Scrutatio

Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Giona 2


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1Ma il Signore dispose che un grosso pesce inghiottisse Giona; Giona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti.2Dal ventre del pesce Giona pregò il Signore, suo Dio,3e disse:
«Nella mia angoscia ho invocato il Signore
ed egli mi ha risposto;
dal profondo degli inferi ho gridato
e tu hai ascoltato la mia voce.
4Mi hai gettato nell’abisso, nel cuore del mare,
e le correnti mi hanno circondato;
tutti i tuoi flutti e le tue onde
sopra di me sono passati.
5Io dicevo: “Sono scacciato
lontano dai tuoi occhi;
eppure tornerò a guardare il tuo santo tempio”.
6Le acque mi hanno sommerso fino alla gola,
l’abisso mi ha avvolto,
l’alga si è avvinta al mio capo.
7Sono sceso alle radici dei monti,
la terra ha chiuso le sue spranghe
dietro a me per sempre.
Ma tu hai fatto risalire dalla fossa la mia vita,
Signore, mio Dio.
8Quando in me sentivo venir meno la vita,
ho ricordato il Signore.
La mia preghiera è giunta fino a te,
fino al tuo santo tempio.
9Quelli che servono idoli falsi
abbandonano il loro amore.
10Ma io con voce di lode
offrirò a te un sacrificio
e adempirò il voto che ho fatto;
la salvezza viene dal Signore».
11E il Signore parlò al pesce ed esso rigettò Giona sulla spiaggia.

Note:

Gn 2,1:un grosso pesce: su questo pesce, e più generalmente sui prodigi accumulati dall'autore di Giona, vedi l'introduzione ai profeti: Giona.

Gn 2,3-11:Questo cantico, mosaico di testi desunti da salmi diversi, ha la struttura abituale dei salmi di ringraziamento: menzione delle angosce passate, racconto della liberazione. I salmisti paragonano i grandi pericoli alla morte e la liberazione a una risurrezione; così anche qui (cf. vv 6.7.8). Il mare, originariamente nemico di Dio (cf. Gb 7,12+), è considerato come il regno della morte o, se non altro, come il sentiero che ad essa conduce. Si comprendono perciò le espressioni così forti di questo cantico, e anche il fatto che l'avventura di Giona sia stata presentata da Gesù (Mt 12,40; Lc 11,30), come la figura del proprio soggiorno «nel cuore della terra» (lo sheol piuttosto che la tomba, cf. Gn 2,2-3). Il regno della morte appare allora come un mostro vorace, che non può trattenere Gesù e lo rigetta al momento della risurrezione . L'analogia tra il battesimo del cristiano e la risurrezione del Cristo ha portato a utilizzare nello stesso senso la figura di Giona nella tipologia battesimale.

Gn 2,5:eppure tornerò a guardare: con il TM; BJ congettura: «come contemplerò ancora?».

Gn 2,7:radici dei monti: designano forse il fondo del mare (sul quale si pensava poggiasse la terra).