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Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Tobia 3


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BIBBIA CEI 2008BIBBIA TINTORI
1 Con l’animo affranto dal dolore, sospirai e piansi. Poi iniziai questa preghiera di lamento:1 Allora Tobia, tra i sospiri e le lacrime, cominciò a pregare, dicendo:
2 «Tu sei giusto, Signore, e giuste sono tutte le tue opere. Ogni tua via è misericordia e verità. Tu sei il giudice del mondo.2 « Tu sei giusto, o Signore, e giusti sono i tuoi giudizi; tutte le tue vie sono misericordia, verità e giustizia.
3 Ora, Signore, ricòrdati di me e guardami. Non punirmi per i miei peccati e per gli errori miei e dei miei padri.3 Ed ora, o Signore, ricordati di me, non prender vendetta dei miei peccati, non ricordare le mie colpe, nè quelle dei mioi padri.
4 Violando i tuoi comandamenti, abbiamo peccato davanti a te. Ci hai consegnato al saccheggio; ci hai abbandonato alla prigionia, alla morte e ad essere la favola, lo scherno, il disprezzo di tutte le genti, tra le quali ci hai dispersi.4 Perchè non abbiamo obbedito ai tuoi precetti, per questo siamo stati abbandonati ai saccheggio, alla schiabitù, alla morte e siam divenuti favola e obbrobrio di tutte le nazioni tra le quali ci hai dispersi.
5 Ora, quando mi tratti secondo le colpe mie e dei miei padri, veri sono tutti i tuoi giudizi, perché non abbiamo osservato i tuoi comandamenti, camminando davanti a te nella verità.5 Davvero, o Signore, son profondi i tuoi giudizi, perchè non abbiamo agito secondo i tuoi precetti, e non abbiamo camminato con sincerità dinanzi a te.
6 Agisci pure ora come meglio ti piace; da’ ordine che venga presa la mia vita, in modo che io sia tolto dalla terra e divenga terra, poiché per me è preferibile la morte alla vita. Gli insulti bugiardi che mi tocca sentire destano in me grande dolore. Signore, comanda che sia liberato da questa prova; fa’ che io parta verso la dimora eterna. Signore, non distogliere da me il tuo volto. Per me infatti è meglio morire che vedermi davanti questa grande angoscia, e così non sentirmi più insultare!».
6 Or dunque, Signore, fa di me secondo la tua volontà; comanda che il mio spirito sia ricevuto in pace, perchè per me è meglio morire che vivere ».
7 Nello stesso giorno a Sara, figlia di Raguele, abitante di Ecbàtana, nella Media, capitò di sentirsi insultare da parte di una serva di suo padre,7 Nello stesso giorno avvenne che Sara figlia di Raguele, che dimorava in Rages città dei Medi, sentisse essa pure un improperio da una delle serve di suo padre.
8 poiché lei era stata data in moglie a sette uomini, ma Asmodeo, il cattivo demonio, glieli aveva uccisi, prima che potessero unirsi con lei come si fa con le mogli. A lei appunto disse la serva: «Sei proprio tu che uccidi i tuoi mariti. Ecco, sei già stata data a sette mariti e neppure di uno hai potuto portare il nome.8 Essa era stata data in isposa a sette mariti, ma un demonio chiamato Asmodeo li aveva uccisi appena si erano accostati a lei.
9 Perché vorresti colpire noi, se i tuoi mariti sono morti? Vattene con loro e che da te non dobbiamo mai vedere né figlio né figlia».9 Or mentre essa riprendeva per una, mancanza una sua serva, questa le rispose, dicendo: « Che non si possa mai vedere da te un figlio o una figlia sulla terra, o assassina dei tuoi mariti!
10 In quel giorno dunque ella soffrì molto, pianse e salì nella stanza del padre con l’intenzione di impiccarsi. Ma, tornando a riflettere, pensava: «Che non insultino mio padre e non gli dicano: “La sola figlia che avevi, a te assai cara, si è impiccata per le sue sventure”. Così farei precipitare con angoscia la vecchiaia di mio padre negli inferi. Meglio per me che non mi impicchi, ma supplichi il Signore di farmi morire per non sentire più insulti nella mia vita».10 Vuoi uccidere anche me come uccidesti sette mariti? » A tali parole Sara se ne andò nella camera alta della sua casa, e per tre giorni e tre notti stette senza mangiare e senza bere,
11 In quel momento stese le mani verso la finestra e pregò: «Benedetto sei tu, Dio misericordioso, e benedetto è il tuo nome nei secoli. Ti benedicano tutte le tue opere per sempre.11 in perseverante preghiera, a supplicare con lacrime Dio, perchè la liberasse da quell'obbrobrio.
12 Ora a te innalzo il mio volto e i miei occhi.12 Il terzo giorno terminò la sua preghiera benedicendo Dio,
13 Comanda che io sia tolta dalla terra, perché non debba sentire più insulti.13 e disse: « Benedetto è il tuo nome, o Dio dei padri nostri, che anche nello sdegno fai misericordia, e nel tempo della tribolazione perdoni i peccati a quelli che t'invocano.
14 Tu sai, Signore, che sono pura da ogni contatto con un uomo14 A te, o Signore, rivolgo la mia faccia, in te fisso i miei occhi.
15 e che non ho disonorato il mio nome né quello di mio padre nella terra dell’esilio. Io sono l’unica figlia di mio padre. Egli non ha altri figli che possano ereditare, né un fratello vicino né un parente per il quale io possa serbarmi come sposa. Già sette mariti ho perduto: perché dovrei vivere ancora? Se tu non vuoi che io muoia, guarda a me con benevolenza: che io non senta più insulti».
15 Ti prego, o Signore, o a sciogliermi dal laccio di questa ignominia, o a togliermi dalla terra.
16 In quel medesimo momento la preghiera di ambedue fu accolta davanti alla gloria di Dio16 Tu sai, o Signore, che io non ho mai desiderato disordinatamente un uomo, e ho serbata pura la mia anima da ogni concupiscenza.
17 e fu mandato Raffaele a guarire tutti e due: a togliere le macchie bianche dagli occhi di Tobi, perché con gli occhi vedesse la luce di Dio, e a dare Sara, figlia di Raguele, in sposa a Tobia, figlio di Tobi, e così scacciare da lei il cattivo demonio Asmodeo. Di diritto, infatti, spettava a Tobia prenderla in sposa, prima che a tutti gli altri pretendenti. Proprio allora Tobi rientrava in casa dal cortile e Sara, figlia di Raguele, stava scendendo dalla camera.17 Io non ho avuto mai che fare con quelli che scherzano, nè con quelli che agiscono con leggerezza.
18 Se acconsentii a prender marito, fu nel tuo timore, e non per passione.
19 O io non fui degna di loro, o loro di me, e forse mi hai riservata per un altro marito.
20 Certo non è in potere dell'uomo penetrare il tuo consiglio;
21 una chiunque ti onora è sicuro che la sua vita, se passerà per la prova, sarà coronata; s'egli sarà nella tribolazione, sarà liliberato, se verrà sottoposto al castigo, potrà giungere alla tua misericordia.
22 Tu infatti non godi della nostra perdizione, e dopo la tempesta doni la calma, dopo le lacrime e i sospiri infondi la gioia.
23 Che il tuo nome, o Dio d'Israele, sia benedetto nei secoli ».
24 Le preghiere di tutti e due furono esaudite nel medesimo tempo nel cospetto della maestà del sommo Dio,
25 e fu mandato l'angelo santo del Signore, Raffaele, a guarire quei due, le preghiere dei quali erano state presentate nel medesimo tempo davanti al Signore.