Scrutatio

Domenica, 28 aprile 2024 - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi)

Lettera ai Romani 13


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NOVA VULGATABIBBIA MARTINI
1 Omnis anima potestatibus sublimioribus subdita sit. Non est enimpotestas nisi a Deo; quae autem sunt, a Deo ordinatae sunt.1 Ogni anima sia soggetta alle podestà superiori: imperocché non è podestà, se non da Dio, e quelle, che sono son da Dio ordinate.
2 Itaque, quiresistit potestati, Dei ordinationi resistit; qui autem resistunt ipsi, sibidamnationem acquirent.2 Per la qual cosa chi si oppone: alla podestà, resiste alla ordinazione di Dio. E que', che resistono, si comperano la dannazione:
3 Nam principes non sunt timori bono operi sed malo. Visautem non timere potestatem? Bonum fac, et habebis laudem ex illa;3 Imperocché i principi sono il terrore non delle opere buone, ma delle cattive. Vuoi tu non aver paura della podestà? Opera bene; e da essa avrai lode:
4 Dei enimministra est tibi in bonum. Si autem malum feceris, time; non enim sine causagladium portat; Dei enim ministra est, vindex in iram ei, qui malum agit.4 Imperocché ella è ministra di Dio per te per il bene. Che se fai del male, temi: conciossiachè non indarno porta la spada. Imperocché ella è ministra di Dio vendicatrice per punire chiunque mal fa.
5 Ideonecesse est subditos esse, non solum propter iram sed et propter conscientiam.5 Per la qual cosa siate soggetti, come è necessario, non sol per tema dell'ira, ma anche per riguardo alla coscienza.
6 Ideo enim et tributa praestatis; ministri enim Dei sunt in hoc ipsum instantes.6 Imperocché per questo pure voi pagate i tributi: conciossiachè sono ministri di Dio, che in questo stesso lo servono.
7 Reddite omnibus debita: cui tributum tributum, cui vectigal vectigal, cuitimorem timorem, cui honorem honorem.
7 Rendete adunque a tutti quel, che è dovuto: a chi il tributo, il tributo: a chi la gabella, la gabella: a chi il timore, il timore: a chi l'onore, l'onore.
8 Nemini quidquam debeatis, nisi ut invicem diligatis: qui enim diligitproximum, legem implevit.8 Non vi resti con chicchessia altro debito, che quello dello scambievole amore; imperocché chi ama il prossimo ha adempiuta la legge.
9 Nam: Non adulterabis, Non occides, Non furaberis,Non concupisces, et si quod est aliud mandatum, in hoc verbo recapitulatur:Diliges proximum tuum tamquam teipsum.9 Imperocché il non commetter adulterio: non ammazzare: non rubare: non dire il falso testimonio: non desiderare: e se alcun altro comandamento vi è, egli è rinnovellato in questo parlare: amerai il prossimo tuo come te stesso.
10 Dilectio proximo malum non operatur;plenitudo ergo legis est dilectio.
10 La dilezione del prossimo non fa il male. La dilezione adunque è il complemento della legge.
11 Et hoc scientes tempus, quia hora est iam vos de somno surgere; nunc enimpropior est nobis salus quam cum credidimus.11 E ciò (fate) avendo riflesso al tempo: perché è già ora, che ci svegliamo dal sonno. Imperocché più vicina è adesso la nostra salute, che quando credemmo.
12 Nox processit, dies autemappropiavit. Abiciamus ergo opera tenebrarum et induamur arma lucis.12 La notte è avvanzata, e il di si avvicina. Gettiam via adunque le opere delle tenebre, e rivestiamoci delle armi della luce.
13 Sicut indie honeste ambulemus: non in comissationibus et ebrietatibus, non in cubilibuset impudicitiis, non in contentione et aemulatione;13 Camminiamo con onestà, come essendo giorno: non nelle crapule, e nelle ubbriachezze, non nelle morbidezze, e nelle disonestà, non nella discordia, e nella invidia:
14 sed induite Dominum IesumChristum et carnis curam ne feceritis in concupiscentiis.
14 Ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo, e non abbiate cura della carne nelle sue concupiscenze.