Scrutatio

Domenica, 28 aprile 2024 - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi)

Tobia 1


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BIBBIA CEI 2008BIBBIA TINTORI
1 Libro della storia di Tobi, figlio di Tobièl, figlio di Ananièl, figlio di Aduèl, figlio di Gabaèl, figlio di Raffaele, figlio di Raguele, della discendenza di Asièl, della tribù di Nèftali.1 Tobia, della tribù e della città di Neftali (la quale è nella Galilea superiore, sopra Naasson, dietro la via che mena a occidente e ha a sinistra la città di Sefet),
2 Al tempo di Salmanàssar, re degli Assiri, egli fu deportato dalla città di Tisbe, che sta a sud di Kedes di Nèftali, nell’alta Galilea, sopra Asor, verso occidente, a nord di Sefet.
2 fu deportato al tempo di Salmanasar re d'Assiria; ma anche nella cattività non abbandonò la via della verità,
3 Io, Tobi, passavo tutti i giorni della mia vita seguendo le vie della verità e della giustizia. Ai miei fratelli e ai miei compatrioti, che erano stati condotti con me in prigionia a Ninive, nel paese degli Assiri, facevo molte elemosine.3 tanto che di tutto quello che poteva avere ne faceva parte, ogni giorno, ai suoi fratelli di cattività che eran della sua stirpe.
4 Mi trovavo ancora al mio paese, la terra d’Israele, ed ero ancora giovane, quando la tribù del mio antenato Nèftali abbandonò la casa di Davide e si staccò da Gerusalemme, la sola città fra tutte le tribù d’Israele scelta per i sacrifici. In essa era stato consacrato il tempio, dove abita Dio, ed era stato edificato per tutte le generazioni future.4 Egli, anche quand'era il più giovane di tutti nella tribù di Neftali, nulla ebbe di puerile nella sua condotta;
5 Tutti i miei fratelli e quelli della tribù del mio antenato Nèftali facevano sacrifici su tutti i monti della Galilea al vitello che Geroboamo, re d’Israele, aveva fabbricato a Dan.5 e mentre tutti andavano ai vitelli d'oro fatti fare da Geroboamo re d'Israele, egli, fuggendo la compagnia di tutti,
6 Io ero il solo che spesso mi recavo a Gerusalemme nelle feste, per obbedienza a una legge perenne prescritta a tutto Israele. Correvo a Gerusalemme con le primizie dei frutti e degli animali, con le decime del bestiame e con la prima lana che tosavo alle mie pecore.6 andava a Gerusalemme, al tempio del Signore, ad adorarvi il Signore Dio d'Israele, e offriva fedelmente tutte le sue primizie e le sue decime,
7 Consegnavo tutto ai sacerdoti, figli di Aronne, per l’altare. Davo anche ai leviti, che prestavano servizio a Gerusalemme, le decime del grano, del vino, dell’olio, delle melagrane, dei fichi e degli altri frutti. Per sei anni consecutivi convertivo in denaro la seconda decima ogni anno e andavo a spenderla a Gerusalemme.7 e nel terzo anno distribuiva ai proseliti e ai forestieri tutta la decima.
8 La terza decima poi era per gli orfani, le vedove e i forestieri che si trovavano con gli Israeliti. La portavo loro ogni tre anni e la si consumava insieme, come vuole la legge di Mosè e secondo le raccomandazioni di Dèbora, moglie di Ananièl, la madre di nostro padre, poiché mio padre, morendo, mi aveva lasciato orfano.8 Queste ed altre simili cose secondo la legge di Dio, egli le osservava fin da fanciullo.
9 Quando divenni adulto, sposai Anna, una donna della mia parentela, e da essa ebbi un figlio che chiamai Tobia.9 Giunto all'età virile, prese in moglie Anna, della sua tribù, e n'ebbe un figlio a cui diede il suo nome,
10 Dopo la deportazione in Assiria, quando fui condotto prigioniero e arrivai a Ninive, tutti i miei fratelli e quelli della mia gente mangiavano i cibi dei pagani;10 a cui insegnò fin da fanciullo a temere Dio e a guardarsi da ogni peccato.
11 ma io mi guardai bene dal farlo.11 Or quando colla moglie e col figlio arrivò come prigioniero di guerra nella città di Ninive, con tutta la sua tribù,
12 Poiché restai fedele a Dio con tutto il cuore,12 sebbene gli altri mangiassero dei cibi dei Gentili, egli custodì l'anima sua, e non si contaminò mai colle loro vivande.
13 l’Altissimo mi fece trovare il favore di Salmanàssar, del quale presi a trattare gli affari.13 Siccome si ricordò del Signore con tutto il suo cuore, Dio gli fece trovar grazia dinanzi al re Salmanasar,
14 Venni così nella Media, dove, finché egli visse, conclusi affari per conto suo. Fu allora che a Rage di Media, presso Gabaèl, fratello di Gabri, depositai in sacchetti la somma di dieci talenti d’argento.
14 il quale gli diede il permesso d'andare ove volesse e la libertà di fare tutto ciò che gli fosse piaciuto.
15 Quando Salmanàssar morì, gli successe il figlio Sennàcherib. Allora le strade della Media divennero impraticabili e non potei più tornarvi.15 Così andava a visitare tutti quelli ch'orano in cattività e dava loro salutari avvertimenti.
16 Al tempo di Salmanàssar facevo spesso l’elemosina a quelli della mia gente;16 Andato a Rages, città dei Medi, con dieci talenti d'argento, di quelli donafigli dal re,
17 davo il pane agli affamati, gli abiti agli ignudi e, se vedevo qualcuno dei miei connazionali morto e gettato dietro le mura di Ninive, io lo seppellivo.17 tra la numerosa folla di sua stirpe vide in bisogno Gabelo, che era della sua tribù, e gli diede, dietro ricevuta sottoscritta. la detta somma di danaro.
18 Seppellii anche quelli che aveva ucciso Sennàcherib, quando tornò fuggendo dalla Giudea, al tempo del castigo mandato dal re del cielo sui bestemmiatori. Nella sua collera egli uccise molti Israeliti; io sottraevo i loro corpi per la sepoltura e Sennàcherib invano li cercava.
18 Dopo molto tempo, morto il re Salmanasar, gli succedette nel regno il suo figlio Sennacherib, il quale non poteva vedere i figli d'Israele.
19 Ma un cittadino di Ninive andò a informare il re che io li seppellivo di nascosto. Quando seppi che il re conosceva il fatto e che mi si cercava per essere messo a morte, colto da paura mi diedi alla fuga.19 Tobia andava ogni giorno a visitare tutti quelli della sua parentela, a consolarli, a far parte a ciascuno dei suoi beni, secondo le sue possibilità;
20 I miei beni furono confiscati e passarono tutti al tesoro del re. Mi restò solo la moglie, Anna, con il figlio Tobia.20 e dava da mangiare agli affamati, vestiva i nudi, seppelliva con sollecitudine i morti e gli uccisi.
21 Neanche quaranta giorni dopo, il re fu ucciso da due suoi figli, i quali poi fuggirono sui monti dell’Araràt. Gli successe allora il figlio Assarhàddon. Egli diede ad Achikàr, figlio di mio fratello Anaèl, l’incarico della contabilità del regno: egli ebbe così la direzione generale degli affari.21 E quando il re Sennacherib, tornato fuggitivo dalla Giudea, pel flagello con cui Dio l'aveva percosso a causa delle sue bestemmie, nella sua ira faceva uccidere molti dei figli d'Israele, Tobia ne seppelliva i cadaveri.
22 Allora Achikàr prese a cuore la mia causa e potei così ritornare a Ninive. Al tempo di Sennàcherib, re degli Assiri, Achikàr era stato gran coppiere, ministro della giustizia, amministratore e sovrintendente della contabilità e Assarhàddon l’aveva mantenuto in carica. Egli era mio nipote e uno della mia parentela.22 Ma il re, risaputa la cosa, comandò ch'egli fossi ucciso e ne confiscò tutti i beni.
23 Tobia riuscì a fuggire col suo figlio e colla sua moglie, privo di tutto, e a nascondersi, perchè molti gli volevano bene.
24 Dopo quarantacinque giorni il re fu ucciso dai suoi figli,
25 e Tobia se ne tornò a casa sua e gli furono restituiti tutti i suoi beni.