Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 13


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Menelao Giudeo disertore è messo a morte per ordine di Antioco: ma questi essendo andato con grandissimo esercito contro i Giudei, vinto una, e due volte, e perdute molte migliaia di soldati, e ribellandosi contro di lui Filippo, chiede in grazia la pace co' Giudei, e la stabilisce con giuramento, avendo offerto sagrifizio nel tempio, e creato Giuda principe di Tolemaide.

1L'anno cento quarantanove Giuda intese come Antioco Eupatore veniva con gran gente contro i Giudei,2E con lui Lisia tutore, che aveva il maneggio degli affari, che avea seco cento dieci mila fanti, e cinque mila cavalli, e ventidue elefanti, e cocchi falcati trecento.3E si mischiò con essi anche Menelao, e con grande artifizio cercava di placare Antioco non perché amasse la salute della patria, ma sulla speranza di esser messo in possesso del principato.4Ma il Re de' regi voltò il cuore di Antioco contro quel peccatore, e avendogli Lisia rappresentato come quegli era la causa di tutti i mali, il re comandò, che lo prendessero, e lo facessero morire in quello stesso luogo secondo la loro consuetudine.5Era nel luogo stesso una torre di cinquanta cubiti, piena tutta d'una gran massa di cenere: di li vedeasi (solo) il precipizio:6Ordinò, che di li quel sacrilego fosse gettato nella cenere, dandogli tutti la spinta per farlo perire.7Con tal legge dovette morire il prevaricator della legge Menelao, senza che fosse seppellito nella terra.8E ciò molto giustamente; perocche avendo egli commessi molti delitti contro l'altare di Dio, il di cui fuoco, o la cenere son cose sante, fu egli condannato a morire nella cenere.9Ma il re veniva con animo furibondo per farsi conoscere a' Giudei più cattivo del padre suo.10Le quali cose avendo sapute Giuda ordinò al popolo, che invocasse di e notte il Signore, affinchè come in tutte le altre occasioni, così adesso gli aiutasse:11Come quelli, che temevano di aver a perdere e la legge, e la patria, è il tempio santo; e non permettesse, che restasse soggetto di nuovo alle bestemmiatrici nazioni quel popolo, che poco prima avea cominciato alcun poco a respirare.12E cosi avendo fatto tutti d'accordo, e implorata la misericordia del Signore, con lagrime, e digiuni, prostrati per terra per tre interi giorni, Giuda gli esortò a mettersi all'ordine.13Ed egli col parer de' seniori risolvè di uscire in campagna prima che il re si accostasse coll'esercito alla Giudea, e si rendesse padrone della città; e di rimettere al Signore l'esito dell'affare.14Rassegnatosi adunque totalmente alle disposizioni di Dio Creatore dell'Universo, ed esortati i suoi a combattere virilmente, e a difendere sino alla morte le leggi, il tempio, la città, la patria, e i cittadini, si accampò coll'esercito vicino a Modin.15E dato per segno a' suoi la vittoria di Dio, fatta una scelta della più robusta gioventù, assalì di notte tempo il quartiere del re, e uccise nel campo quattro mila uomini, e il più grande degli elefanti con quelli, che gli stavan sopra:16E riempiuti di terrore, e di scompiglio gli alloggiamenti, dopo sì felice impresa si ritirarono.17E ciò fu fatto al primo spuntare del giorno, assistendoli Dio colla sua protezione.18Ma il re dopo aver fatto saggio dell'audacia de' Giudei, cercava con arte di impadronirsi de' posti scabrosi:19E si accostò coll' esercito a Bethsura, la quale era una fortezza de' Giudei ben munita: ma era rispinto, trovava inciampi, scapitava.20E Giuda mandava a que' di dentro ciò che lor bisognava.21Ma un certo Rhodoco nell'esercito de' Giudei faceva la spia a' nemici, ma fu cercato, e si trovò, e si messe in prigione.22E il re parlamentò di nuovo con quelli, che erano in Bethsura, e data loro la sua parola, e ricevuta la loro, se n' andò:23Venne alle mani con Giuda, e fu vinto. Indi avendo saputo come si era ribellato Filippo lasciato in Antiochia al maneggio degli affari, perdutosi di animo si raccomandò a' Giudei, e si umiliò ad essi, e giurò tutto quello che parve giusto, e fatta la riconciliazione offerse sagrifizio, rendè onore al tempio, e gli fece dei doni:24Abbracciò Maccabeo, e lo fece governatore, e principe da Tolemaide fino ai Gerreni.25Ma essendo Antioco arrivato a Tolemaide, quei cittadini erano molto malcontenti di quelle convenzioni, e di quella amicizia, con paura, che di dispetto non rompessero la confederazione.26Allora Lisia salì sulla tribuna, e avendo renduto conto dell'affare, calmò il popolo, e se ne tornò ad Antiochia. Tal ebbe fine il viaggio, e il ritorno del re.

Note:

13,2:Cento dieci mila fanti, ec. Havvi diversità tral numero dei fanti, de' cavalieri e degli elefanti notati in questo luogo, e quello, che è registrato 1. Machab. VI. 30., ne quivi è fatta menzione, de' carri: ma bisogna osservare, che quell'armata era composta di molte nazioni, e di truppe ausiliarie, che venivano da varii paesi, le une prima, le altre dopo, onde in diversi giorni dovette essere diverso il numero de' soldati a piedi e a cavallo, come anche degli elefanti, e qualche parte dell'esercito esser talora lasciata indietro, talora unita con esso. Quanto a' carri dobbiam credere supplita in questa luogo l'omissione fatta nel capo VI del primo libro.

13,3:E con grande artifizio cercava ec. Menelao che non avea potuto finora godere del pontificato, che avea comprato da Epiphane, mostrando affetto per la patria, pensava infatti solo al proprio interesse. Quindi pregava Eupatore a perdonare alla nazione, e di punir solo i capi, che non gli erano obbedienti, intendendo Giuda et in telli, i quali non gli permettevano di stare in Gerusalemme.

13,5:Era nel luogo stesso una torre ec. il supplizio di Menelao secondo Giuseppe seguì dopo che il re fu tornato dalla sua spedizione Giudaica, lo che sembra piu verisimile; ma il sacro storico lo racconta in questo luogo, perchè avea principiato a discorrere de' tentativi fatti dallo stesso Menelao per indurre, il re a sfogar il suo sdegno contro il solo Giuda e i suoi fautori, onde, descrive qui la fine, che ebbero tutte le trame del cattiv'uomo. Il supplizio della cenere fu inventato sotto Dario figliuolo di Istaspe, ed è descritto da Valerio Massimo. Empievano di cenere un luogo chiuso da alte mura: una trave mettevasi in cima, che arrivava da una muraglia all'altra, sopra la quale poneasi il reo dopo averlo fatto mangiare e bere assai bene, onde ben presto la sola vista del precipizio lo facea cadere nella cenere, la cui restava affogato.

13,23:Avendo saputo come si era ribellato Filippo ec. vedi I. Machab. VI. 33., ec.

13,24:Fino ai Gerreni.O sia Geraseni, cioè fino al paese di questi verso l'Egitto.

13,25:Quei cittadini erano molto malcontenti di quelle convenzioni, e di quella amicizia, con paura ec. Non volevano essere soggetti a un governatore Giudeo, avendo molta antipatia contro quella nazione.