Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Qoelet 9


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BIBBIA CEI 2008VULGATA
1 A tutto questo mi sono dedicato, ed ecco tutto ciò che ho verificato: i giusti e i sapienti e le loro fatiche sono nelle mani di Dio, anche l’amore e l’odio; l’uomo non conosce nulla di ciò che gli sta di fronte.
1 Omnia hæc tractavi in corde meo,
ut curiose intelligerem.
Sunt justi atque sapientes,
et opera eorum in manu Dei ;
et tamen nescit homo utrum amore an odio dignus sit.
2 Vi è una sorte unica per tutti:
per il giusto e per il malvagio,
per il puro e per l’impuro,
per chi offre sacrifici e per chi non li offre,
per chi è buono e per chi è cattivo,
per chi giura e per chi teme di giurare.
2 Sed omnia in futurum servantur incerta,
eo quod universa æque eveniant justo et impio,
bono et malo, mundo et immundo,
immolanti victimas et sacrificia contemnenti.
Sicut bonus, sic et peccator ;
ut perjurus, ita et ille qui verum dejerat.
3 Questo è il male in tutto ciò che accade sotto il sole: una medesima sorte tocca a tutti e per di più il cuore degli uomini è pieno di male e la stoltezza dimora in loro mentre sono in vita. Poi se ne vanno fra i morti.3 Hoc est pessimum inter omnia quæ sub sole fiunt :
quia eadem cunctis eveniunt.
Unde et corda filiorum hominum implentur malitia
et contemptu in vita sua,
et post hæc ad inferos deducentur.
4 Certo, finché si resta uniti alla società dei viventi, c’è speranza: meglio un cane vivo che un leone morto.4 Nemo est qui semper vivat, et qui hujus rei habeat fiduciam ;
melior est canis vivus leone mortuo.
5 I vivi sanno che devono morire, ma i morti non sanno nulla; non c’è più salario per loro, è svanito il loro ricordo.5 Viventes enim sciunt se esse morituros ;
mortui vero nihil noverunt amplius,
nec habent ultra mercedem,
quia oblivioni tradita est memoria eorum.
6 Il loro amore, il loro odio e la loro invidia, tutto è ormai finito, non avranno più alcuna parte in tutto ciò che accade sotto il sole.
6 Amor quoque, et odium, et invidiæ simul perierunt ;
nec habent partem in hoc sæculo,
et in opere quod sub sole geritur.
7 Su, mangia con gioia il tuo pane
e bevi il tuo vino con cuore lieto,
perché Dio ha già gradito le tue opere.
7 Vade ergo, et comede in lætitia panem tuum,
et bibe cum gaudio vinum tuum,
quia Deo placent opera tua.
8 In ogni tempo siano candide le tue vesti
e il profumo non manchi sul tuo capo.
8 Omni tempore sint vestimenta tua candida,
et oleum de capite tuo non deficiat.
9 Godi la vita con la donna che ami per tutti i giorni della tua fugace esistenza che Dio ti concede sotto il sole, perché questa è la tua parte nella vita e nelle fatiche che sopporti sotto il sole.9 Perfruere vita cum uxore quam diligis,
cunctis diebus vitæ instabilitatis tuæ,
qui dati sunt tibi sub sole omni tempore vanitatis tuæ :
hæc est enim pars in vita
et in labore tuo quo laboras sub sole.
10 Tutto ciò che la tua mano è in grado di fare, fallo con tutta la tua forza, perché non ci sarà né attività né calcolo né scienza né sapienza nel regno dei morti, dove stai per andare.
10 Quodcumque facere potest manus tua,
instanter operare,
quia nec opus, nec ratio, nec sapientia, nec scientia
erunt apud inferos, quo tu properas.
11 Tornai a considerare un’altra cosa sotto il sole: che non è degli agili la corsa né dei forti la guerra, e neppure dei sapienti il pane e degli accorti la ricchezza, e nemmeno degli intelligenti riscuotere stima, perché il tempo e il caso raggiungono tutti.11 Verti me ad aliud, et vidi sub sole
nec velocium esse cursum,
nec fortium bellum,
nec sapientium panem,
nec doctorum divitias,
nec artificum gratiam ;
sed tempus casumque in omnibus.
12 Infatti l’uomo non conosce neppure la sua ora: simile ai pesci che sono presi dalla rete fatale e agli uccelli presi al laccio, l’uomo è sorpreso dalla sventura che improvvisa si abbatte su di lui.
12 Nescit homo finem suum ;
sed sicut pisces capiuntur hamo,
et sicut aves laqueo comprehenduntur,
sic capiuntur homines in tempore malo,
cum eis extemplo supervenerit.
13 Anche quest’altro esempio di sapienza ho visto sotto il sole e mi parve assai grave:13 Hanc quoque sub sole vidi sapientiam,
et probavi maximam :
14 c’era una piccola città con pochi abitanti. Un grande re si mosse contro di essa, l’assediò e costruì contro di essa grandi fortificazioni.14 civitas parva, et pauci in ea viri ;
venit contra eam rex magnus, et vallavit eam,
exstruxitque munitiones per gyrum, et perfecta est obsidio.
15 Si trovava però in essa un uomo povero ma saggio, il quale con la sua sapienza salvò la città; eppure nessuno si ricordò di quest’uomo povero.15 Inventusque est in ea vir pauper et sapiens,
et liberavit urbem per sapientiam suam ;
et nullus deinceps recordatus est hominis illius pauperis.
16 Allora io dico:
«È meglio la sapienza che la forza,
ma la sapienza del povero è disprezzata
e le sue parole non sono ascoltate».
16 Et dicebam ego meliorem esse sapientiam fortitudine.
Quomodo ergo sapientia pauperis contempta est,
et verba ejus non sunt audita ?
17 Le parole pacate dei sapienti si ascoltano meglio
delle urla di un comandante di folli.
17 Verba sapientium audiuntur in silentio,
plus quam clamor principis inter stultos.
18 Vale più la sapienza che le armi da guerra,
ma un solo errore può distruggere un bene immenso.
18 Melior est sapientia quam arma bellica ;
et qui in uno peccaverit, multa bona perdet.