Scrutatio

Domenica, 28 aprile 2024 - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 14


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BIBBIA CEI 2008BIBBIA TINTORI
1 Dopo un periodo di tre anni, giunse notizia agli uomini di Giuda che Demetrio, figlio di Seleuco, sbarcato nel porto di Trìpoli con un grande esercito e la flotta,1 Or, dopo tre anni, Giuda e quelli che erano con lui seppero che Demetrio, figlio di Seleuco, con grosso esercito e navi sbarcato al porto di Tripoli, era salito nelle posizioni importanti,
2 si era impadronito del paese, eliminando Antioco e il suo tutore Lisia.2 e che aveva occupato le provincie contro Antioco e Lisia suo capitano.
3 Un certo Àlcimo, che era stato prima sommo sacerdote, ma che si era volontariamente contaminato al tempo della rivolta, avendo capito che non si apriva a lui in alcun modo una via di salvezza e non vi era più la possibilità di accedere al sacro altare,3 Allora un certo Alcimo, che era stato sommo sacerdote, ma volontariamente s 'era contaminato nei tempi della confusione, considerando che non c'era più salvezza per lui nè accesso all'altare,
4 andò dal re Demetrio verso l’anno centocinquantuno, offrendogli una corona d’oro e una palma, oltre ai tradizionali ramoscelli di ulivo del tempio. Per quel giorno restò tranquillo.4 andò a trovare il re Demetrio, l'anno centocinquanta, e gli offrì una corona d'oro, una palma, e di più rami di ulivo che sembravano del tempio. E per quel giorno non disse nulla.
5 Ma colta l’occasione favorevole alla sua follia, quando da Demetrio fu convocato a consiglio e interrogato su quali fossero lo stato d’animo e le intenzioni dei Giudei, rispose:5 Ma colto il tempo opportuno, per la sua follia, quando fu da Demetrio chiamato in consiglio e interrogato su quali cose e quali consigli si appoggiassero i Giudei,
6 «I Giudei che si dicono Asidei, a capo dei quali sta Giuda il Maccabeo, alimentano guerre e ribellioni e non lasciano che il regno trovi la calma.6 rispose: « Dei Giudei, quelli che si chiamano Assidei, dei quali è capo Giuda Maccabeo, fomentano le guerre e le sedizioni e non permettono al regno di esser tranquillo.
7 Per questo anch’io, privato della dignità ereditaria, intendo dire del sommo sacerdozio, sono venuto qui,7 Così anch'io sono stato spogliato della dignità dei miei padri, voglio dire del sommo sacerdozio, e son venuto qua,
8 spinto anzitutto da schietta premura per gli interessi del re, ma in secondo luogo mirando anche ai miei concittadini, perché, a causa dell’irragionevolezza di dette persone, tutto il nostro popolo si va impoverendo non poco.8 prima di tutto per restare fedele a ciò che è utile del re, in secondo luogo anche per provvedere al bene dei cittadini, chè per la malvagità di costoro non piccole vessazioni soffre tutta la nostra nazione.
9 Ora che conosci bene ognuna di queste cose, tu, o re, provvedi al paese e alla nostra stirpe che va decadendo, con quella cortese benevolenza che hai con tutti.9 Or ti prego, o re, che, dopo aver saputi questi particolari, secondo la tua bontà, da tutti conosciuta, provveda al paese e alla nazione,
10 Fin quando Giuda è vivo, è impossibile che la situazione torni pacifica».10 perchè fino a tanto che resta al mondo Giuda, è impossibile la pace nello stato ».
11 Dopo queste sue parole, gli altri amici, irritati per i successi di Giuda, si affrettarono a infiammare Demetrio.11 Dopo che egli ebbe dette tali cose, anche gli altri amici comportandosi come nemici di Giuda, infiammarono Demetrio,
12 Questi, designato subito Nicànore, che era a capo degli elefanti, e nominatolo stratega della Giudea, ve lo inviò12 il quale mandò subito come generale in Giudea Nicànore, comandante degli elefanti,
13 con l’ordine di eliminare Giuda, di disperdere i suoi uomini e di costituire Àlcimo sommo sacerdote del tempio massimo.13 e diede a lui l'ordine di prendere lo stesso Giuda, di disperdere la sua gente, e di mettere Alcimo in possesso del sommo sacerdozio del massimo tempio.
14 Allora le nazioni della Giudea, che erano fuggite davanti a Giuda, si unirono in massa a Nicànore, pensando che le sfortune e le calamità dei Giudei sarebbero state apportatrici di fortuna per loro.
14 Allora i Gentili, che erano fuggiti dalla Giudea per timore di Giuda, si unirono a truppe intorno a Nicànore, tenendo per propria fortuna le miserie e le stragi dei Giudei.
15 Quando seppero della venuta di Nicànore e dell’aggressione delle nazioni, i Giudei, cosparsi di polvere, elevarono suppliche a colui che ha costituito il suo popolo per sempre e che con segni palesi protegge sempre coloro che sono la sua porzione.15 Quando i Giudei seppero che era giunto Nicànore e che a lui s'erano uniti i Gentili, si coprirono di polvere, e si misero a pregare Colui che aveva stabilito il suo popolo ed aveva protetta con evidenti miracoli la sua eredità, a custodire (il suo popolo) in eterno.
16 Poi, dati gli ordini, il capo mosse rapidamente di là e si scontrò con loro presso il villaggio di Dessau.16 Avuti gli ordini del capo, subito si mossero e si riunirono al castello di Dessau.
17 Simone, fratello di Giuda, aveva già attaccato Nicànore, ma per l’improvvisa comparsa dei nemici, lentamente aveva dovuto cedere.17 Simone, fratello di Giuda, attaccò battaglia con Nicànore, ma si spaventò per l'improvviso sopraggiungere dei nemici.
18 Tuttavia Nicànore, conosciuto il valore che avevano gli uomini di Giuda e il loro entusiasmo nelle lotte per la patria, non osava decidere la questione con spargimento di sangue.18 Ma Nicànore, avendo sentito parlare del valore dei soldati di Giuda e della grandezza d'animo colla quale combattevano per la patria, aveva del timore a decidere la causa col sangue.
19 Per questo mandò Posidonio e Teodoto e Mattatia a dare e ricevere la destra.19 E quindi mandò Posidonio, Teodozio e Mattia a dare e a ricevere le destre.
20 La cosa fu discussa lungamente e, quando il comandante ne diede comunicazione alle truppe, il parere risultò unanime e accettarono gli accordi.20 Dopo aver per lungo tempo tenuto consiglio sul da farsi, facendone la relazione alla moltitudine lo stesso condottiero, tutti furono del parere di accettare l'amicìzia.
21 Fissarono il giorno nel quale sarebbero venuti a un incontro privato. Dall’una e dall’altra parte avanzò un carro e collocarono dei seggi.21 Così fu stabilito il giorno in cui (i due capi) avrebbero conferito in segreto fra loro, e dei sedili d'onore furono portati e posti (per loro).
22 Giuda tuttavia dispose degli uomini armati nei luoghi opportuni, per paura che si verificasse d’improvviso qualche tradimento da parte dei nemici. Così in buon accordo conclusero l’incontro.22 Però Giuda aveva ordinato che degli armati stessero in luoghi opportuni, affinchè all'improvviso non venisse qualche cosa di male da parte del nemico; ma il colloquio andò bene.
23 Nicànore si trattenne a Gerusalemme e non fece alcun male; anzi licenziò le turbe raccogliticce che a lui si erano unite.23 Poi Nicanore si fermò a Gerusalemme, e nulla fece d'ingiusto, e licenziò quei branchi di gente che s'erano radunati (intorno a lui).
24 Aveva sempre Giuda con sé e nutriva un intimo affetto per lui.24 Egli amava Giuda di cuore, ed aveva dell'inclinazione verso tal uomo;
25 Lo esortò a sposarsi e ad avere figli; si sposò, se ne stette tranquillo e visse normalmente la sua vita.
25 e lo pregò ad ammogliarsi per aver figlioli. E (Giuda) celebrò le nozze, ebbe del riposo, ed essi stavano insieme famigliarmente.
26 Ma Àlcimo, vedendo la loro reciproca simpatia e procuratosi copia degli accordi intercorsi, andò da Demetrio e gli disse che Nicànore seguiva una linea contraria agli interessi dello stato: aveva infatti nominato suo successore Giuda, il sobillatore del regno.26 Ma Alcimo, vedendo il loro scambievole affetto e i patti loro, andò da Demetrio a dire che Nicànore favoriva gl'interessi degli altri, e che gli aveva destinato per successore Giuda, l'insidiatore del regno.
27 Il re, contrariato e acceso di sdegno per le calunnie di quel genio malefico, scrisse a Nicànore, dichiarandogli di essere scontento delle alleanze concluse e ordinandogli che gli mandasse subito ad Antiòchia il Maccabeo in catene.27 Il re, esasperato e irritato per le scellerate accuse di costui, scrisse a Nicànore di non poter sopportare il patto d'amicizia, e che gli ordinava di mandare quanto prima Maccabeo incatenato ad Antiochia.
28 Nicànore, quando gli giunse quest’ordine, rimase sconcertato ed era riluttante a rompere i patti senza che quell’uomo avesse commesso alcuna colpa.28 Intese tali cose, Nicànore ne restò costernato, e oltremodo gli pesava di dovere annullare i patti convenuti, senza aver ricevuto un torto da quell'uomo.
29 Ma, poiché non gli era possibile agire contro la volontà del re, cercava l’occasione per effettuare la cosa con qualche stratagemma.29 Ma, non potendo resistere al re, spiava l'occasione favorevole per eseguire i comandi.
30 Il Maccabeo, notando che Nicànore era più freddo nei suoi confronti e aspro nei consueti incontri, arguendo che questa freddezza non presagiva niente di buono, raccolti non pochi dei suoi, non si fece più vedere da Nicànore.30 Or Maccabeo, osservando che Nicànore trattava con lui con più sostenutezza, e che nei consueti incontri si mostrava sempre più crudo, comprese che tal sostenutezza non indicava nulla di buono, e messo insieme un piccol numero dei suoi, non si fece più vedere da Nicànore.
31 Questi, accortosi di essere stato giocato abilmente da Giuda, salì al massimo e santo tempio, mentre i sacerdoti stavano compiendo i sacrifici prescritti, e ordinò che gli fosse consegnato quell’uomo.31 E (Nicànore) quando seppe che (Giuda) l'aveva con energia prevenuto, salì al massimo e santissimo tempio, e, mentre i sacerdoti offrivano le consuete vittime, ordinò loro che gli consegnassero quell'uomo.
32 I sacerdoti dichiararono con giuramento che non sapevano dove fosse il ricercato.32 E siccome essi assicuravano con giuramento di non sapere dove fosse l'uomo ricercato, egli stese la mano verso il tempio,
33 Allora egli, stendendo la destra contro il tempio, giurò: «Se non mi consegnerete Giuda in catene, spianerò questa dimora di Dio, abbatterò dalle fondamenta l’altare e innalzerò qui uno splendido tempio a Diòniso».33 e giurò e disse: « Se voi non mi darete nelle mani Giuda incatenato, io raderò al suolo questo tempio di Dio, distruggerò l'altare, e consacrerò questo tempio al padre Bacco ».
34 Detto questo, se ne andò. I sacerdoti, alzando le mani al cielo, invocarono il protettore sempre vigile del nostro popolo, dicendo:34 E, detto questo, se ne andò. Allora i sacerdoti, stendendo le mani al cielo, ino vocavano Colui che era stato sempre il difensore della loro nazione, e dicevano:
35 «Tu, Signore, che di nulla hai bisogno, ti sei compiaciuto di porre il tempio della tua abitazione in mezzo a noi.35 « Tu, o Signore dell'universo, che di nulla hai bisogno, hai voluto avere tra noi un tempio per tua dimora.
36 Ora, Signore, santo di ogni santità, custodisci per sempre incontaminata questa tua casa, che da poco è stata purificata».
36 Or tu, Santo dei santi, Signore di tutte le cose, conserva incontaminata in eterno questa casa che da poco tempo è stata purificata ».
37 Fu denunciato a Nicànore un certo Razìs, degli anziani di Gerusalemme, uomo pieno di amore per la città, che godeva grandissima fama, chiamato padre dei Giudei per la sua benevolenza.37 Fu denunziato a Nicànore un certo Razias, che era degli anziani di Gerusalemme, amante della patria, molto stimato, e pel suo affetto era chiamato il padre dei Giudei.
38 Egli infatti, nei giorni precedenti la rivolta, si era attirato l’accusa di giudaismo e realmente per il giudaismo aveva impegnato corpo e anima con piena generosità.38 Quest'uomo nelle molte occasioni s'era mantenuto incontaminato e costante nel giudaismo, contento di dare il corpo e la vita pur di non cedere.
39 Volendo Nicànore far nota a tutti l’ostilità che aveva verso i Giudei, mandò più di cinquecento soldati per arrestarlo;39 E Nicànore, per mostrare l'odio che aveva contro i Giudei, mandò cinquecento soldati a prenderlo,
40 pensava infatti che, prendendo costui, avrebbe arrecato loro un grave colpo.40 sperando che sedotto lui, avrebbe portato un grandissimo colpo ai Giudei.
41 Ma, quando quella truppa stava per occupare la torre e tentava di forzare la porta del cortile, dando ordine di portare il fuoco e di appiccarlo alle porte, egli, accerchiato da ogni lato, rivolse la spada contro se stesso,41 Or mentre la truppa stava per irrompere nella sua casa e sforzava la porta, e ordinava di appiccarvi il fuoco, ed egli era li per esser preso, si colpì colla spada,
42 preferendo morire nobilmente piuttosto che divenire schiavo degli scellerati e subire insulti indegni della sua nobiltà.42 scegliendo piuttosto di morire nobilmente che cadere nelle mani dei peccatori, ed essere straziato con oltraggi indegni dei suoi natali.
43 Non avendo però portato a segno il colpo per la fretta della lotta, mentre la folla premeva fuori delle porte, salì arditamente sulle mura e si gettò giù coraggiosamente sulla folla.43 Ma siccome nella fretta non s'era dato un colpo sicuramente mortale, e le truppe irrompevano dalle porte, audacemente corse sópra le mura, e virilmente si precipitò sulla folla,
44 Questa, subito indietreggiando, fece largo e così egli cadde in mezzo allo spazio vuoto.44 e facendo essa largo nel luogo dove andava a cadere, battè nel mezzo della testa.
45 Poiché respirava ancora, con l’animo infiammato, si alzò, mentre il sangue gli usciva a fiotti e le ferite lo straziavano, di corsa passò in mezzo alla folla, salì su di un tratto di roccia45 Siccome respirava ancora, con animo di fuoco, si alzò, e, sebbene il suo sangue sgorgasse in grande abbondanza dalle gravissime ferite e fosse dissanguato, passò correndo in mezzo alla turba,
46 e, ormai completamente esangue, si strappò gli intestini e prendendoli con le mani li gettò contro la folla. Morì in tal modo, invocando il Signore della vita e dello spirito perché di nuovo glieli restituisse.46 e messosi ritto sopra una roccia scoscesa, già esangue, prese colle proprie mani le sue viscere e le gettò sopra le turbe, pregando il Signore della vita e dello spirito a rendere a lui di nuovo queste cose. E così terminò la sua vita.