Scrutatio

Domenica, 28 aprile 2024 - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi)

Cantico 4


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BIBBIA CEI 2008NOVA VULGATA
1 Quanto sei bella, amata mia, quanto sei bella!
Gli occhi tuoi sono colombe,
dietro il tuo velo.
Le tue chiome sono come un gregge di capre,
che scendono dal monte Gàlaad.
1 Quam pulchra es, amica mea,
quam pulchra es:
oculi tui columbarum
per velamen tuum.
Capilli tui sicut grex caprarum,
quae descenderunt de monte Galaad;
2 I tuoi denti come un gregge di pecore tosate,
che risalgono dal bagno;
tutte hanno gemelli,
nessuna di loro è senza figli.
2 dentes tui sicut grex tonsarum,
quae ascenderunt de lavacro:
omnes gemellis fetibus,
et sterilis non est inter eas.
3 Come nastro di porpora le tue labbra,
la tua bocca è piena di fascino;
come spicchio di melagrana è la tua tempia
dietro il tuo velo.
3 Sicut vitta coccinea labia tua,
et eloquium tuum dulce;
sicut fragmen mali punici, ita genae tuae
per velamen tuum.
4 Il tuo collo è come la torre di Davide,
costruita a strati.
Mille scudi vi sono appesi,
tutte armature di eroi.
4 Sicut turris David collum tuum,
quae aedificata est cum propugnaculis:
mille clipei pendent ex ea,
omnis armatura fortium.
5 I tuoi seni sono come due cerbiatti,
gemelli di una gazzella,
che pascolano tra i gigli.
5 Duo ubera tua sicut duo hinnuli,
capreae gemelli,
qui pascuntur in liliis.
6 Prima che spiri la brezza del giorno
e si allunghino le ombre,
me ne andrò sul monte della mirra
e sul colle dell’incenso.
6 Antequam aspiret dies,
et festinent umbrae,
vadam ad montem myrrhae
et ad collem turis.
7 Tutta bella sei tu, amata mia,
e in te non vi è difetto.
7 Tota pulchra es, amica mea,
et macula non est in te.
8 Vieni dal Libano, o sposa,
vieni dal Libano, vieni!
Scendi dalla vetta dell’Amana,
dalla cima del Senir e dell’Ermon,
dalle spelonche dei leoni,
dai monti dei leopardi.
8 Veni de Libano, sponsa,
veni de Libano,
ingredere;
respice de capite Amana,
de vertice Sanir et Hermon,
de cubilibus leonum,
de montibus pardorum.
9 Tu mi hai rapito il cuore,
sorella mia, mia sposa,
tu mi hai rapito il cuore
con un solo tuo sguardo,
con una perla sola della tua collana!
9 Vulnerasti cor meum, soror mea, sponsa,
vulnerasti cor meum in uno oculorum tuorum
et in uno monili torquis tui.
10 Quanto è soave il tuo amore,
sorella mia, mia sposa,
quanto più inebriante del vino è il tuo amore,
e il profumo dei tuoi unguenti, più di ogni balsamo.
10 Quam pulchri sunt amores tui, soror, mea sponsa;
meliores sunt amores tui vino,
et odor unguentorum tuorum super omnia aromata.
11 Le tue labbra stillano nettare, o sposa,
c’è miele e latte sotto la tua lingua
e il profumo delle tue vesti è come quello del Libano.
11 Favus distillans labia tua, sponsa;
mel et lac sub lingua tua,
et odor vestimentorum tuorum
sicut odor Libani.
12 Giardino chiuso tu sei,
sorella mia, mia sposa,
sorgente chiusa, fontana sigillata.
12 Hortus conclusus, soror mea, sponsa,
hortus conclusus, fons signatus;
13 I tuoi germogli sono un paradiso di melagrane,
con i frutti più squisiti,
alberi di cipro e nardo,
13 propagines tuae paradisus malorum punicorum
cum optimis fructibus,
cypri cum nardo.
14 nardo e zafferano, cannella e cinnamòmo,
con ogni specie di alberi d’incenso,
mirra e àloe,
con tutti gli aromi migliori.
14 Nardus et crocus,
fistula et cinnamomum
cum universis lignis turiferis,
myrrha et aloe
cum omnibus primis unguentis.
15 Fontana che irrora i giardini,
pozzo d’acque vive
che sgorgano dal Libano.
15 Fons hortorum,
puteus aquarum viventium,
quae fluunt impetu de Libano.
16 Àlzati, vento del settentrione, vieni,
vieni vento del meridione,
soffia nel mio giardino,
si effondano i suoi aromi.
Venga l’amato mio nel suo giardino
e ne mangi i frutti squisiti.
16 Surge, aquilo,
et veni, auster;
perfla hortum meum,
et fluant aromata illius.