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Lunedi, 6 maggio 2024 - San Pietro Nolasco ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 15


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BIBBIA MARTINIBIBBIA TINTORI
1 Ma Nicanore avendo saputo, che Giuda era nel paese della Samaria, risolvè di assalirlo con tutte le forze in giorno di sabato.1 Intanto Nicànore, avendo saputo che Giuda era nella regione della Samaria, decise di attaccarlo con tutte le forze in giorno di sabato.
2 Ma dicendo a lui que' Giudei, i quali per necessità lo seguivano: Non volere far cosa si strana, e barbara, ma rendi onore al giorno santo, e rispetta colui, che tutto vede:2 Ai Giudei che per necessità lo seguivano e dicevano: « Non fare una cosa così feroce e barbara, ma onora il giorno santo, e rispetta Colui che tutto vede »
3 Quell'infelice domandò se vi fosse in cielo un Dio potente, che avesse ordinato di osservare il giorno di sabato.3 quell'infelice domandava se vi fosse in cielo un potente che avesse comandato di celebrare il giorno di sabato?
4 E avendo quelli risposto: Egli è lo stesso Dio vivo possente nel cielo, che ordinò di celebrare il settimo giorno,4 Ed avendo essi risposto: « E' il Signore, lo stesso Vivente, il Potente nel cielo, Colui che ordinò di celebrare il settimo giorno ».
5 Egli allora disse: Ed io sono possente sopra la terra, e comando, che si prendano le armi, e cbe si serva il re. Egli però non potè eseguire i suoi disegni.5 Egli riprese: «E io sono potente sopra la terra, e quindi ordino di prendere le armi e di fare il servizio del re ». Ma non riuscì a compire i suoi disegni.
6 Nicanore adunque trasportato dal la sua grandissima superbia avea in animo di ergere un trofeo comune de' Giudei.6 Or Nicànore, trasportato in alto dalla sua somma superbia, pensava di innalzare un comune trofeo di Giuda (e dei suoi).
7 Maccabeo però avea ferma fede, e speranza, che Dio gli avrebbe mandato soccorso:7 Invece Maccabeo, con piena speranza, confidava sempre che gli sarebbe venuto l'aiuto da Dio,
8 Ed esortava i suoi, che non temessero gli assalti delle nazioni, ma avessero in memoria come erano stati già aiutati dal cielo, e sperassero allora, che l'Onnipotente avrebbe data loro la vittoria.8 ed esortava i suoi a non temere gli assalti delle nazioni, ma, ricordando gli aiuti avuti dal cielo, a sperare che l'Onnipotente avrebbe donata ad essi anche allora la vittoria.
9 E ripetendo loro le parole della legge, e de' profeti, e rammentando le imprese fatte da loro ne' tempi precedenti, li rendè più animosi:9 E parlando loro della legge e dei profeti, rammentando pure le imprese da loro fatte nel passato, li riempì di ardore.
10 E ravvivato il loro coraggio, metteva anche in vista la perfidia delle genti, e i giuramenti violati.10 Così reso alto il loro coraggio, mostrò loro nel medesimo tempo la perfidia delle nazioni e la loro violazione dei giuramenti.
11 E armò ciascheduno di essi, non con dar loro degli scudi, e delle lancie, ma con ottimi ragionamenti, ed esortazioni e col riferire una visione degna di fede, la quale li riempiè' di allegrezza.11 Dopo avere armato ciascuno di loro, non con scudi e lance, ma con ottimi discorsi d'esortazione, raccontò un sogno degno di fede, col quale riempì tutti d'allegrezza.
12 Or la visione fu tale: Egli vedeva Onia, che era stato sommo Sacerdote, uomo dabbene, e benigno, esercitato fin da fanciullo nelle virtù, colla sua verecondia nel volto, colla modestia nel suo portamento, colla sua grazia nel favellare, il quale stendendo le mani faceva orazione per tutto il popolo dei Giudei:12 Ecco in che consisteva tale visione. Aveva visto Onia, che era stato sommo sacerdote, uomo buono, benigno, verecondo nel viso, modesto nei costumi e ornato nel parlare, esercitato nelle virtù sin da fanciullo, (l'aveva visto) pregare, colle mani stese, per tutto il popolo dei Giudei.
13 E dipoi era comparso un altro uomo venerabile per l'età, e per la maestà, cinto di magnificenza da tutti i lati:13 Era poi comparso un altro uomo, venerando per l'età e per la dignità, che aveva intorno i caratteri della gran dignità.
14 E che Onia rispondendo a lui gli avea detto: Questi è l'amico de' fratelli, e del popolo di Israele; questi è colui che prega fortemente pel popolo, e per tutta la città santa, Geremia Profeta di Dio.14 Onia, presa la parola, allora disse: « Questi è l'amico dei fratelli e del popolo d'Israele, questi è colui che prega molto pel popolo e per tutta la città santa, è Geremia, il profeta di Dio ».
15 E che Geremia aveva stesa la mano destra, e aveva data a Giuda una Spalla d'oro, dicendo:15 Allora Geremia, stesa la destra, diede a Giuda una spada di oro, dicendo:
16 Prendi questa spada santa, dono di Dio, per mezzo del quale tu getterai per terra i nemici del mio popolo di israeliti.16 « Prendi questa spada santa; è un dono di Dio: con essa abbatterai i nemici del mio popolo d'Israele ».
17 Ouegli adunque incoraggiti dalle parole di Giuda molto efficaci, le quali servivano ad avvivare il vigore, e confortare gli animi della gioventù, risolverono di valorosamente combattere, e menare le mani, affinchè giudice della causa fosse il valore, atteso che e la città santa, e il tempio erano in pericolo.17 Animati dunque dagli ottimi discorsi di Giuda, capaci di svegliare l'impeto e di render forti gli animi dei giovani, decisero di attaccare battaglia e di combattere da eroi, e di decidere la causa col valore, giacche la città santa e il tempio erano in pericolo.
18 Perocché minore era la pena, che facean loro le mogli, e i figliuoli, e i fratelli, e i parenti; ma il massimo, e principal timore era per la santità del tempio:18 Alle mogli, ai figli, ai fratelli, ai parenti ci pensavano meno; il loro massimo e principale timore era per la santità del tempio.
19 Ma quelli, che erano nella città erano non poco inquieti della sorte di quelli, che erano per venire a battaglia.19 Quelli restati in città erano non poco inquieti per la sorte di coloro che andavano alla battaglia.
20 Ma quando tutti già aspettavano la decisione della contesa, e i nemici eran presenti, e l'esercito messo in ordine, e gli elefanti, e i cavalli ai luoghi loro,20 E quando tutti aspettavano la decisione della contesa, e i nemici eran di faccia, coll'esercito schierato, colle bestie e i cavalieri messi in ordine nel luogo opportuno,
21 Maccabeo considerando quella moltitudine, che si avanzava, e la varia maniera delle armi, e la ferocità degli elefanti, stese le mani al cielo invocò quel Signore, che fa i prodigj, il quale non secondo la forza degli eserciti, ma conforme a lui piace, da la vittoria a chi ne è degno,21 Maccabeo, vedendo l'avanzarsi di quella moltitudine, gli apparecchi delle varie armi, e la ferocia delle bestie, stendendo le mani al cielo, invocò il Signore che fa i prodigi, che non secondo la forza degli eserciti, ma secondo il suo beneplacito dà la vittoria a chi ne è degno.
22 E lo invocò con queste parole: Tu, Signore, se' quegli, che mandasti il tuo Angelo a tempo di Ezechia re di Giuda, e uccidesti nel compo di Sennacherib cento ottanta cinque mila uomini:22 E lo invocò con queste parole: « Tu, o Signore, che, al tempo d'Ezechia re di Giuda, mandasti il tuo angelo, e sterminasti nel campo di Sennacherib centottantacinque mila uomini,
23 E adesso o Signore dei cieli, manda il tuo buon Angelo innanzi a noi, che dia a conoscere la forza del terribile, e tremendo tuo braccio,23 Ora, o Signore dei cieli, manda il tuo angelo buono davanti a noi, perchè temano e tremino per la grandezza del tuo braccio
24 Affinchè restino sbigottiti quelli, i quali bestemmiando si muovono contro il tuo popolo santo. Cosi terminò egli la sua orazione.24 e si spaventino quelli che bestemmiando vengono contro il tuo popolo santo ». Tale fu la sua preghiera.
25 Ma Nicanore, e la sua gente si avvicinarono al suono delle trombe, e delle canzoni.25 Mentre Nicànore e la sua gente si avvicinavano con suon di trombe e canti guerreschi.
26 E Giuda co' suoi, invocato Dio coll'orazione, attaccarono la zuffa:26 Giuda e i suoi attaccarono la battaglia dopo avere invocato Dio colle preghiere.
27 E combattendo colla mano, ma pregando Dio col cuore, uccisero niente meno di trenta cinque mila uomini, essendo stati grandiosamente confortati dalla presenza di Dio.27 Combattendo colle mani e pregando Dio coi cuori, stesero al suolo non meno di trentacinque mila uomini, magnificatamente rallegrati dalla presenza di Dio.
28 E mentre pieni di allegrezza se ne tornavano indietro, finita già la battaglia, seppero come Nicanore giaceva colle sue armi prostrato per terra.28 Finita la battaglia, quando pitali di gioia se no tornavano, seppero che Nicanore era caduto collo sue armi.
29 Alzato perciò un grido, e levatosi un grande strepito, benedicevano nel natio linguaggio il Signore onnipotente.29 Allora in mezzo a clamori e tumulto d'eccitazione, colla lingua della patria benedicevano il Signore onnipotente.
30 Ma Giuda sempre pronto di corpo, e di animo a morire pe' concittadini, ordinò, che si tagliasse il capo di Nicanore, e il braccio colla spalla, e si portassero a Gerusalemme.30 Ma Giuda, che era stato sempre pronto nell'anima e nel corpo a morire per i concittadini, ordinò di tagliare il capo di Nicànore, e il braccio colla spalla e di portarli a Gerusalemme.
31 E quando vi fu arrivato, radunati i concittadini, e i sacordoti presso all'altare, chiamò anche quelli, che erano nella cittadella,31 Quando vi fu arrivato, radunò i concittadini e i sacerdoti davanti all'altare, chiamò quelli che erano nella cittadella,
32 E fatto vedere il capo di Nicanore, e la scellerata mano, la quale egli avea stesa verso la casa santa dell'onnipotente Iddio con vantamenti tanto superbi,32 e mostrò loro il capo di Nicànore e la mano scellerata da lui stesa con superbi vanti contro la santa casa del Dio onnipotente.
33 Comandò, che la lingua dell'empio Nicanore fosse tagliata in piccoli pezzi, e gettata agli uccelli; la mano poi dell'insensato fosse appesa dirimpetto al tempio.33 Poi comandò di tagliare in pezzetti la lingua dell'empio Nicànore e di darla agli uccelli, e di appendere la mano di quel folle di faccia al tempio.
34 Allora tutti benedissero il Signore del cielo, dicendo: Benedetto colui, che ha serbato esente da profanazione il suo tempio.34 Allora tutti benedissero il Signore del cielo, dicendo: « Benedetto colui che ha conservata incontaminata la sua dimora ».
35 Egli appese anche il capo di Nicanore sulla cima della cittadella, affin chè fosse visibile, e manifesto segno dell'aiuto di Dio.35 (Giuda) fece appendere il capo di Nicànore sulla cima della cittadella, perchè fosse evidente e manifesto segno dell'aiuto di Dio.
36 Or tutti di comune consenso determinarono, che non fosse in alcuni modo da passarsi quel giórno senza solennità;36 Allora tutti di comune consenso decretarono che in nessuna maniera fosse passato quel giorno senza solennità
37 E che questa solennità si facesse a' tredici del mese chiamato con voce Siriaca Adar, un giorno prima del giorno di Mardocheo.37 e che questa solennità fosse celebrata il tredici del mese, chiamato con voce siriaca Adar, la vigilia del giorno di Mardocheo.
38 Fatte queste cose contro Nicanore essendo stati gli Ebrei da quel tempo in poi padroni della città, io pure qui porrò fine al mio racconto.38 Così andarono le cose riguar­do a Nicànore; e siccome da quel tempo gli Ebrei restarono padroni della città, io pure con queste cose porrò fine al (mio) racconto.
39 Il quale se cammina bene, e come a una storia conviensi, questo io pure bramai; se poi non con tutta dignità, mi si conceda perdono:39 Se questo va bene e come conviene alla storia, sarebbe il mio desiderio, se poi è meno degno, mi si deve perdonare;
40 Perocché siccome il bere o sempre vino, o sempre acqua fa danno, ma diletta il far uso or dell'una, or dell'altro; così il ragionare se è sempre molto limato non sarà gradito ai lettori. Qui adunque farò fine.40 perchè, siccome il bere o sempre vino o sempre acqua fa male, e diletta invece usare alternativamente or l'uno or l'altra, così il racconto uniforme non riuscirà gradito a chi legge. Qui dunque porrò la fine.