Genesi 31
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NOVA VULGATA | BIBBIA CEI 2008 |
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1 Postquam autem audivit verba filiorum Laban dicen tium: “ Tulit Iacob omnia, quae fuerunt patris nostri, et de patris nostri facultate acquisivit has divitias ”, | 1 Giacobbe venne a sapere che i figli di Làbano dicevano: «Giacobbe si è preso tutto quello che aveva nostro padre e con quanto era di nostro padre si è fatto questa grande fortuna». |
2 animadvertit quoque faciem Laban quod non esset erga se sicut heri et nudiustertius. | 2 Giacobbe osservò anche la faccia di Làbano e si accorse che verso di lui non era più come prima. |
3 Et dixit Dominus ad Iacob: “ Revertere in terram patrum tuorum et ad cognationem tuam, eroque tecum ”. | 3 Il Signore disse a Giacobbe: «Torna alla terra dei tuoi padri, nella tua famiglia e io sarò con te». |
4 Misit Iacob et vocavit Rachel et Liam in agrum, ubi pascebat greges, | 4 Allora Giacobbe mandò a chiamare Rachele e Lia, in campagna presso il suo gregge, |
5 dixitque eis: “ Video faciem patris vestri quod non sit erga me sicut heri et nudiustertius; Deus autem patris mei fuit mecum, | 5 e disse loro: «Io mi accorgo dal volto di vostro padre che egli verso di me non è più come prima; ma il Dio di mio padre è stato con me. |
6 et ipsae nostis quod totis viribus meis servierim patri vestro. | 6 Sapete voi stesse che ho servito vostro padre con tutte le mie forze, |
7 Sed pater vester circumvenit me et mutavit mercedem meam decem vicibus; et tamen non dimisit eum Deus, ut noceret mihi. | 7 mentre vostro padre si è beffato di me e ha cambiato dieci volte il mio salario; ma Dio non gli ha permesso di farmi del male. |
8 Si quando dixit: "Variae erunt mercedes tuae", pariebant omnes oves varios fetus. Quando vero e contrario ait: "Striata quaeque accipies pro mercede", omnes greges striata pepererunt. | 8 Se egli diceva: “Le bestie punteggiate saranno il tuo salario”, tutto il gregge figliava bestie punteggiate; se diceva: “Le bestie striate saranno il tuo salario”, allora tutto il gregge figliava bestie striate. |
9 Tulitque Deus substantiam patris vestri et dedit mihi. | 9 Così Dio ha sottratto il bestiame a vostro padre e l’ha dato a me. |
10 Postquam enim conceptus gregis tempus advenerat, levavi oculos meos et vidi in somnis ascendentes mares super feminas, striatos et varios et respersos. | 10 Una volta, nel tempo in cui il piccolo bestiame va in calore, io in sogno alzai gli occhi e vidi che i capri in procinto di montare le bestie erano striati, punteggiati e chiazzati. |
11 Dixitque angelus Dei ad me in somnis: "Iacob". Et ego respondi: Adsum. | 11 L’angelo di Dio mi disse in sogno: “Giacobbe!”. Risposi: “Eccomi”. |
12 Qui ait: "Leva oculos tuos et vide universos masculos ascendentes super feminas, striatos et varios atque respersos. Vidi enim omnia, quae fecit tibi Laban. | 12 Riprese: “Alza gli occhi e guarda: tutti i capri che montano le bestie sono striati, punteggiati e chiazzati, perché ho visto come ti tratta Làbano. |
13 Ego sum Deus Bethel, ubi unxisti lapidem et votum vovisti mihi. Nunc ergo surge et egredere de terra hac revertens in terram nativitatis tuae" ”. | 13 Io sono il Dio di Betel, dove tu hai unto una stele e dove mi hai fatto un voto. Ora àlzati, parti da questa terra e torna nella terra della tua famiglia!”». |
14 Responderunt ei Rachel et Lia: “ Numquid habemus adhuc partem et hereditatem in domo patris nostri? | 14 Rachele e Lia gli risposero: «Abbiamo forse ancora una parte o una eredità nella casa di nostro padre? |
15 Nonne quasi alienas reputavit nos et vendidit nos comeditque pretium nostrum? | 15 Non siamo forse tenute in conto di straniere da parte sua, dal momento che ci ha vendute e si è anche mangiato il nostro denaro? |
16 Sed omnes opes, quas tulit Deus patri nostro, nobis abstulit ac filiis nostris; unde omnia, quae praecepit tibi Deus, fac ”. | 16 Tutta la ricchezza che Dio ha sottratto a nostro padre è nostra e dei nostri figli. Ora fa’ pure quello che Dio ti ha detto». |
17 Surrexit itaque Iacob et imposuit liberos suos ac coniuges suas super camelos. | 17 Allora Giacobbe si alzò, caricò i figli e le mogli sui cammelli |
18 Tulitque omnes greges suos et omnem substantiam suam, quidquid in Paddanaram acquisierat, ut iret ad Isaac patrem suum in terram Chanaan. | 18 e condusse via tutto il bestiame e tutti gli averi che si era acquistato, il bestiame che si era acquistato in Paddan-Aram, per ritornare da Isacco, suo padre, nella terra di Canaan. |
19 Eo tempore Laban ierat ad tondendas oves, et Rachel furata est theraphim patris sui. | 19 Làbano era andato a tosare il gregge e Rachele rubò gli idoli che appartenevano al padre. |
20 Iacob autem decepit cor Laban, non indicans ei quod fugeret. | 20 Giacobbe eluse l’attenzione di Làbano, l’Arameo, non lasciando trapelare che stava per fuggire; |
21 Cumque fugisset cum omnibus, quae possidebat, et, amne transmisso, pergeret contra montem Galaad, | 21 così poté andarsene con tutti i suoi averi. Si mosse dunque, passò il Fiume e si diresse verso le montagne di Gàlaad. |
22 nuntiatum est Laban die tertio quod fugisset Iacob. | 22 Il terzo giorno fu riferito a Làbano che Giacobbe era fuggito. |
23 Qui, assumptis fratribus suis, persecutus est eum diebus septem et comprehendit eum in monte Galaad. | 23 Allora egli prese con sé i suoi parenti, lo inseguì per sette giorni di cammino e lo raggiunse sulle montagne di Gàlaad. |
24 Venit autem Deus ad Laban Aramaeum per somnium noctis dixitque ei: "Cave, ne quidquam loquaris contra Iacob!". | 24 Ma Dio venne da Làbano, l’Arameo, in un sogno notturno e gli disse: «Bada di non dir niente a Giacobbe, né in bene né in male!». |
25 Iamque Iacob extenderat in monte tabernaculum, cum Laban, consecutus eum cum fratribus suis, in eodem monte Galaad fixit tentorium. | 25 Làbano andò dunque a raggiungere Giacobbe. Ora Giacobbe aveva piantato la tenda sulle montagne e Làbano si era accampato con i parenti sulle montagne di Gàlaad. |
26 Et dixit ad Iacob: “ Quare ita egisti et decepisti cor meum, abigens filias meas quasi captivas gladio? | 26 Disse allora Làbano a Giacobbe: «Che cosa hai fatto? Hai eluso la mia attenzione e hai condotto via le mie figlie come prigioniere di guerra! |
27 Cur clam fugisti et decepisti me, non indicans mihi, ut prosequerer te cum gaudio et canticis et tympanis et citharis? | 27 Perché sei fuggito di nascosto, mi hai ingannato e non mi hai avvertito? Io ti avrei congedato con festa e con canti, a suon di tamburelli e di cetre! |
28 Non es passus, ut oscularer filios meos ac filias; stulte operatus es. Et nunc | 28 E non mi hai permesso di baciare i miei figli e le mie figlie! Certo, hai agito in modo insensato. |
29 valet quidem manus mea reddere tibi malum, sed Deus patris vestri heri dixit mihi: “Cave, ne loquaris contra Iacob quidquam!”. | 29 Sarebbe in mio potere farti del male, ma il Dio di tuo padre mi ha parlato la notte scorsa: “Bada di non dir niente a Giacobbe, né in bene né in male!”. |
30 Esto, profectus es, quia desiderio tibi erat domus patris tui; cur furatus es deos meos? ”. | 30 Certo, sei partito perché soffrivi di nostalgia per la casa di tuo padre; ma perché hai rubato i miei dèi?». |
31 Respondit Iacob: “ Quia timui. Dixi enim, ne forte violenter auferres filias tuas a me. | 31 Giacobbe rispose a Làbano e disse: «Perché avevo paura e pensavo che mi avresti tolto con la forza le tue figlie. |
32 Apud quemcumque inveneris deos tuos, non vivat! Coram fratribus nostris scrutare, quidquid tuorum apud me inveneris, et aufer ”. Ignorabat enim Iacob quod Rachel furata esset theraphim. | 32 Ma quanto a colui presso il quale tu troverai i tuoi dèi, non resterà in vita! Alla presenza dei nostri parenti verifica quanto vi può essere di tuo presso di me e riprendilo». Giacobbe non sapeva che li aveva rubati Rachele. |
33 Ingressus itaque Laban tabernacula Iacob et Liae et utriusque famulae, non invenit. Egressus de tentorio Liae, intravit tentorium Rachelis. | 33 Allora Làbano entrò nella tenda di Giacobbe e poi nella tenda di Lia e nella tenda delle due schiave, ma non trovò nulla. Poi uscì dalla tenda di Lia ed entrò nella tenda di Rachele. |
34 Illa autem absconderat theraphim in stramento cameli et sedit desuper. Scrutantique omne tentorium et nihil invenienti | 34 Rachele aveva preso gli idoli e li aveva messi nella sella del cammello, poi vi si era seduta sopra, così Làbano frugò in tutta la tenda, ma non li trovò. |
35 ait: “ Ne irascatur dominus meus, quod coram te assurgere nequeo, quia iuxta consuetudinem feminarum nunc accidit mihi ”. Quaesivit ergo et non invenit theraphim. | 35 Ella parlò al padre: «Non si offenda il mio signore se io non posso alzarmi davanti a te, perché ho quello che avviene di regola alle donne». Làbano cercò, ma non trovò gli idoli. |
36 Tumensque Iacob cum iurgio ait: “ Quam ob culpam meam et ob quod peccatum meum sic persecutus es me, | 36 Giacobbe allora si adirò e apostrofò Làbano, al quale disse: «Qual è il mio delitto, qual è il mio peccato, perché ti accanisca contro di me? |
37 quia scrutatus es omnem supellectilem meam? Quid invenisti de cuncta substantia domus tuae? Pone hic coram fratribus meis et fratribus tuis, et iudicent inter me et te. | 37 Ora che hai frugato tra tutti i miei oggetti, che cosa hai trovato di tutte le cose di casa tua? Mettilo qui davanti ai miei e tuoi parenti, e siano essi giudici tra noi due. |
38 Ecce, viginti annis fui tecum. Oves tuae et caprae non abortiverunt, arietes gregis tui non comedi; | 38 Vent’anni ho passato con te: le tue pecore e le tue capre non hanno abortito e non ho mai mangiato i montoni del tuo gregge. |
39 nec dilaceratum a bestia ostendi tibi: ego damnum omne reddebam; quidquid die noctuque furto perierat, a me exigebas. | 39 Nessuna bestia sbranata ti ho portato a mio discarico: io stesso ne compensavo il danno e tu reclamavi da me il risarcimento sia di quanto veniva rubato di giorno sia di quanto veniva rubato di notte. |
40 Die aestu consumebar et nocte gelu, fugiebatque somnus ab oculis meis. | 40 Di giorno mi divorava il caldo e di notte il gelo, e il sonno fuggiva dai miei occhi. |
41 Sic per viginti annos in domo tua servivi tibi: quattuordecim pro filiabus et sex pro gregibus tuis; immutasti quoque mercedem meam decem vicibus. | 41 Vent’anni sono stato in casa tua: ho servito quattordici anni per le tue due figlie e sei anni per il tuo gregge e tu hai cambiato il mio salario dieci volte. |
42 Nisi Deus patris mei, Deus Abraham et Timor Isaac, affuisset mihi, certemodo nudum me dimisisses; afflictionem meam et laborem manuum mearum respexit Deus et iudicavit heri ”. | 42 Se il Dio di mio padre, il Dio di Abramo e il Terrore di Isacco non fosse stato con me, tu ora mi avresti licenziato a mani vuote; ma Dio ha visto la mia afflizione e la fatica delle mie mani e la scorsa notte egli ha fatto da arbitro». |
43 Respondit ei Laban: “ Filiae filiae meae et filii filii mei et greges greges mei et omnia, quae cernis, mea sunt; et filiabus meis quid possum facere illis hodie et filiis earum, quos genuerunt? | 43 Làbano allora rispose e disse a Giacobbe: «Queste figlie sono le mie figlie e questi figli sono i miei figli; questo bestiame è il mio bestiame e quanto tu vedi è mio. E che cosa potrei fare oggi a queste mie figlie o ai figli che hanno messo al mondo? |
44 Veni ergo, et ineamus foedus ego et tu, ut sit in testimonium inter me et te ”. | 44 Ebbene, vieni, concludiamo un’alleanza, io e te, e ci sia un testimone tra me e te». |
45 Tulit itaque Iacob lapidem et erexit illum in titulum; | 45 Giacobbe prese una pietra e la eresse come stele. |
46 dixitque fratribus suis: “ Afferte lapides ”. Qui congregantes fecerunt tumulum comederuntque ibi super eum. | 46 Poi disse ai suoi parenti: «Raccogliete pietre», e quelli presero pietre e ne fecero un mucchio; e su quel mucchio mangiarono. |
47 Quem vocavit Laban Iegarsahadutha (id est Tumulus testimonii), et Iacob Galed (uterque iuxta proprietatem linguae suae). | 47 Làbano lo chiamò Iegar-Saadutà, mentre Giacobbe lo chiamò Gal-Ed. |
48 Dixitque Laban: “ Tumulus iste testis erit inter me et te hodie ”; et idcirco appellatum est nomen eius Galed (id est Tumulus testis) | 48 Làbano disse: «Questo mucchio è oggi un testimone tra me e te»; per questo lo chiamò Gal-Ed |
49 et etiam Maspha (id est Specula), quia dixit: “ Speculetur Dominus inter me et te, quando absconditi erimus ab invicem. | 49 e anche Mispa, perché disse: «Il Signore starà di vedetta tra me e te, quando noi non ci vedremo più l’un l’altro. |
50 Si afflixeris filias meas et si introduxeris uxores alias super eas, cum nemo nobiscum sit, vide, Deus est testis inter me et te ”. | 50 Se tu maltratterai le mie figlie e se prenderai altre mogli oltre le mie figlie, sappi che non un uomo è con noi, ma Dio è testimone tra me e te». |
51 Dixitque Laban ad Iacob: “ En tumulus hic et lapis, quem erexi inter me et te. | 51 Soggiunse Làbano a Giacobbe: «Ecco questo mucchio ed ecco questa stele, che io ho eretto tra me e te. |
52 Testis erit tumulus iste et lapis quod ego non transibo tumulum hunc pergens ad te, neque tu transibis tumulum hunc et lapidem hunc ad malum. | 52 Questo mucchio è testimone e questa stele è testimone che io giuro di non oltrepassare questo mucchio dalla tua parte e che tu giuri di non oltrepassare questo mucchio e questa stele dalla mia parte, per fare il male. |
53 Deus Abraham et Deus Nachor iudicent inter nos ”. Iuravit Iacob per Timorem patris sui Isaac; | 53 Il Dio di Abramo e il Dio di Nacor siano giudici tra di noi». Giacobbe giurò per il Terrore di Isacco suo padre. |
54 immolatisque victimis in monte, vocavit fratres suos, ut ederent panem. Qui cum comedissent, pernoctaverunt in monte. | 54 Poi offrì un sacrificio sulle montagne e invitò i suoi parenti a prender cibo. Essi mangiarono e passarono la notte sulle montagne. |