Scrutatio

Venerdi, 3 maggio 2024 - Santi Filippo e Giacomo ( Letture di oggi)

Tobia 2


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BIBBIA MARTINILA SACRA BIBBIA
1 Dopo tali cose essendo venuto un giorno di festa del Signore, ed essendo preparato in casa di Tobia un buon pranzo,1 Durante il regno di Assaraddon ritornai a casa mia e mi furono ridati la moglie Anna e il mio figlio Tobia. Alla nostra festa di Pentecoste, che è la festa delle Settimane, mi prepararono un lauto pranzo e mi misi a tavola:
2 Egli disse al suo figliuolo: Va, e conduci alcuni della nostra tribù, timorati di Dio a far banchetto con noi.2 la tavola era imbandita di varie vivande. Dissi a mio figlio Tobia: "Figlio, va' a vedere se incontri qualche povero fra i compatrioti deportati a Ninive, qualcuno che con tutto il cuore si ricordi del Signore, e conducilo perché pranzi insieme con noi. Ti aspetto, figlio, fino al tuo ritorno".
3 E quegli essendo andato gli riferì al suo ritorno, come uno de figliuoli d'Israele scannato giaceva fulla piazza. Ed egli immantinente alzatosi da mensa, lasciato il desinare, si portò digiuno, dov'era il cadavere:3 Tobia uscì in cerca di un povero tra i nostri fratelli. Di ritorno disse: "Padre!" Gli risposi: "Ebbene, figlio mio?". Mi rispose: "Padre, hanno assassinato uno della nostra gente e l'hanno gettato sulla piazza. L'hanno strangolato solo un momento fa".
4 E presolo lo portò occultamente a sua casa, per poi seppellirlo con sicurezza dopo il tramontar del sole.4 Allora feci un salto lasciando il pranzo intatto, tolsi il corpo dalla piazza, lo deposi in una camera onde seppellirlo al tramonto del sole.
5 E nascosto che ebbe il cadavere, mangiò del pane piangendo, e tremando,5 Ritornato a casa, feci un bagno e presi il pasto con tristezza
6 Ricordandosi di quelle parole dette dal Signore per Amos profeta: I vostri giorni festivi si convertiranno in lamentazioni, e in lutto.6 ricordando la frase del profeta Amos contro Betel: "Si cambieranno le vostre feste in lutto, tutti i vostri canti in lamento". E piansi.
7 E tramontato il sole, andò, e lo seppellì.7 Quando poi tramontò il sole, andai a scavare una fossa e lo seppellii.
8 Or tutti i suoi parenti lo sgridavano, dicendo: Già per questa ragione fu dato l'ordine di farti morire, e a mala pena ti sottraesti agli artigli della morte, e di nuovo tu vai a seppellire i morti?8 I miei vicini mi deridevano dicendo: "Non ha più paura! Proprio per questo motivo lo hanno già ricercato per ucciderlo ed è fuggito; ora eccolo di nuovo a seppellire i morti".
9 Ma Tobia temendo più Dio, che il re, trafugava i corpi degli uccisi, e li nascondeva in sua casa, e nel mezzo della notte li seppelliva.9 In quella notte, dopo il bagno, entrai nel mio cortile e mi addormentai lungo il muro del cortile con la faccia scoperta a causa del caldo.
10 Or egli avvenne, che un giorno tornando stanco da seppellire, giunto a sua casa; si gettò vicino al muro, e si addormentò,10 Non sapevo che sopra di me sul muro c'erano dei passeri; i loro escrementi ancora caldi caddero sui miei occhi e mi produssero delle macchie bianche; mi rivolsi ai medici per curarmi, però quanto più unguenti mi applicavano, tanto più mi si oscuravano gli occhi per le macchie bianche, fino a perdere completamente la vista. Rimasi cieco per quattro anni; tutti i miei parenti ne ebbero pena. Achikar provvide al mio sostentamento durante i due anni che precedettero la sua partenza per l'Elimaide.
11 E da un nido di rondini cadde dello sterco caldo sugli occhi di lui addormentato, ond'ei rimase cieco.11 In quel tempo mia moglie Anna si era data ai lavori domestici per guadagnare denaro.
12 E il Signore permise, che questa tentazione gli venisse, affinchè avessero i posteri un esempio di pazienza simile a quello del santo Giobbe.12 Quando essa consegnava i lavori, i clienti le davano la paga. Ora il sette di marzo, terminato un pezzo di stoffa e inviatolo ai clienti, questi, oltre alla mercede completa, le fecero dono di un capretto per la tavola.
13 Imperocchè avendo egli sempre temuto Dio fin dalla sua fanciullezza, e osservati i suoi comandamenti, non si querelò di Dio per la tribolazione mandatagli della cecità.13 Quando il capretto entrò da me, cominciò a belare. Chiamata allora la moglie, le dissi: "Da dove viene questo capretto? Non sarà stato rubato? Restituiscilo ai padroni, perché non abbiamo il diritto di mangiare alcuna cosa rubata".
14 Ma si mantenne saldo nel timore di Dio, rendendo a Dio grazie ogni giorno della sua vita.14 Essa mi rispose: "Mi è stato dato in sovrappiù della paga". Però io non le credevo e insistevo perché lo restituisse ai proprietari, arrossendo per quello che aveva fatto. Essa mi replicò: "E dove sono le tue elemosine? Dove sono le tue buone opere? Lo si vede da come sei ridotto".
15 E come il beato Giobbe era schernito dai re, così i parenti, e congiunti di questo si burlavano del suo modo di vivere, e dicevano:
16 Dov'è la tua speranza, per cui tu facevi limosine, e seppellivi?
17 Ma Tobia, gli sgridava, dicendo: Non parlate così:
18 Perocchè noi siamo figliuoli de Santi, e aspettiamo quella vita, che Dio a quelli darà, i quali giammai non mancano a lui di fede.
19 E Anna fua moglie andava tutti i giorni a tessere, e delle fatiche delle sue mani portava a casa, quel che potea comprar da mangiare.
20 Avvenne pertanto, che essendole stato dato un capretto lo portò a casa:
21 E, suo marito avendolo sentito belare, disse: Badate, che per disgrazia non sia stato rubato; rendetelo ai suoi padroni, perchè non è lecito a noi di mangiare, nè di toccare cosa rubata.
22 A queste parole irata, la la moglie di lui rispose; E cosa chiara, che è andata in fumo la tua speranza; e ora si vede il frutto di tue limosine.
23 E con queste, e simili parole lo maltrattava.