Scrutatio

Mercoledi, 1 maggio 2024 - San Giuseppe Lavoratore ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 25


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NOVA VULGATALA SACRA BIBBIA
1 Festus ergo cum venisset in provinciam, post triduum ascenditHierosolymam a Caesarea;1 Festo dunque, giunto nella provincia, tre giorni dopo salì da Cesarea a Gerusalemme,
2 adieruntque eum principes sacerdotum et primiIudaeorum adversus Paulum, et rogabant eum2 e comparvero davanti a lui i sommi sacerdoti e i principali dei Giudei, portando accuse contro Paolo. Lo pregavano
3 postulantes gratiam adversum eum,ut iuberet perduci eum in Ierusalem, insidias tendentes, ut eum interficerent invia.3 chiedendogli il favore, in odio a Paolo, che lo facesse trasportare a Gerusalemme, per tendergli un agguato e ucciderlo durante il percorso.
4 Festus igitur respondit servari Paulum in Caesarea, se autem maturiusprofecturum:4 Festo rispose che Paolo era in prigione a Cesarea e che egli stesso sarebbe partito tra poco:
5 “ Qui ergo in vobis, ait, potentes sunt, descendentes simul, siquod est in viro crimen, accusent eum ”.5 "Quelli dunque tra voi -- disse -- che hanno autorità, scendano con me, e se c'è in quell'uomo qualche colpa depongano contro di lui".
6 Demoratus autem inter eos dies nonamplius quam octo aut decem, descendit Caesaream; et altera die sedit protribunali et iussit Paulum adduci.6 Dopo essersi fermato tra loro non più di otto o dieci giorni, scese a Cesarea e il giorno dopo sedette in tribunale e comandò che gli fosse portato Paolo.
7 Qui cum perductus esset, circumsteterunteum, qui ab Hierosolyma descenderant, Iudaei, multas et graves causasobicientes, quas non poterant probare,7 Quando arrivò, i Giudei che erano discesi da Gerusalemme gli si fecero intorno, producendo molte e gravi accuse, che non potevano dimostrare.
8 Paulo rationem reddente: “ Neque inlegem Iudaeorum neque in templum neque in Caesarem quidquam peccavi ”.8 Paolo si difendeva affermando: "Non ho peccato né contro la legge dei Giudei né contro il tempio né contro Cesare".
9 Festus autem volens Iudaeis gratiam praestare, respondens Paulo dixit: “ VisHierosolymam ascendere et ibi de his iudicari apud me? ”.9 Allora Festo, volendo far cosa gradita ai Giudei, rivoltosi a Paolo gli domandò: "Vuoi salire in Gerusalemme e là essere giudicato di fronte a me riguardo a queste cose?".
10 Dixit autemPaulus: “ Ad tribunal Caesaris sto, ubi me oportet iudicari. Iudaeis nihilnocui, sicut et tu melius nosti.10 Ma Paolo replicò: "Sto dinanzi al tribunale di Cesare e qui mi si deve giudicare. Non ho fatto alcun torto ai Giudei, come anche tu sai molto bene.
11 Si ergo iniuste egi et dignum morte aliquidfeci, non recuso mori; si vero nihil est eorum, quae hi accusant me, nemo potestme illis donare. Caesarem appello! ”.11 Se dunque ho commesso qualche ingiustizia o qualche delitto che merita la morte, non ricuso di morire; ma se non vi è nulla di ciò di cui essi mi accusano, nessuno può consegnarmi ad essi. Mi appello a Cesare".
12 Tunc Festus cum consilio locutusrespondit: “ Caesarem appellasti; ad Caesarem ibis ”.
12 Allora Festo, dopo aver conferito con il suo consiglio, disse: "Hai appellato a Cesare, a Cesare andrai".
13 Et cum dies aliquot transacti essent, Agrippa rex et Berenice descenderuntCaesaream et salutaverunt Festum.13 Passati alcuni giorni, il re Agrippa e Berenice discesero a Cesarea e vennero a salutare Festo.
14 Et cum dies plures ibi demorarentur, Festusregi indicavit de Paulo dicens: “ Vir quidam est derelictus a Felice vinctus,14 E poiché vi si trattenevano alcuni giorni, Festo espose al re il caso di Paolo, dicendo: "C'è un uomo che è stato lasciato in prigione da Felice.
15 de quo, cum essem Hierosolymis, adierunt me principes sacerdotum et senioresIudaeorum postulantes adversus illum damnationem;15 Quando sono stato a Gerusalemme, sono comparsi i sommi sacerdoti e gli anziani dei Giudei portando accuse contro di lui e chiedendo la sua condanna.
16 ad quos respondi, quia nonest consuetudo Romanis donare aliquem hominem, priusquam is, qui accusatur,praesentes habeat accusatores locumque defendendi se ab accusatione accipiat.16 Io risposi loro che non è costume dei Romani consegnare un uomo prima che l'accusato sia stato messo a confronto con gli accusatori e abbia avuto la possibilità di difendersi dalle accuse.
17 Cum ergo huc convenissent, sine ulla dilatione sequenti die sedens pro tribunaliiussi adduci virum;17 Allora essi si radunarono qui e, senza por tempo in mezzo, l'indomani mi sedetti in tribunale e feci condurre quest'uomo.
18 de quo, cum stetissent accusatores, nullam causamdeferebant, de quibus ego suspicabar malis;18 Messi alla sua presenza, gli accusatori non portarono nessuna accusa di alcuno di quei delitti che io potessi sospettare.
19 quaestiones vero quasdam de suasuperstitione habebant adversus eum et de quodam Iesu defuncto, quem affirmabatPaulus vivere.19 Avevano con lui soltanto delle contestazioni su punti della loro religione, e riguardo a un certo Gesù, morto, che Paolo asseriva essere vivo.
20 Haesitans autem ego de huiusmodi quaestione, dicebam si velletire Hierosolymam et ibi iudicari de istis.20 Trovandomi imbarazzato davanti a una controversia come questa, gli chiesi se voleva andare a Gerusalemme e là essere giudicato riguardo a queste cose.
21 Paulo autem appellante, utservaretur ad Augusti cognitionem, iussi servari eum, donec mittam eum adCaesarem ”.21 Ma avendo Paolo interposto appello per essere riservato al giudizio di Augusto, comandai che fosse custodito in prigione, finché non possa inviarlo a Cesare".
22 Agrippa autem ad Festum: “ Volebam et ipse hominem audire!”. “ Cras, inquit, audies eum ”.
22 Agrippa disse a Festo: "Vorrei anch'io ascoltare quest'uomo". "Domani -- disse -- lo ascolterai".
23 Altera autem die, cum venisset Agrippa et Berenice cum multa ambitione, etintroissent in auditorium cum tribunis et viris principalibus civitatis, etiubente Festo, adductus est Paulus.23 Il giorno dopo Agrippa e Berenice vennero con grande pompa e, quando furono entrati nella sala delle udienze con i tribuni e i personaggi eminenti della città, Festo comandò di condurre Paolo.
24 Et dicit Festus: “ Agrippa rex etomnes, qui simul adestis nobiscum viri, videtis hunc, de quo omnis multitudoIudaeorum interpellavit me Hierosolymis et hic, clamantes non oportere eumvivere amplius.24 Allora Festo disse: "Re Agrippa e voi tutti che siete qui presenti, voi vedete colui per il quale tutta la moltitudine dei Giudei si è rivolta a me, tanto a Gerusalemme come qui, gridando che costui non deve più vivere.
25 Ego vero comperi nihil dignum eum morte fecisse, ipso autemhoc appellante Augustum, iudicavi mittere.25 Ma io ho accertato che egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Ma poiché egli stesso si è appellato ad Augusto, ho deciso di inviarglielo.
26 De quo quid certum scribam domino,non habeo; propter quod produxi eum ad vos et maxime ad te, rex Agrippa, ut,interrogatione facta, habeam quid scribam;26 Sul suo conto non ho nulla di preciso da scrivere all'imperatore. Perciò l'ho condotto di fronte a voi, e soprattutto di fronte a te, o re Agrippa, perché dopo questa interrogazione io abbia qualcosa da scrivere.
27 sine ratione enim mihi videturmittere vinctum et causas eius non significare ”.
27 Mi sembra infatti assurdo mandare un prigioniero senza indicare anche le accuse fatte a suo carico".