Scrutatio

Martedi, 16 aprile 2024 - Santa Bernadette Soubirous ( Letture di oggi)

Tobia 3


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1Con l’animo affranto dal dolore, sospirai e piansi. Poi iniziai questa preghiera di lamento:2«Tu sei giusto, Signore, e giuste sono tutte le tue opere. Ogni tua via è misericordia e verità. Tu sei il giudice del mondo.3Ora, Signore, ricòrdati di me e guardami. Non punirmi per i miei peccati e per gli errori miei e dei miei padri.4Violando i tuoi comandamenti, abbiamo peccato davanti a te. Ci hai consegnato al saccheggio; ci hai abbandonato alla prigionia, alla morte e ad essere la favola, lo scherno, il disprezzo di tutte le genti, tra le quali ci hai dispersi.5Ora, quando mi tratti secondo le colpe mie e dei miei padri, veri sono tutti i tuoi giudizi, perché non abbiamo osservato i tuoi comandamenti, camminando davanti a te nella verità.6Agisci pure ora come meglio ti piace; da’ ordine che venga presa la mia vita, in modo che io sia tolto dalla terra e divenga terra, poiché per me è preferibile la morte alla vita. Gli insulti bugiardi che mi tocca sentire destano in me grande dolore. Signore, comanda che sia liberato da questa prova; fa’ che io parta verso la dimora eterna. Signore, non distogliere da me il tuo volto. Per me infatti è meglio morire che vedermi davanti questa grande angoscia, e così non sentirmi più insultare!».
7Nello stesso giorno a Sara, figlia di Raguele, abitante di Ecbàtana, nella Media, capitò di sentirsi insultare da parte di una serva di suo padre,8poiché lei era stata data in moglie a sette uomini, ma Asmodeo, il cattivo demonio, glieli aveva uccisi, prima che potessero unirsi con lei come si fa con le mogli. A lei appunto disse la serva: «Sei proprio tu che uccidi i tuoi mariti. Ecco, sei già stata data a sette mariti e neppure di uno hai potuto portare il nome.9Perché vorresti colpire noi, se i tuoi mariti sono morti? Vattene con loro e che da te non dobbiamo mai vedere né figlio né figlia».10In quel giorno dunque ella soffrì molto, pianse e salì nella stanza del padre con l’intenzione di impiccarsi. Ma, tornando a riflettere, pensava: «Che non insultino mio padre e non gli dicano: “La sola figlia che avevi, a te assai cara, si è impiccata per le sue sventure”. Così farei precipitare con angoscia la vecchiaia di mio padre negli inferi. Meglio per me che non mi impicchi, ma supplichi il Signore di farmi morire per non sentire più insulti nella mia vita».11In quel momento stese le mani verso la finestra e pregò: «Benedetto sei tu, Dio misericordioso, e benedetto è il tuo nome nei secoli. Ti benedicano tutte le tue opere per sempre.12Ora a te innalzo il mio volto e i miei occhi.13Comanda che io sia tolta dalla terra, perché non debba sentire più insulti.14Tu sai, Signore, che sono pura da ogni contatto con un uomo15e che non ho disonorato il mio nome né quello di mio padre nella terra dell’esilio. Io sono l’unica figlia di mio padre. Egli non ha altri figli che possano ereditare, né un fratello vicino né un parente per il quale io possa serbarmi come sposa. Già sette mariti ho perduto: perché dovrei vivere ancora? Se tu non vuoi che io muoia, guarda a me con benevolenza: che io non senta più insulti».
16In quel medesimo momento la preghiera di ambedue fu accolta davanti alla gloria di Dio17e fu mandato Raffaele a guarire tutti e due: a togliere le macchie bianche dagli occhi di Tobi, perché con gli occhi vedesse la luce di Dio, e a dare Sara, figlia di Raguele, in sposa a Tobia, figlio di Tobi, e così scacciare da lei il cattivo demonio Asmodeo. Di diritto, infatti, spettava a Tobia prenderla in sposa, prima che a tutti gli altri pretendenti. Proprio allora Tobi rientrava in casa dal cortile e Sara, figlia di Raguele, stava scendendo dalla camera.

Note:

Tb 3,5:e dei miei padri: con B, vet. lat. e sir.

Tb 3,8:Asmodeo: il nome di Asmodeo ha il probabile significato di «colui che fa perire» (cf. l'angelo distruttore di 2Sam 24,16; Sap 18,25; Ap 9,11). Si parla di lui nel Testamento di Salomone (dove è, come qui, il nemico dell'unione coniugale) e nel giudaismo post-biblico. Lo si è collegato con Aeshma, uno dei demoni del parsismo; - neppure di uno hai potuto godere: con A, vet. lat. e sir.; S specifica: «di nessuno tu porti il nome». Sara è afflitta da un maleficio che comporta la morte dei suoi fidanzati.

Tb 3,10:con angoscia negli inferi: una delle espressioni ricorrenti nella storia di Giuseppe.

Tb 3,15:che io non senta più insulti!: con B, vet. lat. e sir.; S ha: «guarda il mio oltraggio!». - La fine della preghiera, nella volg., è notevolmente diversa: «[18]Se ho acconsentito a prendere marito, non è stato per la passione, ma nel tuo timore. [19]Allora, o io non ero degna di loro oppure, forse, essi non erano degni di me, perché forse tu mi hai riservata per un altro sposo. [20]Il tuo disegno infatti non è in potere dell'uomo, [21]ma chiunque ti teme sa che, se la sua vita è stata messa alla prova, riceverà anche la corona; se è passata attraverso la tribolazione, otterrà liberazione. se ha sperimentato la correzione, potrà conoscere la tua misericordia. [22]Perché tu certo non sei contento che noi andiamo perduti, ma, dopo la burrasca, fai venire il sereno, e dopo lacrime di pianto tu diffondi la gioia. [23]II tuo nome o Dio d'Israele, sia benedetto per sempre».

Tb 3,17:Raffaele: l'angelo protettore inviato a Tobia e a Sara è stato prima alla presenza di Dio (Tb 12,12; Tb 12,15), come intercessore delle loro preghiere (cf. Tb 5,4+).