Scrutatio

Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 14


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A suggestione di Alcimo, che era stato privato del sommo Sacerdozio, Nicanore mandato dai re Demetrio nella Giudea udite le azioni grandi di Giuda, stringe con esso amicizia, ma rottala dipoi per ordine del re, non potendo aver nelle mani Giuda minaccia la rovina del tempio, e cerca di metter le mani addosso al magnanimo vecchio Razia, il quale vedendosi in procinto di esser preso dai nemici eletti piuttosto con animo costantissimo di darsi la morte, che soffrire indegnità dai nemici, sopra i quali getta le sue interiora.

1Ma di lì a tre anni Giuda, e i suoi intesero come Demetrio figliuolo di Seleuco con grosso esercito, e con molte navi sbarcato al porto di Tripoli era andato ad occupare dei posti importanti.2E aveva occupate varie regioni a dispetto di Antioco, e di Lisia.3Ma un certo Alcimo, che era state sommo Sacerdote, ma volontariamente si era contaminato nei tempi della confusione, considerando non esservi più salute per lui, né accesso all'altare,4Andò a trovare il re Demetrio l'anno cento cinquanta, offerendogli una corona d'oro, e una palma, e oltre a ciò dei ramoscelli d'ulivo, i quali parerà che fossero del tempio: e per allora non disse nulla.5Ma trovato un tempo opportuno alla sua stoltezza, essendo stato chiamato in consiglio da Demetrio, ed essendo interrogato qual fosse il sistema de' Giudei, e con quali consigli si reggessero,6Rispose: Que' Giudei, che hanno il nome di Assidei, che hanno per caporione Giuda Maccabeo, nutriscon la guerra, e muovono le sedizioni, e non permettono, che il regno abbia pace:7E io pure spogliato della dignità dei miei maggiori, voglio dire del sommo Sacerdozio, son venuto qua:8Primieramente per essere fedele alle convenienze del re, in secondo luogo ancora per fare il bene de' miei concittadini, imperocché non piccole vessazioni patisce tutta la nostra nazione per la malvagità di coloro.9Ma tu, o re, per la tua bontà a tutti notissima, informato di ciascheduna di queste cose provvedi al paese, e alla nazione:10Imperocché sino a tanto che Giuda sarà al mondo non è possibile, che vi sia pace.11Dopo ch'egli ebbe dette tali cose, anche tutti gli amici, che nutrivano odio contro di Giuda, riscaldaron Demetrio.12Ed egli mandò subito per capitano nella Giudea Nicanore, il quale aveva il comando sopra gli elefanti:13Dando a lui commissione di prender vivo Giuda, di dispergere la gente, che era con lui, e di mettere Alcimo in possesso del sommo Sacerdozio del massimo tempio.14Allora i Gentili fuggiti dalla Giudea per timore di Giuda, si unirono a branchi con Nicanore, tenendo per propria felicità le miserie, e le rovine de' Giudei.15I Giudei pertanto, saputo l'arrivo di Nicanore, e l'unione de' Gentili con esso, sparso il capo di terra pregavan colui, il quale avea fondato quel suo popolo per conservarlo eternamente, e il quale avea protetta con evidenti miracoli la sua eredità.16E secondo l'ordine del condottiere si mossero immediatamente, e si adunarono al castello di Dessau.17Ma Simone fratello di Giuda essendo venuto alle mani con Nicanore, si atterri per essere sopì aggiunti improvvisamente altri nemici.18Contuttociò Nicanore informato del valore de' soldati di Giuda, e della grandezza d'animo, colla quale combattevano per la patria, non ardiva di decidere la contesa colla spada.19Per la qual cosa mandò innanzi Posidonio, e Teodozio, e Mattia a portar le parole, e riferir le risposte.20E tenutosi lungo consiglio sopra tal materia, e lo stesso condottiere avendone dato conto al popolo, fu concorde parere di tutti, che si accettasse la pace.21Per la qual cosa stabilirono il giorno, nel quale i capitani conferissero tra di loro segretamente, e furono portate, e messe le sedie per l'uno, e per l'altro.22Ma Giuda avea comandato, che stesse un numero di soldati in luoghi opportuni, affinchè non potessero i nemici improvvisamente far qualche male: ma il colloquio passò bene.23Indi Nicanore si fermò a Gerusalemme, e non fece cosa contro ragione, e licenziò quei branchi di gente, che si erano raunati.24Egli amava sempre Giuda di cuore, essendo inclinato verso la sua persona.25E lo pregò che si ammogliasse per avere figliuoli; celebrò le sue nozze, si mantenne tranquillo, e viveano familiarmente.26Ma Alcimo veggendolo scambievole affetto, che era tra loro, e i patti onde erano convenuti, andò a trovar Demetrio, e gli disse, che Nicanore favoriva gli interessi degli altri, e avea dato a lui per successore Giuda, il quale aspirava a regnare.27Onde esasperato il re, e per le calunnie orribili di colui altamente sdegnato scrisse a Nicanore facendogli sapere, che non volea sentir parlare del trattato di amicizia, ma ordinava subito mandasse Giuda incatenato ad Antiochia.28Intese tali cose Nicanore ne restò grandemente commosso, e non poteva soffrire di avere ad annullare quello, che era stato convenuto, senza aver ricevuto verun torto da quell'uomo:29Ma non potendo disubbidire al re, attendeva l'opportunità per eseguire i comandi.30Maccabeo però osservando che Nicanore se gli mostrava più sostenuto, e nelle usate visite lo trattava con qual che durezza, comprese, che quella durezza non indicava nulla di buono, e messo insieme un piccol numero de' suoi, si tenne nascosto a Nicanore.31Or questi quand'ebbe riconosciuto, che l'altro lo avea giudiziosamente prevenuto, si portò al massimo, e santissimo tempio in tempo che i sacerdoti offerivano le vittime consuete, e ordinò loro, che gli consegnassero quell'uomo:32E affermando quelli con giuramento di non sapere dove si fosse quegli ch'ei ricercava, stesa la mano verso il tempio,33Giurò, e disse: Se voi non mi darete nelle mani Giuda legato, io agguaglierò al suolo questo tempio di Dio, e distruggerò l'altare, e consagrerò qui un tempio a Bacco.34E detto questo se n'andò: Ma i sacerdoti stendendo al cielo le mani invocavan colui, che era stato mai sempre il difensore della loro nazione, e dicevano:35Tu Signore dell'universo, che di nulla abbisogni, tu volesti avere tra noi un tempio per tua abitazione.36Or tu, Santo de' Santi, padrone di tutte le cose, conserva in eterno in contaminata questa casa, la quale poco tempo fa è stata purificata.37Fu accusato davanti a Nicanore un certo Razia de' seniori di Gerusalemme, uomo amante della patria, e molto riputato, il quale pel suo affetto era chiamato il padre de' Giudei.38Questi in molte occasioni si era mantenuto incontaminato, e costante nel Giudaismo, ed era pronto a dare il corpo, e la vita per mantener la perseveranza.39E Nicanore per dimostrare l'odio, che avea contro i Giudei, mandò cinquecento soldati a prenderlo:40Perocché si credeva, che ove lo avesse sedotto, avrebbe fatto un grandissimo male a' Giudei.41Or mentre quella turba di soldati tentavano di sforzare la casa, e di spezzare la porta, e di appiccarvi il fuoco, stando egli li per esser pigliato, si diede un colpo di spada,42Eleggendosi di piuttosto morire gloriosamente, che essere soggetto ai peccatori, ed essere strapazzato con oltraggi indegni della sua nascita.43Ma non essendo stato mortale il colpo, ch'ei si era dato in quella fretta, ed entrando a furia la turba nella casa, corse animosamente alla muraglia, e si precipitò addosso alla turba:44E quegli immantinente gli fecer luogo, perché non venisse sopra di loro; ed egli diede colla testa sul pavimento:45E respirando tuttora, pieno di spiriti ardenti si rialzò, e benché versasse in gran copia il sangue dalle sue mortali ferite, passò correndo per mezzo alla turba:46E standosi sopra un sasso isolato, essendo già senza sangue, prese colle sue mani le proprie viscere, le gettò sopra quella gente, invocando il Signore della vita, e dello spirito, affinchè quelle rendesse a lui un'altra volta; e in tal guisa fini di vivere.

Note:

14,1:Di li a tre anni. Dalla purificazione e dedicazione del tempio. Intorno a quello che qui si racconta, vedi 1. Machab. VII.

14,3:Un certo Alcimo, ec. Vedi I. Machab. VII. 6. Si chiamano tempi di confusione quelli della persecuzione di Epiphane contro gli Ebrei. Alcimo si era renduto senza combattere.

14,6:Che hanno il nome di Assidei. Erano i piu zelanti difensori della legge. Vedi I. Machab. n. 42.. VII. 12.19.

14,37:Fu accusato... un certo Razia. Fu accusato come fautore di Giuda, e zelatore grandissimo della legge.

14,41-42:Si diede un colpo di spada, eleggendosi ec. La virtù di quest'uomo lodata in questo stesso luogo, r. 37. 38.. ha fatto si che non solo gli Ebrei, ma anche parecchi moderni Interpreti abbian fatto ogni sforzo per iscusare la violenta risoluzione, ch'ei prese di uccidersi per non essere soggetto ai peccatori, e non essere strapazzato con oltraggi indegni della sua nascita: imperocchè tali secondo la Scrittura furono i motivi che lo indussero a darsi la morte. Ma checché dicansi i difessori di Razia, tutti quelli che sono abbastanza istruiti dalle massime del Vangelo dovean riconoscere come legittimo e vero il giudizio che di tal fatto fu già formato da s. Agostino lib. II. conf. duas ep. Gaud. cap. 23. Egli adunque dice cosi: In qualunque modo s'intendano le lodi date alla vita di Razia, la morte di lui non fu lodata dalla Sapienza divina, perchè la stessa morte non ebbe la pazienza, che conviene a' servi di Dio. E alquanto sopra: Egli dovea far quello che nella stessa Scrittura raccontasi aver fatto a esortazione della madre que' sette fratelli; preso e messo a' to menti dovea sopportarli, e con'umiltà conservar la pazienza. E in un altro luogo sta scritto: Non ucciderai l'innocente e il giusto: Se Razia non fu giusto, né innocente, non può essere proposto per esempio da imitare; se fu innocente e giusto, per qual motivo l' uccisore dell'innocente e del giusto si crede degno di laude? A questo giudizio di s. Agostino seguitato anche da S. Tommaso, mal può opporsi il fatto di Sansone lodato nella Scrittura, e quello di alcune vergini Cristiane, le quali per salvare la castità si annegarono, la memoria delle quali è in onore della Chiesa: imperocchè in questi fatti si riconobbe un particolar istinto dello spirito del Signore, ma da simile istinto non si ha indizio che fosse mosso Rozia; anzi egli è certamente impossibile, che lo Spirito Santo indica un uomo a darsi la morte per fuggire gli strapazzi e gli oltraggi, ne' quali la vera pietà riconosce una messe abbondante di gloria per la vita avvenire.