Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 11


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Giuda Maccabeo distrugge un esercito grandissimo del feroce Lisia, affidato all'aiuto di un cavaliere spedito dal cielo: per le quali con Licia stabilisce la pace tra’ Giudei e il re: si riferiscano le lettere di Lisia, di Antioco e de’ Romani a‘ Giudei, e di Antioco a Lisia in favore de' Giudei.

1Ma poco dopo Lisia aio del re, e suo parente, che avea il maneggio degli affari, non potendo digerire le botte, che avean ricevute,2Messi insieme ottanta mila uomini, e tutta la cavalleria, si mosse contro i Giudei colla intenzione di prendere la città, e darla ad abitare ai Gentili,3E di fare un buon guadagno sul tempio, come sopra gli altri templi pagani, e sopra il sacerdozio vendendolo ogni anno,4Non riflettendo niente alla possanza di Dio, ma senza prudenza fidandosi nella moltitudine de' fanti, e nelle migliaia di cavalli, e in ottanta elefanti.5Ed entrò nella Giudea, e avvicinatosi a Bethsura, che era in un sito angusto, lontana cinque stadj da Gerusalemme, assalì quella fortezza.6Maccabeo però, e la sua gente subito che intesero come faceasi l'assedio delle fortezze, con sospiri, e lagrime pregavano il Signore insieme con tutto il popolo, che mandasse un buon Angelo a salvare Israele.7E lo stesso Maccabeo prese egli il primo le armi, esortò tutti di altri ad esporsi seco al pericolo, e dar soccorsa a' lor fratelli.8E nel mentre che tutti insieme con animo risoluto uscivano di Gerusalemme, appari innanzi a loro un cavaliere vestito di bianco, con armi di oro, il quale vibrava sua lancia.9Allora tutti insieme benedissero il Signore misericordioso, e preser nuovo coraggio, pronti ad assalire non solò gli uomini, ma anche le bestie più feroci, è di trapassar muraglie di ferro.10Andavan pertanto volonterosamente, avendo il Signore, che gli aiutava dal cielo, e avea di essi pietà.11E scagliatisi impetuosamente a guisa di leoni sopra il nimico, trucidarono undici mila fanti, e mille secentò cavalieri:12E messero in fuga il rimanente; dei quali molti scapparon feriti, e ignudi: e lo stesso Lisia con vergognosa fuga si mise in salvo.13E perché egli non era senza discernimento, considerando dentro di sé il danno sofferto, e conoscendo, che i Giudei appoggiati al soccorso dell'Onnipotente erano invincibili, mandò a trattare con essi:14E promise di condiscendere a tutto quello che fosse giusto, e che averebbe fatto in guisa, che il re diventasse loro amico.15E Maccabeo si prestò alle richieste di Lisia, badando sempre a quello che era utile; e tutto quello, che Maccabeo chiese per iscritto a Lisia in prò de' Giudei, il re lo concesse.16Imperocché questo era il tenore della lettera scritta a' Giudei da Lisia: Lisia al popolo de' Giudei, salute.17Giovanni, e Abesalom mandati da voi avendo rimessa la scrittura hanno domandato, che io mettessi ad effetto le cose, sopra le quali eran venuti a parlarmi.18Io adunque ho esposto al re tutto quello, che poteva a lui rappresentarsi, ed egli ha conceduto quello, che permettevano le circostanze degli affari.19Se adunque voi conserverete negli affari la fede, io anche in appresso procurerò di farvi del bene.20Quanto poi alle altre cose ho data commissione e a questi, e a quelli mandati da me, che di ciascheduna trattino a bocca con voi.21State sani. L'anno cento quarantotto al ventiquattro del mese di Dioscuro.22La lettera poi del re diceva così: Il re Antioco a Lisia fratello, salute.23Dopo che il padre nostro fu trasferito tra gli dei, bramando noi, che i nostri sudditi vivano tranquilli, e attendano ai loro affari.24Abbiam saputo come i Giudei non si piegarono al desiderio del padre mio, il quale volea far loro abbracciare i riti de' Greci, ma vogliono ritenere le lor costumanze, e perciò chiedono a noi, che sia lor conceduto di vivere secondo le loro leggi.25Noi pertanto volendo, che anche questa nazione abbia pace, abbiam determinato, e stabilito, che sia loro restituito il tempio, affinchè osservino i riti de' lor maggiori.26Sarà adunque ben fatto, che tu mandi a fare alleanza con essi, affinchè conosciuta la nostra volontà stiano di buon animo, e provveggano ai loro vantaggi.27La lettera poi del re a' Giudei era di tal tenore: Il re Antioco al senato de' Giudei, e a tutti gli altri Giudei, salute.28Se voi state sani, questo è quello che noi bramiamo; e noi pure stiamo sani.29E venuto da noi Menelao per dirci, che voi volete venire a trovare i vostri che sono presso di noi.30Noi adunque diamo parola di sicurezza a quelli, che faranno il viaggio per fino al di trenta del mese di Xantico,31E sia permesso a' Giudei di usare i loro cibi, e le loro leggi, come per l'avanti; e nissuno di essi sia molestata per ragion delle cose, che sono avvenute per ignoranza.32Abbiam parimente mandato Menelao, il quale la discorrerà con voi.33State sani. L'anno cento quarantotto, ai quindici del mese di Xantico.34I Romani ancora scrissero una lettera in questi termini: Quinto Memmio, e Tito Manilio legati de' Romani, al popolo de' Giudei, salute.35Le cose concedute a voi da Lisia, parente del re, noi pure le concediamo.36Quanto poi a quelle, sopra le quali egli ha stimato di farne parola col re, spedite subito qualcheduno dopo aver discussa la cosa tra voi, affinchè noi risolviamo come meglio conviene a voi: perocché noi andiamo verso Antiochia.37E perciò rispondete subito, affinchè noi pure sappiamo qual è il vostro desiderio.38State sani. L'anno centesimo quadragesimo ottavo ai quindici del mese di Xantico.

Note:

11,21:Del mese di Dioscuro. Questo nome di Dioscuro non si trova tra' mesi de' Greci, e non se ne ha altra notizia.

11,23:Dopo che il padre nostro fu trasferito tragli dei. L'Apoteosi cominciò nell'Oriente, donde passa a' Greci e dipoi a' Romani. Romolo fondatore della città fu annoverato tragli dei dopo la sua morte, e nelle medaglie degli Imperatori nissuna cosa si legge più frequentemente, che l'esaltazione di essi agli onori divini e in vita e dopo morte.

11,30:Del mese di Xantico. Corrisponde parte al nostro aprile e parte al maggio.

11,31:Di usare i loro cibi. Epiphane gli avea crudelmente vessati per far loro mangiare delle cose proibite nella legge.