Scrutatio

Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 2


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Geremia poco avanti la cattività di Babilonia diede a quelli, che mutavan paese il fuoco, e la legge di Dio sopra quel monte, su di cui è salito Mosè vide la terra di promissione, ascose il tabernacolo, e l'arca, e l'altare dell'incenzo, affnchè ivi stettero fino al ritorno del popolo dalla cattività. Si toccano alcuni fatti di Mosè, e di Salomone. Delle gesta di Giuda Maccabeo, e de' suoi fratelli, intorno alle quali si restringono in questo solo libro i cinque volumi di Giasone Cireneo.

1Leggesi negli scritti del profeta Geremia, com'egli ordinò a quelli, che erano condotti in altro paese, che prendessero il fuoco nella maniera, che si è detto, e diede avvertimenti a questi, che erano menati altrove.2E diede loro la legge, affinchè non si scordassero de' comandamenti del Signore, e non cadessero in errore alla vista de' simolacri d'oro, e d'argento, e della loro pompa.3E con altre simili ammonizioni gli esortava a non rigettare dal cuor loro la legge.4E nelle scritture stesse si conteneva come il profeta per avviso datogli da Dio, ordinò, che il tabernacolo, e l'arca andasser seco, fino che arrivò a quel monte, sul quale sali Mosè, e donde vide l'eredità di Dio:5E giunto colà Geremia trovò una caverna, e vi ripose dentro il tabernacolo, e l'arca, e l'altare degli incensi, e ne accecò l'ingresso.6E alcuni di quelli, che lo seguivano si avvicinarono per notare il luogo, ma non poteron poi rinvenirlo.7E quando Geremia seppe tal cosa gli sgridò, e disse: Il luogo sarà ignoto, fino a tanto che Dio riunisca tutto il popolo, e faccia misericordia.8E allora il Signore manifesterà tali cose, e apparirà la Maestà del Signore, e verrà la nuvola, quale fa veduta da Mosè, e quale apparve allorché Salomone domandò che il tempio fosse consagrato al grande Iddio.9Perocché egli fece grandiosa mostra di sua sapienza, e come sapiente offerse il sagrifizio della dedicazione, e santificazione del tempio.10Come Mosè fece orazione al Signore, e scese fuoco dal cielo, e consumò l'olocausto; così ancor Salomone fece orazione, e scese fuoco dal cielo, e consumò l'olocausto.11E Mosè disse: Non è stato mangiato quello, che fu offerto per lo peccato, ma è stato consunto dal fuoco.12Salomone parimente celebrò per otto giorni la dedicazione.13E queste stesse cose erano registrate negli scritti, e ne' commentarj di Nehemia, dove dicesi come egli formò la biblioteca, e radunò da tutte parti i libri e de' profeti, e di David, e le lettere dei re, e dei loro doni.14Slmilmente anche Giuda rimesse insieme tutto quello, che si era smarrito nel tempo della guerra, che sostenemmo, e tutto questo si trova presso di noi.15Se voi pertanto desiderate queste cose, mandate persone, che a voi le portino.16Essendo adunque noi per celebrare la festa della purificazione, ve ne abbiam dato avviso, e voi ben farete, se fa rete festa per que' giorni.17E Dio, il quale ha liberato il suo popolo, e ha renduto a tutti la loro eredità, e il regno, e il sacerdozio, e il luogo santo,18Conforme avea promesso nella legge, abbiamo speranza, che ben presto farà a noi misericordia, e ci riunirà da quanti luoghi sono sotto del cielo, nel luogo santo.19Perocché da grandi pericolo egli ci ha liberati, ed ha purificato il luogo santo.20Quello poi che riguarda Giuda Maccabeo, e i suoi fratelli, e la purificazione del gran tempio, e la dedicazione dell'altare,21E le guerre avvenute sotto Antioco l'illustre, e sotto il suo figliuolo Eupatore,22E i segni veduti in cielo favorevoli a quelli, che valorosamente combatterono per la nazione Giudea, talmente che essendo in piccol numero liberarono il paese, e posero in rotta la moltitudine de' barbari,23E ricuperarono il tempio più celebre, che sia al mondo, e la città messero in libertà, e alle leggi abolite rendettero l'osservanza, rendutosi propizio ad essi il Signore, che tutto rimesse in calma,24Queste cose comprese in cinque libri da Giasone di Cirene, ahbiam noi tentato di restringere in un solo volume.25Perocché considerando noi la moltitudine de' libri, e la difficoltà, che nasce dalla moltiplicità delle cose per quelli, che bramano di internarsi nei racconti istorici,26Abbiam proccurato, che quelli, che amano di leggere abbiano onde con tentar l'animo loro; gli studiosi poi possano più facilmente imprimer le cose nella memoria, e tutti i lettori se ricevano utilità.27Ma quanto a noi, intraprendendo di formare un tal compendio, non leggera fatica abbiamo assunta, ma anzi un lavoro, che molta preparazione richiede, e sudore.28Ma imitando coloro, che preparano un convito, e cercano di incontrare il gusto altrui per ingrazianirsi con molti, di buon animo prendiamo questa fatica.29La verità di ciascuna cosa noi la rimettiamo agli autori; ma noi del dato disegno formeremo l'abbozzo.30Imperocché siccome all'architetto, che fa una nuova casa, si appartiene l'aver cura di tutta la fabbrica, quegli poi, che si studia di darne il disegno deve cercare quello, che atto sia a darne l'idea: nella stessa guisa fa d'uopo giudicare di noi.31Imperocché all'autor di una storia sì conviene il raccogliere la materia, e ordinare il racconto, e l'internarsi minutamente in tutte le circostanze;32Ma a chi fa un compendio si dee concedere, ch'egli si attenga alla brevità nel suo dire, e schivi le ampliazioni de' racconti.33Qui adunque darem principio al racconto, contenti di questo solo esordio; perocché stolta cosa sarebbe il diffondersi avanti all'istoria, e nella storia stessa restringersi.

Note:

2,4:A quel monte, sul quale sali Mosè. Egli è il monte Nebo celebre per la morte e per la sepoltura di Mosè, Deut. XXXII. 49. Geremia era molto amato e rispettato da Nabuzardan capitano generale dei Caldei, da cui pote ottenere la permissione di nascondere l‘arca e le altre cose prima che Nubuchodonosor ordinasse, che fosse incendiato e distrutto il tempio. Non si ha argomento sufiiciente per poter dire, che l’arca, o alcuna delle altre cose nascoste da Geremia si ritrovassero, e fossero rimesse nel tempio dopo il ritorno dalla cattività. Quelle parole di Geremia riferite nei versetti 7., e 8., il luogo sarà ignoto fino a tanto che Dio riunisca tutto il suo popolo, ec. se doveano intendersi dello scoprimento dell’arca nella riunione degli Ebrei già dispersi nella caldea, e ricondotti di poi a Gerusalemme, per tal motivo non accenna qui il sacro Storico, che l’arca elfettivamente erasi ritrovata ed era al suo luogo nel tempio? Ma nulla di questo si dice; anzi la tradizione antica dei Padri e de’ medesimi Ebrei ci persuade, che l'arca e le tavole della legge, che s‘erano dentro, non furono mai nel secondo tempio.

2,7-8:Il luogo sarà ignoto ec. Ecco come esponga questo luogo s. Ambrogio, Offic. lib. III. cap. 17. Noi reggiamo il popolo, che era disperso, riunito in una stessa Chiesa, noi abbiamo ottenuto misericordia dal Signore Dio nostro, e il perdono meritato a noi da Cristo co' suoi patimenti, e non possiamo non conoscere il fuoco santo dopo che abbiam letto, che il Signore battezza col fuoco

2,9-10:Fece grandiosa mostra di sua sapienza. La sapienza grandisima, di cui Dio lo avea arricchito, Salomone la fe' vedere nella fabbrica della casa di Dio, e in tutto quello che riguardava il culto della religione; e riconoscendo, che per ispeciale favore divino era egli stato eletto a far tali cose, da quel saggio, che era, offerse sacrifizio di ringraziamento e di gratitudine al Signore, in dedicando e consacrando a lui lo stesso tempio. Quindi siccome nella dedicazione del tabernacolo di Mosè scese il fuoco dal cielo, cosi nella dedicazione del tempio di Salomone. Vedi Levit. IX. 23 24., 2. Paral. VII. I.

2,11:Mosè disse: Non e' stato mangiato ec. Nel tempo della dedicazione del tabernacolo Aronne non mangiò la sua parte dell'ostia per lo peccato, ma la lascio consumare dal fuoco, come si legge. Levit. X. 16. 17. Mosè ne fece doglienza con Aronne, lo che fa vedere la somma attenzione di Mosè per tutto quello che concerneva il culto di Dio.

2,12:Salomone parimente celebrò ec. Salomone a imitazione di Mosè celebrò per otto giorni la dedicatione della casa di Dio.

2,13:Queste stesse cose erano registrate negli scritti... di Nehemia. Questi scritti di Nehemia si sono perduti. Com' egli formò la biblioteca ec. I libri in que' tempi costavano assai ad averli bene scritti e corretti; onde non sia meraviglia, se dopo la cattività appena si trovasse chi avesse una raccolta completa e perfetta di tutti i libri santi e di tutte le antiche memorie. Nehemia (credesi per consiglio di Esdra) formò la libreria sacra; e nello stesso tempo fu fissato il numero de' libri accettattce venerati come canonici dalla Chiesa Giudaica, determinazione, che fu risoluta in una generale adunanza, a cui e Nehemia e lo stesso Esdra si trovaron presenti.
E le lettere de' re e de' loro doni. Le lettere di Ciro, di Dario, di Artaserse, di Assuero, ec. monumenti di grande importanza per la nazione, e quelle lettere, nelle quali erano registrati i donativi fatti dai medesimi re al tempio. Alcune di queste lettere sono ne' libri di Esdra.

2,14:Similmente anche Giuda, ec. Giuda Maccabeo raccolse, e rimesse insieme i libri santi divenuti rari nella persecuzione di Epiphane, quando i nemici di Dio e del popolo Ebreo laceravano e abbruciavana gli stessi libri, I. Maccab. I. 59.

2,15:Se voi pertanto ec. Offeriscono gli Ebrei di Gerusalemme a quelli di Egitto i monumenti posteriori alla gran raccolta di Nehemin, e non compresi nella versione Greca fatta sotto Tolomeo Filadelfo.

2,16:La festa della purificazione ec. Ella è la stessa tev sta, che e detta de' tabernacoli, cap. I. 9. 18.

2,18:Abbiamo speranza, che ben presto ci riunirà ec. Sembra, che si accenni la generale liberazione e la esaltazione del popolo Ebreo aspettata sotto il venturo Messia.

2,20:Quello poi che riguarda Giuda Maccabeo ec. Qui viene lo scrittore di questa libro a spiegare l'argomento di sua storla, che è il compendio di un'opera maggiore scritta da un Ebreo chiamato Giasone nativo della provincia di Cirene, provincia confinante coll'Egitto, nella quale gli Ebrei erano in grandissimo numero.

2,29:La verità di ciascuna casa noi la rimettiamo agli autori. Il Greco legge: La esatta discussione di tutte le cose la lasciamo all'autore. Ma seguendo anche la lezione della nostra volgata, il senso non varia gran fatto. Noi (dice lo Scrittore sacro) non porrem cura, né fatica per confermare e stabilire la verità delle narrazioni, i torno alla qual verità ci fidiamo interamente dell'autore degnissimo di ogni fede. Tale è certamente il senso di queste parole, quando non volesser gli Eretici, i quali negano al nostro storico l'autorità di Scrittore sacro, negargli ancora l'uso della ragione. Imperocchè qual e l'uomo, che riducendo in compendio la storia di un altro autore, volesse dire, sul bel principio, che nulla a lui preme, se quello che nella storia contiensi sia vero o falso, perché ei mette le cose tali quali le ha trovate? Ma s'egli dice, che conoscendo la diligenza e la probità dell'autore principale, e la studio che questi pose nel non iscrivere se non il vero, a lui ha egli creduto, allora il sentimento sarà giusto e degno di uno scrittore saggio.

2,30:Siccome all'architetto ec. Qui lo storico con molta modestia paragona Giasone, a un architetto che fabbrica una gran casa, se stesso poi paagona ad uno, che della stessa casa voglia dare il disegno, il primo dee pensare a tutte le parti della casa, e disporla, e ordinarla, mettendo ciascuna parte al suo sito, e delle parti tutte formandone un bel complesso; il secondo ha un' incumbenza assai piu ristretta, bastando a lui di mettere in vista quello, che serva per dare della stessa casa un'idea. Tale, se mal non m' appongo, è il senso di questa luogo, sopra del quale molte inutili cose, e disparate si sono scritte.