Scrutatio

Mercoledi, 1 maggio 2024 - San Giuseppe Lavoratore ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 25


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NOVA VULGATABIBBIA CEI 2008
1 Festus ergo cum venisset in provinciam, post triduum ascenditHierosolymam a Caesarea;1 Festo dunque, raggiunta la provincia, tre giorni dopo salì da Cesarèa a Gerusalemme.
2 adieruntque eum principes sacerdotum et primiIudaeorum adversus Paulum, et rogabant eum2 I capi dei sacerdoti e i notabili dei Giudei si presentarono a lui per accusare Paolo, e lo pregavano,
3 postulantes gratiam adversum eum,ut iuberet perduci eum in Ierusalem, insidias tendentes, ut eum interficerent invia.3 chiedendolo come un favore, in odio a Paolo, che lo facesse venire a Gerusalemme; e intanto preparavano un agguato per ucciderlo lungo il percorso.
4 Festus igitur respondit servari Paulum in Caesarea, se autem maturiusprofecturum:4 Festo rispose che Paolo stava sotto custodia a Cesarèa e che egli stesso sarebbe partito di lì a poco.
5 “ Qui ergo in vobis, ait, potentes sunt, descendentes simul, siquod est in viro crimen, accusent eum ”.5 «Quelli dunque tra voi – disse – che hanno autorità, scendano con me e, se vi è qualche colpa in quell’uomo, lo accusino».
6 Demoratus autem inter eos dies nonamplius quam octo aut decem, descendit Caesaream; et altera die sedit protribunali et iussit Paulum adduci.6 Dopo essersi trattenuto fra loro non più di otto o dieci giorni, scese a Cesarèa e il giorno seguente, sedendo in tribunale, ordinò che gli si conducesse Paolo.
7 Qui cum perductus esset, circumsteterunteum, qui ab Hierosolyma descenderant, Iudaei, multas et graves causasobicientes, quas non poterant probare,7 Appena egli giunse, lo attorniarono i Giudei scesi da Gerusalemme, portando molte gravi accuse, senza però riuscire a provarle.
8 Paulo rationem reddente: “ Neque inlegem Iudaeorum neque in templum neque in Caesarem quidquam peccavi ”.8 Paolo disse a propria difesa: «Non ho commesso colpa alcuna, né contro la Legge dei Giudei né contro il tempio né contro Cesare».
9 Festus autem volens Iudaeis gratiam praestare, respondens Paulo dixit: “ VisHierosolymam ascendere et ibi de his iudicari apud me? ”.9 Ma Festo, volendo fare un favore ai Giudei, si rivolse a Paolo e disse: «Vuoi salire a Gerusalemme per essere giudicato là di queste cose, davanti a me?».
10 Dixit autemPaulus: “ Ad tribunal Caesaris sto, ubi me oportet iudicari. Iudaeis nihilnocui, sicut et tu melius nosti.10 Paolo rispose: «Mi trovo davanti al tribunale di Cesare: qui mi si deve giudicare. Ai Giudei non ho fatto alcun torto, come anche tu sai perfettamente.
11 Si ergo iniuste egi et dignum morte aliquidfeci, non recuso mori; si vero nihil est eorum, quae hi accusant me, nemo potestme illis donare. Caesarem appello! ”.11 Se dunque sono in colpa e ho commesso qualche cosa che meriti la morte, non rifiuto di morire; ma se nelle accuse di costoro non c’è nulla di vero, nessuno ha il potere di consegnarmi a loro. Io mi appello a Cesare».
12 Tunc Festus cum consilio locutusrespondit: “ Caesarem appellasti; ad Caesarem ibis ”.
12 Allora Festo, dopo aver discusso con il consiglio, rispose: «Ti sei appellato a Cesare, a Cesare andrai».
13 Et cum dies aliquot transacti essent, Agrippa rex et Berenice descenderuntCaesaream et salutaverunt Festum.13 Erano trascorsi alcuni giorni, quando arrivarono a Cesarèa il re Agrippa e Berenice e vennero a salutare Festo.
14 Et cum dies plures ibi demorarentur, Festusregi indicavit de Paulo dicens: “ Vir quidam est derelictus a Felice vinctus,14 E poiché si trattennero parecchi giorni, Festo espose al re le accuse contro Paolo, dicendo: «C’è un uomo, lasciato qui prigioniero da Felice,
15 de quo, cum essem Hierosolymis, adierunt me principes sacerdotum et senioresIudaeorum postulantes adversus illum damnationem;15 contro il quale, durante la mia visita a Gerusalemme, si presentarono i capi dei sacerdoti e gli anziani dei Giudei per chiederne la condanna.
16 ad quos respondi, quia nonest consuetudo Romanis donare aliquem hominem, priusquam is, qui accusatur,praesentes habeat accusatores locumque defendendi se ab accusatione accipiat.16 Risposi loro che i Romani non usano consegnare una persona, prima che l’accusato sia messo a confronto con i suoi accusatori e possa aver modo di difendersi dall’accusa.
17 Cum ergo huc convenissent, sine ulla dilatione sequenti die sedens pro tribunaliiussi adduci virum;17 Allora essi vennero qui e io, senza indugi, il giorno seguente sedetti in tribunale e ordinai che vi fosse condotto quell’uomo.
18 de quo, cum stetissent accusatores, nullam causamdeferebant, de quibus ego suspicabar malis;18 Quelli che lo incolpavano gli si misero attorno, ma non portarono alcuna accusa di quei crimini che io immaginavo;
19 quaestiones vero quasdam de suasuperstitione habebant adversus eum et de quodam Iesu defuncto, quem affirmabatPaulus vivere.19 avevano con lui alcune questioni relative alla loro religione e a un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere vivo.
20 Haesitans autem ego de huiusmodi quaestione, dicebam si velletire Hierosolymam et ibi iudicari de istis.20 Perplesso di fronte a simili controversie, chiesi se volesse andare a Gerusalemme e là essere giudicato di queste cose.
21 Paulo autem appellante, utservaretur ad Augusti cognitionem, iussi servari eum, donec mittam eum adCaesarem ”.21 Ma Paolo si appellò perché la sua causa fosse riservata al giudizio di Augusto, e così ordinai che fosse tenuto sotto custodia fino a quando potrò inviarlo a Cesare».
22 Agrippa autem ad Festum: “ Volebam et ipse hominem audire!”. “ Cras, inquit, audies eum ”.
22 E Agrippa disse a Festo: «Vorrei anche io ascoltare quell’uomo!». «Domani – rispose – lo potrai ascoltare».
23 Altera autem die, cum venisset Agrippa et Berenice cum multa ambitione, etintroissent in auditorium cum tribunis et viris principalibus civitatis, etiubente Festo, adductus est Paulus.23 Il giorno dopo Agrippa e Berenice vennero con grande sfarzo ed entrarono nella sala dell’udienza, accompagnati dai comandanti e dai cittadini più in vista; per ordine di Festo fu fatto entrare Paolo.
24 Et dicit Festus: “ Agrippa rex etomnes, qui simul adestis nobiscum viri, videtis hunc, de quo omnis multitudoIudaeorum interpellavit me Hierosolymis et hic, clamantes non oportere eumvivere amplius.24 Allora Festo disse: «Re Agrippa e tutti voi qui presenti con noi, voi avete davanti agli occhi colui riguardo al quale tutta la folla dei Giudei si è rivolta a me, in Gerusalemme e qui, per chiedere a gran voce che non resti più in vita.
25 Ego vero comperi nihil dignum eum morte fecisse, ipso autemhoc appellante Augustum, iudicavi mittere.25 Io però mi sono reso conto che egli non ha commesso alcuna cosa che meriti la morte. Ma poiché si è appellato ad Augusto, ho deciso di inviarlo a lui.
26 De quo quid certum scribam domino,non habeo; propter quod produxi eum ad vos et maxime ad te, rex Agrippa, ut,interrogatione facta, habeam quid scribam;26 Sul suo conto non ho nulla di preciso da scrivere al sovrano; per questo l’ho condotto davanti a voi e soprattutto davanti a te, o re Agrippa, per sapere, dopo questo interrogatorio, che cosa devo scrivere.
27 sine ratione enim mihi videturmittere vinctum et causas eius non significare ”.
27 Mi sembra assurdo infatti mandare un prigioniero, senza indicare le accuse che si muovono contro di lui».