Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Giudici 19


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Infamia dei Gabaiti

1- Eravi un certo levita, che abitava sul fianco della montagna di Efraim e che aveva preso moglie in Betleem di Giuda.2Costei abbandonò il marito e fece ritorno in Betleem a casa di suo padre e restò presso di lui quattro mesi.3Il marito, accompagnato da un servo e da due asini, la seguì, volendosi riconciliare e guadagnarla colle buone per ricondurla seco. La moglie lo accolse e lo introdusse in casa di suo padre. Avendo inteso ciò e avendolo visto, il suocero gli mosse incontro festante4e lo abbracciò e per tre giorni trattenne in casa il genero, mangiando e bevendo famigliarmente.5Al quarto giorno il levita si levò che era ancor notte e volle partire; ma il suocero lo trattenne e gli disse: «Prendi un po' di pane per ristorarti lo stomaco e poi partirai».6Sedettero insieme e mangiarono e bevettero. Poi il padre della fanciulla disse al genero: «Te ne prego, resta qua oggi e stiamo allegri insieme».7Ma egli, levatosi, voleva andarsene. Tuttavia il suocero con grandi istanze lo fece restare presso di sè.8Il mattino seguente il levita erasi preparato per andarsene e il suocero ancora gli disse: «Te ne prego, prendi un po' di cibo e ristorati le forze; quando il giorno sarà più inoltrato, potrai andare». Mangiarono adunque insieme9e poi il giovane, levatosi, fece per partire colla moglie e col servo. Di nuovo gli venne detto dal suocero: «Guarda che il giorno è più vicino al tramonto e s'avvicina la sera; resta con me anche oggi e passa allegramente la giornata, e domani partirai per tornare a casa tua».10Ma il genero non volle accondiscendere alle parole del suocero e partì immediatamente. Venne davanti a Jebus, chiamata con altro nome Gerusalemme, conducendo seco i due asini carichi e la moglie.11Arrivato adunque presso Jebus, e avvicinandosi la notte, il servo disse al padrone: «Vieni, te ne prego, dirigiamoci alla città dei Jebusei e tratteniamoci in essa».12Ma il padrone rispose: «Non entrerò in una borgata di gente straniera, che non è dei figli d'Israele, ma passerò fino a Gabaa;13e giuntivi pernotteremo colà oppure nella città di Rama».14Oltrepassarono adunque Jebus e continuando l'incominciato cammino, il sole tramontò presso Gabaa, che è nella tribù di Beniamino.15Si diressero colà per fermarvisi ed, entrati nella città, sedettero nella piazza, ma nessuno li volle ospitare.16Quand'ecco apparve un uomo vecchio, di ritorno la sera dal campo e dal lavoro, il quale era pure della montagna di Efraim e forestiero abitava in Gabaa, mentre tutti gli uomini di quella regione erano figli di Jemini.17Alzati gli occhi, il vecchio vide l'uomo seduto coi suoi bagagli nella piazza della città e gli chiese: «Donde vieni? E dove vai?».18Al che egli rispose: «Siamo partiti da Betleem di Giuda e siamo incamminati verso casa nostra, che sta all'estremità del monte di Efraim, donde eravamo partiti per Betleem ed ora ce ne andiamo alla casa del Signore. Ma nessuno ci ha voluto accogliere sotto il suo tetto;19eppure abbiamo paglia e fieno per foraggio degli asini, e pane e vino per me, per la mia ancella e per il servo che è meco; non abbiam bisogno che dell'ospitalità».20Il vecchio gli rispose: «La pace sia con te; io ti darò tutto ciò che ti è necessario; ma te ne prego, non restar nella piazza».21E li introdusse in casa sua e diede foraggio agli asini e dopo che si furono lavati i piedi li ricevette a mensa.22Mentre essi mangiavano e dopo la fatica del viaggio si ristoravano il corpo col cibo e colla bevanda, giunsero gli uomini di quella città, figliuoli di Belial (vale a dire senza freno), e circondata la casa del vecchio, cominciarono a battere alla porta e a gridare al padrone della casa dicendo: «Menaci fuori l'uomo che entrò in casa tua, perchè abusiamo di lui».23Il vecchio se ne uscì verso di loro e disse: «Non vogliate, fratelli, non vogliate fare questo male così grande, poichè quest'uomo ha ricevuto da me l'ospitalità. Non commettete quest'infamia.24Ho una figlia vergine e costui ha la moglie; ve le condurrò fuori affinchè le disonoriate e soddisfacciate la vostra libidine: vi prego soltanto di non compiere su quest'uomo un delitto così grande contro natura».25E vedendo che essi non volevano lasciarsi persuadere dalle sue parole, l'uomo condusse a loro la moglie e l'abbandonò ai loro oltraggi; ed essi, dopo averne abusato per tutta la notte, la rimandarono verso il mattino.26E la donna al farsi del giorno venne alla porta della casa dove si trovava il suo signore e ivi cadde per terra.27Fattosi giorno, l'uomo si levò e aprì la porta per proseguire il suo cammino e vide la donna sua giacer distesa dinanzi alla porta colle mani sul limitare.28E credendola riposare, le disse: «Lèvati e andiamocene». Ma, non ricevendo nessuna risposta, capì che era morta. Presala allora, la pose su un asino e se ne tornò a casa.29Entrato che fu, prese una spada, tagliò il cadavere della moglie colle sue ossa in dodici parti e le mandò in tutto il territorio d'Israele.30Tutti quelli che videro si fecero a gridare: «Non è mai stata fatta cosa simile in Israele dal giorno in cui i padri nostri salirono dall'Egitto fino a questo giorno. Raccoglietevi a consiglio e insieme decretate ciò che si debba fare».