Scrutatio

Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 9


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Antioco cacciato da Persepoli nel tempo, che medita di sterminare i Giudei, è flagellato da Dio con dolori acerbissimi nele viscere: scaturiscono vermi dal corpo di lui, e un fetore intollerabile: riconosce i suoi delitti, e tardi promette emendazione, e muore com'avea meritata dopo avere scritte lettere a' Giudei, perché fossero fedeli al suo figliuolo.

1Nello stesso tempo Antioco tornò ignominiosamente dalla Persia.2Imperocché essendo entrato in quella che chiamasi Persepoli, tentò di spogliare il tempio, e di opprimere la città; ma il popolo corse all'armi, e i suoi furono sbaragliati, e in tal guisa fuggitosene Antioco tornò indietro con disonore.3E giunto che fu verso Ecbatane intese quello, che era avvenuto a Nicanore, e a Timoteo.4E fuori di se per lo sdegno si pensò di sfugarsi sopra i Giudei degli oltraggi fattigli da quelli, che lo aveano messo in fuga; per la qual cosa ordinò, che il suo cocchio accelerasse, e camminava senza darsi riposo, spronato dalla vendetta del cielo, perché con tanta arroganza avea detto, che andava a Gerusalemme, e che volea farne una sepoltura de' Giudei.5Ma il Signore Dio d'Israele, che tutto vede, lo percosse con piaga insanabile, e invisibile; perocché appena ebbe dette queste stesse parole, lo prese un terribile dolore di viscere, e un acerbo tormento negli intestini:6E ciò molto giustamente, avendo egli con molti, e nuovi tormenti straziate le viscere altrui: né perciò rinunziava egli a' suoi malvagi disegni.7Che anzi pieno d'arroganza spirando fiamme contro i Giudei, e pressando perché si accelerasse il viaggio, ne avvenne, che correndo furiosamente cadde egli dal cocchio, e per la grave percossa se gli scompaginaron tutte le membra.8E quegli che con la superbia si alzava sopra la condizione di uomo, e si credea di comandare anche a' flutti del mare, e di pesare sulla stadera gli alti monti, umiliato adesso fino a terra era portato sopra una sedia, facendo nella propria persona conoscere la possanza di Dio:9Perocché scaturivano vermi dal corpo dell'empio, e di lui che vivea per soffrire cadevano a brani le carni, e il fetore ch'ei tramandava appestava l'esercito:10E colui che poco prima credevasi di avere a toccar col dito le stelle, per l'insoffribil fetore nissuno potea portarlo.11Caduto quindi dalla sua intollerabil superbia cominciò a venire in cognizione del suo essere, illuminato dal gastigo di Dio, accrescendosi di momento in momento i suoi dolori:12E non potendo più egli stesso sopportare il suo fetore, disse: Egli è giusto che l'uomo sia soggetto a Dio, e che un mortale non pretenda agguagliarsi a Dio.13Ma questo scellerato pregava il Signore, da cui non era per impetrare misericordia.14E quella città, verso la quale s'incamminava con tanta fretta per abbatterla fino a terra, e farne una sepoltura di ammontati cadaveri, desidera adesso di rimetterla in libertà:15E que' Giudei, a' quali dicea di non volere neppur concedere sepoltura, ma di dargli in preda agli uccelli di rapina, e alle fiere, e di sterminargli anche co' lor bambini, promette di agguagliarli agli Ateniesi:16E anche di ornare con ricchissimi doni quel tempio, che avea già spogliato, e che avrebbe accresciuto il numero de' vasi sacri, e avrebbe somministrate del suo le spese pei sagrifizj:17E di più che si sarebbe fatto Giudeo, e sarebbe andato attorno per ogni parte della terra magnificando il potere di Dio.18Ma non facendo tregua i dolori (perocché la giusta vendetta di Dio stava sopra di lui), perduta ogni speranza, scrisse a' Giudei in forma di preghiera una lettera di questo tenore:19A' Giudei ottimi cittadini salute, sanità, e felicità, il re, e principe Antioco.20Se voi, e i vostri figliuoli siete sani, e tutte le cose vostre camminan felicemente, noi ne rendiamo grazie.21E io trovandomi ammalato, avendo amorevole memoria di voi, sorpreso nel ritornare di Persia da questo grave malore ho stimato necessario di provedere alla comune utilità:22Non dandomi per disperato, ma confidando di scampare da questo male:23E riflettendo, che anche il padre mio nel tempo che andava coll'esercito nelle provincie superiori dichiarò chi dovesse dopo la sua morte regnare;24Affinchè ove qualche contrario accidente sopravvenisse, o accadesse qual che difficile affare, sapendo quelli, che stanno in questo, o in quel paese a chi fosse rimessa la cura delle cose più importanti, non si turbassero;25E considerando ancora, come ciascuno dei confinanti, e vicini possenti sanno aver l'occhio alle opportunità, e stanno aspettando gli eventi, ho designato re il mio figliuolo Antioco, il quale io più volte nel portarmi verso le superiori provincie raccomandai a molti di voi, e a lui ho scritto quanto segue.26Io pertanto vi prego, e vi scongiuro, che ricordevoli de' benefizj e comuni, e privati ognuno di voi serbi fede a me, e al mio figliuolo.27Perocché ho fidanza, che egli si diporterà con moderazione, e umanità, e seguendo le mie intenzioni sarà vostro l'autore.28Cosi adunque quell'omicida, e bestemmiatore da orrenda piaga percosso, nella stessa guisa che avea trattati gli altri, in lontano paese sulle montagne finì con miseranda morte la vita.29E Filippo suo fratello di latte trasportò il suo corpo, e temendo del figliuolo di Antioco se n'andò nell'Egitto da Tolomeo Filometore.

Note:

9,2:Essendo entrato in quella, che chiamasi Persepoli, tentò di spogliare il tempio, e di opprimere la città; ec. Persepoli probabilmente è qui posta per nome della provincia, nella quale era divenuta città primaria Ellmaide, dopo che la città di Persepoli fu abbruciata da Alessandro. Così non sarebbe qui nominata la città, il cui tempio Antioco volea saccheggiare, la qual città sappiamo, che fu Elimaide, I. Machab. VI. I

9,15:Promette di agguagliarli agli Ateniesi. Prometteva di dare a' Giudei la permissione di vivere secondo le loro leggi, e tutti i privilegi, de' quali godevano gli Ateniesi.

9,28:Sulle montagne finì... la vita. Mori a labes nella Persia per testimonianza di Polibio e di s. Girolamo in Dan. XI., i quali parimente convengono in asserire, che egli qualche tempo prima di morire, divenne forsennato, affetto da' rimorsi della coscienza e della memoria delle terribili crudeltà usate principalmente contro gli Ebrei.

9,29:Filippo... trasportò il suo corpo, e temendo ec. A Filippo avea Epiphane rimesso il diadema, l'anello reale, e il manto da portare al figliuolo, e avea dichiarato lo stesso Filippo aio del giovinetto re e governatore del regno: ma Lisia avuta per tempo nuovo della morte di Epiphane, fece stabilimente riconoscere Antioco, e si fece dichiarare Reggente del regno. Così Filippo vedendo come non si teneva conto dell'ultima volontà d'Ephiphane, non credette, che fosse cosa sicura per lui il presentarsi alla corte del nuovo re, e se n'andò nell'Egitto.