo.
11Le tue labbra stillano nettare, o sposa,
c’è miele e latte sotto la tua lingua
e il profumo delle tue vesti è come quello del Libano.
12Giardino chiuso tu sei,
sorella mia, mia sposa,
sorgente chiusa, fontana sigillata.
13I tuoi germogli sono un paradiso di melagrane,
con i frutti più squisiti,
alberi di cipro e nardo,
14nardo e zafferano, cannella e cinnamòmo,
con ogni specie di alberi d’incenso,
mirra e àloe,
con tutti gli aromi migliori.
15Fontana che irrora i giardini,
pozzo d’acque vive
che sgorgano dal Libano.
16Àlzati, vento del settentrione, vieni,
vieni vento del meridione,
soffia nel mio giardino,
si effondano i suoi aromi.
Venga l’amato mio nel suo giardino
e ne mangi i frutti squisiti.

Note:

Ct 4,1-7:Questo poema è un elogio fisico dell'amata; sarà parzialmente ripreso in Ct 6,5-7 e ve ne sarà un altro in Ct 7,2-10 ; l'elogio fisico dell'amato invece sarà dato in Ct 5,10-16 . Ci si potrebbe chiedere se il ritratto della donna perfetta in Pr 31,10-31 non sia la reazione di un «sapiente» contro tali composizioni. Erano molto diffuse. La Genesi apocrifa, ritrovata a Qumran, inserisce dopo Gen 12,15 un elogio sulla bellezza di Sara, veramente molto piatto; i canti d'amore egiziani contengono brani analoghi, ed è uno dei generi classici della poesia araba, il wacf, «descrizione». Prese alla lettera, queste descrizioni traccerebbero un'immagine grottesca dell'amata o dell'amato; ugualmente inverosimile è l'interpretazione allegorica che ci vede descrizioni della terra santa o del tempio. In realtà, questi testi non «descrivono», ma solo allineano metafore mutuate da tutto il regno della natura, fisico, animale, vegetale, e traducono, con la mediazione di impressioni sensoriali, vista e odorato sentimenti di ammirazione, di gioia e di piacere risvegliati dalla presenza dell'oggetto amato.

Ct 4,1:il tuo velo: la fidanzata era velata quando veniva presentata allo sposo (Gen 24,65; Gen 29,23-25).

Ct 4,2:dal bagno: bianche come pecore, lavate prima della tosatura.

Ct 4,6:Il versetto è una ripresa di Ct 2,17 , forse secondaria, richiamata dalle ultime parole del v Ct 5 , simile alla fine di Ct 2,16 .

Ct 4,7:Cf. l'elogio di Assalonne (2Sam 14,25). La liturgia applica il versetto all'Immacolata.

Ct 4,8:vieni con me: le versioni hanno solo: «vieni», 'eti; il TM ha solo: «con me», 'itti; BC riunisce insieme le due espressioni. Idem nel v seguente.

Ct 4,8:o sposa: alla lettera «o fidanzata». La ragazza è chiamata fidanzata solo in questo poema, da Ct 4,8 a Ct 5,1 , in cui la parola ricorre sei volte. - vieni... dei leopardi. Questa strofa è difficile da spiegare. E' forse un frammento di un poema più lungo. Collegato con le strofe seguenti, che riprendono le parole-chiave «fidanzata» (cinque volte) e «Libano» (vv 11.15), potrebbe essere un invito all'amata ad abbandonare un paese difficile e pericoloso per raggiungere l'amato e divenire «suo giardino» (cf. Ct 6,2).

Ct 4,9:sorella mia: si trova anche nei vv 10 e 12; Ct 5,1; Ct 5,2 . L'espressione deriva forse dal vocabolario delle poesie d'amore egiziane, in cui è corrente. Ma queste poesie usano «fratello» per indicare l'amato, cosa mai fatta dal Ct (cf. però Ct 8,1).

Ct 4,11:L'amato è estasiato dagli sguardi della sua fidanzata (v 9), dal gusto dei suoi baci (v 11), dal profumo dei suoi vestiti (vv 10 e 11). Si potrebbero citare paralleli presi dalle poesie egiziane o arabe; se ne troverebbero in tutte le letterature.

Ct 4,12:giardino chiuso: come la vigna di Ct 1,6; Ct 2,15 , il giardino con la sua fonte e la sua flora scelta, un «paradiso» (v 13, cf. Gen 2,9-10), è un'immagine delle grazie dell'amata. Il tema della «Bella Giardiniera» o del «Verziere d'Amore» si ritrova nella poesia egiziana. Ma il giardino è chiuso (v 12), fino al momento in cui la fidanzata non l'aprirà al suo amato (v 16), per gli sponsali (Ct 5,1 ; cf. Pr 5,15-20 sull'amore coniugale). - giardino: gan secondo le versioni; il TM ha: «vago», gal, altrove sempre al plurale; è un semplice errore di grafia.

Ct 4,13:giardino di melagrane: in ebraico pardes (come in Qo 2,5; Ne 2,8), vocabolo persiano che significa «parco», da cui deriva il nostro «paradiso».

Ct 4,14:Le piante dei vv 13-14 non possono vivere insieme e, se si eccettua il melograno, non crescono in Palestina. E' un giardino immaginario che riunisce insieme gli alberi aromatici più rari, secondo un tema frequente in questi poemi (Ct 1,2-3; Ct 1,12-14; Ct 3,6; Ct 5,5; Ct 5,13 ; vedi la sapienza in Sir 24,12-21).