Neemia 13
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BIBBIA CEI 2008 | BIBBIA RICCIOTTI |
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1 In quel giorno si lesse in presenza del popolo il libro di Mosè e vi si trovò scritto che l’Ammonita e il Moabita non dovevano mai entrare nella comunità di Dio, | 1 - In quel tempo, fu letto pubblicamente il libro di Mosè; e si trovò scritto che gli Ammoniti ed i Moabiti non dovevano mai in eterno aver parte col popolo di Dio, |
2 perché non erano venuti incontro agli Israeliti con il pane e l’acqua e perché, contro di loro, avevano pagato Balaam per maledirli, sebbene il nostro Dio avesse mutato la maledizione in benedizione. | 2 perchè non soccorsero di pane e d'acqua i figli d'Israele, e stipendiarono contro a loro Balaam perchè li maledicesse; ma il nostro Dio convertì in benedizione quella maledizione. |
3 Quando ebbero udito la legge, separarono da Israele tutti gli stranieri. | 3 Perciò, udita la legge, mandaron via da Israele tutti gli stranieri. |
4 Prima di questo il sacerdote Eliasìb, assegnato alle stanze del tempio del nostro Dio, parente di Tobia, | 4 A ciò fu deputato Eliasib sacerdote, che era stato sopraintendente al tesoro nella casa del Dio nostro, ed era parente di Tobia. |
5 aveva preparato per lui una camera grande dove, prima di allora, si riponevano le offerte, l’incenso, gli utensili, la decima del grano, del vino e dell’olio, spettanza di legge dei leviti, dei cantori, dei portieri, e il tributo per i sacerdoti. | 5 E gli aveva fatto fare una gran camera, nella quale si portavano avanti a lui le offerte, l'incenso, i vasi, le decime del grano, del vino e dell'olio, la parte dei leviti, dei cantori e degli ostiarii, e le primizie sacerdotali. |
6 Quando si faceva tutto questo, io non ero a Gerusalemme, perché nell’anno trentaduesimo di Artaserse, re di Babilonia, ero andato dal re; ma dopo qualche tempo, chiesi di congedarmi dal re, | 6 Quando tutto ciò avvenne, io non ero in Gerusalemme; perchè, l'anno trentadue di Artaserse re di Babilonia, io ero tornato presso il re, e dopo assai tempo ebbi da lui licenza. |
7 venni a Gerusalemme e mi accorsi del male che Eliasìb aveva fatto in favore di Tobia, preparando per lui una stanza nei cortili del tempio di Dio. | 7 Allora tornai a Gerusalemme, e conobbi il male che Eliasib aveva fatto riguardo a Tobia, allestendogli una camera nel recinto della casa di Dio. |
8 La cosa mi dispiacque molto e feci gettare fuori dalla stanza tutti gli oggetti della casa di Tobia; | 8 Ciò mi parve un gran male, e gettai fuori della camera tutti gli arredi della casa di Tobia; |
9 poi ordinai che si purificassero quelle camere e vi feci tornare gli utensili del tempio di Dio, le offerte e l’incenso. | 9 ed ordinai che quelle stanze fossero purificate, e vi riportai i vasi della casa di Dio, le offerte e l'incenso. |
10 Seppi anche che le porzioni fissate per i leviti non erano state consegnate e che i leviti e i cantori, che prestavano il servizio, erano fuggiti ognuno al suo paese. | 10 Seppi ancora che i leviti non avevano ricevuto le porzioni a loro dovute, e che dei leviti e dei cantori e dei ministri del tempio eran fuggiti, ciascuno nel proprio paese. |
11 Allora rimproverai i magistrati e dissi loro: «Perché il tempio di Dio è stato abbandonato?». Poi li radunai e li ristabilii nei loro uffici. | 11 Ne feci rimostranza ai magistrati, e dissi: «Perchè abbandoniamo noi la casa di Dio?». E li rimisi insieme e li feci stare ciascuno al suo posto. |
12 Allora tutto Giuda portò ai magazzini la decima del frumento, del vino e dell’olio; | 12 E tutto Giuda portava al granaio la decima del frumento, del vino e dell'olio. |
13 incaricai dei magazzini il sacerdote Selemia, lo scriba Sadoc, Pedaià, uno dei leviti, e al loro fianco Canan, figlio di Zaccur, figlio di Mattania, perché erano reputati uomini fedeli. Così stava a loro fare le parti per i loro fratelli. | 13 E deputammo a sopraintendere ai granai Selemia sacerdote, Sadoc scriba, Fadaiam dei leviti , e insieme a loro Anan figlio di Zacur, figlio di Matania, che erano stati conosciuti a prova come fedeli; a loro furono affidate le porzioni pei loro fratelli. |
14 Ricòrdati per questo di me, o mio Dio, e non cancellare la fedeltà con cui ho agito per il tempio del mio Dio e per il suo servizio! | 14 Ricordati di me, Dio mio, in vista di ciò; e non scancellare [dalla tua memoria] il bene che feci per la casa del mio Dio, e per le sue relative osservanze. |
15 In quei giorni osservai in Giuda alcuni che pigiavano nei tini durante il sabato, altri che trasportavano i covoni e li caricavano sugli asini, e anche vino, uva, fichi e ogni sorta di carichi, e li portavano a Gerusalemme in giorno di sabato; io protestai a motivo del giorno in cui vendevano le derrate. | 15 In quei giorni, vidi in Giuda alcuni che pestavano l'uva di sabato, portavano pesi, caricavano sugli asini vino ed uva e fichi ed altri generi, e li portavano a Gerusalemme in giorno di sabato; ordinai loro che vendessero in quei giorni nei quali è permesso. |
16 C’erano anche alcuni di Tiro stabiliti in città che portavano pesce e ogni sorta di merci e le vendevano durante il sabato ai figli di Giuda e a Gerusalemme. | 16 E v'erano in città alcuni di Tiro, che portavano in Gerusalemme il pesce ed altre mercanzie, e lo vendevano ai Giudei anche al sabato. |
17 Allora io rimproverai i notabili di Giuda e dissi loro: «Che cosa è mai questo male che fate, profanando il giorno del sabato? | 17 Sgridai i maggiorenti di Giuda, e dissi loro: «Che male è mai questo che voi fate, profanando così il giorno del sabato? |
18 I nostri padri non hanno fatto così? Il nostro Dio per questo ha fatto cadere su noi e su questa città tutti questi mali. Voi accrescete l’ira contro Israele, profanando il sabato!». | 18 Non han fatto così anche i padri nostri, e perciò il Dio nostro mandò addosso a noi ed a questa città ogni malanno? Voi accrescete il suo sdegno contro Israele, violando il sabato». |
19 Non appena le porte di Gerusalemme comiciavano a essere nell’ombra, prima del sabato, io ordinai che le porte fossero chiuse e che non si riaprissero fin dopo il sabato; collocai alcuni miei uomini alle porte: non doveva entrare nessun carico durante il sabato. | 19 Ora quando alle porte di Gerusalemme cominciò ad esserci quiete per il sabato, ordinai che fossero chiuse, e che non si riaprissero sino a dopo il sabato; e misi dei miei servi alle porte, perchè nessuno portasse pesi in giorno di sabato. |
20 Così i mercanti e i venditori di ogni merce una o due volte passarono la notte fuori di Gerusalemme. | 20 Così, per una volta e due, i mercanti e venditori di ogni genere rimasero chiusi fuori di Gerusalemme. |
21 Allora io protestai contro di loro e dissi: «Perché passate la notte davanti alle mura? Se lo farete un’altra volta, stenderò la mano contro di voi». Da quel momento non vennero più durante il sabato. | 21 Io li sgridai, e dissi loro: «Perchè vi fermate voi di contro alle mura? Se lo farete un'altra volta, vi farò mettere le mani addosso». Così, da allora in poi, non vennero più di sabato. |
22 Ordinai ai leviti di purificarsi e di venire a custodire le porte per santificare il giorno del sabato. Anche per questo ricòrdati di me, mio Dio, e abbi pietà di me secondo il tuo grande amore! | 22 Dissi anche ai leviti che si purificassero, e venissero a custodire le porte, acciò il giorno del sabato fosse santificato. Anche per questo, ricordati di me, Dio mio, ed abbi di me pietà, conforme alla grandezza della tua misericordia. |
23 In quei giorni vidi anche che alcuni Giudei si erano ammogliati con donne di Asdod, di Ammon e di Moab; | 23 Ma in quel tempo vidi ancora che dei Giudei avevano preso per mogli delle donne Azotite, Ammonite e Moabite. |
24 la metà dei loro figli parlava l’asdodeo, nessuno di loro sapeva parlare giudaico, ma solo la lingua di un popolo o dell’altro. | 24 I loro figliuoli parlavano mezzo azotico, e non sapevan parlare ebraico, e parlavano un po' d'una lingua e un po' di un'altra. |
25 Io li rimproverai, li maledissi, ne picchiai alcuni, strappai loro i capelli e li feci giurare su Dio: «Non darete le vostre figlie ai loro figli e non prenderete le loro figlie per i vostri figli o per voi stessi. | 25 Li rimproverai, e li maledissi. E ne feci battere alcuni, e rader loro la testa, e giurare innanzi a Dio che non darebbero le loro figliuole ai figli di quelle, nè prenderebbero le figlie di quelli pei loro figli nè per sè, e dissi: |
26 Salomone, re d’Israele, non ha forse peccato appunto in questo? Certo, fra le molte nazioni non ci fu un re simile a lui: era amato dal suo Dio e Dio l’aveva fatto re di tutto Israele; eppure le donne straniere fecero peccare anche lui. | 26 «Non cadde proprio in questo peccato Salomone re d'Israele? Eppure, in tanti popoli, non v'era un re simile a lui; ed era caro al suo Dio, e Dio lo aveva fatto re di tutto Israele; ed egli pure fu condotto al peccato da donne straniere. |
27 Dovremmo dunque ascoltare voi e fare tutto questo grande male e prevaricare contro il nostro Dio sposando donne straniere?». | 27 Saremo dunque anche noi così disobbedienti da commettere un male sì grande, ed offendere il Dio nostro, prendendo mogli straniere?». |
28 Uno dei figli di Ioiadà, figlio di Eliasìb, il sommo sacerdote, era genero di Sanballàt, il Coronita; io lo cacciai via da me. | 28 Dei figli di Joiada figlio di Eliasib gran sacerdote, ve n'era uno genero di Sanaballat Oronita, e lo cacciai via da me. |
29 Ricòrdati di loro, mio Dio, poiché hanno profanato il sacerdozio e l’alleanza dei sacerdoti e dei leviti. | 29 Ricorda, Signore Dio mio, e castiga quelli che profanano il sacerdozio, e la legge sacerdotale e levitica. |
30 Così li purificai da ogni elemento straniero e ristabilii gli incarichi dei sacerdoti e dei leviti, ognuno al suo compito, | 30 Io dunque li mondai da ogni contatto straniero, e stabilii gli ordini de' sacerdoti e de' leviti, ciascuno al suo uffizio, |
31 quelli dell’offerta della legna ai tempi stabiliti, e delle primizie. Ricòrdati di me in bene, mio Dio! | 31 per regolare le offerte della legna e delle primizie ai tempi comandati. Ricordati benevolmente di me, Dio mio. Amen. |