Scrutatio

Domenica, 28 aprile 2024 - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi)

Tobia 3


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BIBBIA CEI 2008BIBBIA RICCIOTTI
1 Con l’animo affranto dal dolore, sospirai e piansi. Poi iniziai questa preghiera di lamento:1 - Allora Tobia gemendo e piangendo si mise a pregare,
2 «Tu sei giusto, Signore, e giuste sono tutte le tue opere. Ogni tua via è misericordia e verità. Tu sei il giudice del mondo.2 e disse: « Tu sei giusto, o Signore, e giusti sono tutti i tuoi giudizi, e tutte le tue vie sono misericordia, verità e giustizia.
3 Ora, Signore, ricòrdati di me e guardami. Non punirmi per i miei peccati e per gli errori miei e dei miei padri.3 Ora, Signore, rammentati di me; non far vendetta dei mìei peccati, e non ricordare i peccati miei nè de' miei genitori.
4 Violando i tuoi comandamenti, abbiamo peccato davanti a te. Ci hai consegnato al saccheggio; ci hai abbandonato alla prigionia, alla morte e ad essere la favola, lo scherno, il disprezzo di tutte le genti, tra le quali ci hai dispersi.4 Siccome non obbedimmo a' tuoi comandamenti, ecco che siamo stati spogliati, fatti prigionieri, messi a morte, e divenuti la favola ed il ludibrio di tutt'i popoli tra' quali tu ci hai dispersi.
5 Ora, quando mi tratti secondo le colpe mie e dei miei padri, veri sono tutti i tuoi giudizi, perché non abbiamo osservato i tuoi comandamenti, camminando davanti a te nella verità.5 Grande è, Signore, la tua giustizia, perchè non abbiamo agito in conformità dei tuoi precetti, e non abbiamo camminato rettamente dinanzi a te.
6 Agisci pure ora come meglio ti piace; da’ ordine che venga presa la mia vita, in modo che io sia tolto dalla terra e divenga terra, poiché per me è preferibile la morte alla vita. Gli insulti bugiardi che mi tocca sentire destano in me grande dolore. Signore, comanda che sia liberato da questa prova; fa’ che io parta verso la dimora eterna. Signore, non distogliere da me il tuo volto. Per me infatti è meglio morire che vedermi davanti questa grande angoscia, e così non sentirmi più insultare!».
6 Ed ora, Signore, fa' di me secondo la tua volontà, e comanda che l'anima mia passi in pace; perchè per me è meglio morire che vivere ».
7 Nello stesso giorno a Sara, figlia di Raguele, abitante di Ecbàtana, nella Media, capitò di sentirsi insultare da parte di una serva di suo padre,7 Ora in quel medesimo giorno accadde che Sara figlia di Raguele in Rages città de' Medi, udì anch'essa dirsi improperio da una schiava del padre suo.
8 poiché lei era stata data in moglie a sette uomini, ma Asmodeo, il cattivo demonio, glieli aveva uccisi, prima che potessero unirsi con lei come si fa con le mogli. A lei appunto disse la serva: «Sei proprio tu che uccidi i tuoi mariti. Ecco, sei già stata data a sette mariti e neppure di uno hai potuto portare il nome.8 Era Sara stata sposa di sette mariti, ed un demonio di nome Asmodeo li aveva fatti morire appena le si erano accostati.
9 Perché vorresti colpire noi, se i tuoi mariti sono morti? Vattene con loro e che da te non dobbiamo mai vedere né figlio né figlia».9 Adunque avendo essa per una certa sua colpa sgridata l'ancella, questa le rispose dicendo: « Che mal abbiamo a vedere un figliuolo o una figliuola tua sulla terra, o assassina de' tuoi mariti.
10 In quel giorno dunque ella soffrì molto, pianse e salì nella stanza del padre con l’intenzione di impiccarsi. Ma, tornando a riflettere, pensava: «Che non insultino mio padre e non gli dicano: “La sola figlia che avevi, a te assai cara, si è impiccata per le sue sventure”. Così farei precipitare con angoscia la vecchiaia di mio padre negli inferi. Meglio per me che non mi impicchi, ma supplichi il Signore di farmi morire per non sentire più insulti nella mia vita».10 Vuoi forse uccidere anche me, come già hai ucciso sette mariti? ». Ciò udito, Sara salì nella camera alta di casa sua, e per tre giorni e tre notti non mangiò nè bevve,
11 In quel momento stese le mani verso la finestra e pregò: «Benedetto sei tu, Dio misericordioso, e benedetto è il tuo nome nei secoli. Ti benedicano tutte le tue opere per sempre.11 ma in continua orazione pregava il Signore con lacrime acciò la liberasse da questa maledizione.
12 Ora a te innalzo il mio volto e i miei occhi.12 Al terzo giorno poi, terminando la sua preghiera e benedicendo il Signore,
13 Comanda che io sia tolta dalla terra, perché non debba sentire più insulti.13 disse: « Benedetto è il tuo nome, o Dio de' padri nostri, che dopo esserti sdegnato usi misericordia, e nel tempo della tribolazione perdoni i peccati a quelli che t'invocano.
14 Tu sai, Signore, che sono pura da ogni contatto con un uomo14 A te, Signore, rivolgo la mia faccia; in te fisso i miei occhi.
15 e che non ho disonorato il mio nome né quello di mio padre nella terra dell’esilio. Io sono l’unica figlia di mio padre. Egli non ha altri figli che possano ereditare, né un fratello vicino né un parente per il quale io possa serbarmi come sposa. Già sette mariti ho perduto: perché dovrei vivere ancora? Se tu non vuoi che io muoia, guarda a me con benevolenza: che io non senta più insulti».
15 Prego, Signore, che tu mi sciolga dalla catena di questa maledizione, o che senz'altro tu mi cavi di questo mondo.
16 In quel medesimo momento la preghiera di ambedue fu accolta davanti alla gloria di Dio16 Tu sai, o Signore, che non ho mai desiderato uomo disordinatamente, ed ho serbata inonda da ogni concupiscenza l'anima mia.
17 e fu mandato Raffaele a guarire tutti e due: a togliere le macchie bianche dagli occhi di Tobi, perché con gli occhi vedesse la luce di Dio, e a dare Sara, figlia di Raguele, in sposa a Tobia, figlio di Tobi, e così scacciare da lei il cattivo demonio Asmodeo. Di diritto, infatti, spettava a Tobia prenderla in sposa, prima che a tutti gli altri pretendenti. Proprio allora Tobi rientrava in casa dal cortile e Sara, figlia di Raguele, stava scendendo dalla camera.17 Non mi son mai mescolata con quelli che scherzano, nè ho preso parte con quelli che operano alla leggiera.
18 Consentii a prender marito, non per mia concupiscenza, ma nel timor tuo.
19 Ma, o to ero indegna di loro, od essi forse non erano degni di me, perchè tu forse mi riserbavi ad un altr'uomo.
20 I tuoi consigli infatti non sono in nostre mani.
21 Questo però tiene per certo chiunque ti onora: che se nella sua vita sarà messo alla prova, sarà poi coronato; se si troverà nella tribolazione, ne verrà liberato: e se tu lo castigherai gli sarà dato di conseguire la tua misericordia.
22 Tu infatti non ti compiaci della nostra perdizione; dopo la tempesta fai tornare la tranquillità; e dopo le lacrime ed i pianti sai infondere il gaudio.
23 Sia benedetto ne' secoli il nome tuo, o Dio d'Israele!».
24 Quel giorno, le preghiere di ambedue furono esaudite nel cospetto della gloria del sommo Iddio,
25 e l'angelo santo del Signore, Raffaele, fu mandato a consolare quel due, le cui preghiere in un medesimo tempo erano state pronunziate dinanzi al Signore.