Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Neemia 13


font

Riforma di diversi abusi

1- In quel tempo, fu letto pubblicamente il libro di Mosè; e si trovò scritto che gli Ammoniti ed i Moabiti non dovevano mai in eterno aver parte col popolo di Dio,2perchè non soccorsero di pane e d'acqua i figli d'Israele, e stipendiarono contro a loro Balaam perchè li maledicesse; ma il nostro Dio convertì in benedizione quella maledizione.3Perciò, udita la legge, mandaron via da Israele tutti gli stranieri.4A ciò fu deputato Eliasib sacerdote, che era stato sopraintendente al tesoro nella casa del Dio nostro, ed era parente di Tobia.5E gli aveva fatto fare una gran camera, nella quale si portavano avanti a lui le offerte, l'incenso, i vasi, le decime del grano, del vino e dell'olio, la parte dei leviti, dei cantori e degli ostiarii, e le primizie sacerdotali.6Quando tutto ciò avvenne, io non ero in Gerusalemme; perchè, l'anno trentadue di Artaserse re di Babilonia, io ero tornato presso il re, e dopo assai tempo ebbi da lui licenza.7Allora tornai a Gerusalemme, e conobbi il male che Eliasib aveva fatto riguardo a Tobia, allestendogli una camera nel recinto della casa di Dio.8Ciò mi parve un gran male, e gettai fuori della camera tutti gli arredi della casa di Tobia;9ed ordinai che quelle stanze fossero purificate, e vi riportai i vasi della casa di Dio, le offerte e l'incenso.10Seppi ancora che i leviti non avevano ricevuto le porzioni a loro dovute, e che dei leviti e dei cantori e dei ministri del tempio eran fuggiti, ciascuno nel proprio paese.11Ne feci rimostranza ai magistrati, e dissi: «Perchè abbandoniamo noi la casa di Dio?». E li rimisi insieme e li feci stare ciascuno al suo posto.12E tutto Giuda portava al granaio la decima del frumento, del vino e dell'olio.13E deputammo a sopraintendere ai granai Selemia sacerdote, Sadoc scriba, Fadaiam dei leviti , e insieme a loro Anan figlio di Zacur, figlio di Matania, che erano stati conosciuti a prova come fedeli; a loro furono affidate le porzioni pei loro fratelli.14Ricordati di me, Dio mio, in vista di ciò; e non scancellare [dalla tua memoria] il bene che feci per la casa del mio Dio, e per le sue relative osservanze.15In quei giorni, vidi in Giuda alcuni che pestavano l'uva di sabato, portavano pesi, caricavano sugli asini vino ed uva e fichi ed altri generi, e li portavano a Gerusalemme in giorno di sabato; ordinai loro che vendessero in quei giorni nei quali è permesso.16E v'erano in città alcuni di Tiro, che portavano in Gerusalemme il pesce ed altre mercanzie, e lo vendevano ai Giudei anche al sabato.17Sgridai i maggiorenti di Giuda, e dissi loro: «Che male è mai questo che voi fate, profanando così il giorno del sabato?18Non han fatto così anche i padri nostri, e perciò il Dio nostro mandò addosso a noi ed a questa città ogni malanno? Voi accrescete il suo sdegno contro Israele, violando il sabato».19Ora quando alle porte di Gerusalemme cominciò ad esserci quiete per il sabato, ordinai che fossero chiuse, e che non si riaprissero sino a dopo il sabato; e misi dei miei servi alle porte, perchè nessuno portasse pesi in giorno di sabato.20Così, per una volta e due, i mercanti e venditori di ogni genere rimasero chiusi fuori di Gerusalemme.21Io li sgridai, e dissi loro: «Perchè vi fermate voi di contro alle mura? Se lo farete un'altra volta, vi farò mettere le mani addosso». Così, da allora in poi, non vennero più di sabato.22Dissi anche ai leviti che si purificassero, e venissero a custodire le porte, acciò il giorno del sabato fosse santificato. Anche per questo, ricordati di me, Dio mio, ed abbi di me pietà, conforme alla grandezza della tua misericordia.23Ma in quel tempo vidi ancora che dei Giudei avevano preso per mogli delle donne Azotite, Ammonite e Moabite.24I loro figliuoli parlavano mezzo azotico, e non sapevan parlare ebraico, e parlavano un po' d'una lingua e un po' di un'altra.25Li rimproverai, e li maledissi. E ne feci battere alcuni, e rader loro la testa, e giurare innanzi a Dio che non darebbero le loro figliuole ai figli di quelle, nè prenderebbero le figlie di quelli pei loro figli nè per sè, e dissi:26«Non cadde proprio in questo peccato Salomone re d'Israele? Eppure, in tanti popoli, non v'era un re simile a lui; ed era caro al suo Dio, e Dio lo aveva fatto re di tutto Israele; ed egli pure fu condotto al peccato da donne straniere.27Saremo dunque anche noi così disobbedienti da commettere un male sì grande, ed offendere il Dio nostro, prendendo mogli straniere?».28Dei figli di Joiada figlio di Eliasib gran sacerdote, ve n'era uno genero di Sanaballat Oronita, e lo cacciai via da me.29Ricorda, Signore Dio mio, e castiga quelli che profanano il sacerdozio, e la legge sacerdotale e levitica.30Io dunque li mondai da ogni contatto straniero, e stabilii gli ordini de' sacerdoti e de' leviti, ciascuno al suo uffizio,31per regolare le offerte della legna e delle primizie ai tempi comandati. Ricordati benevolmente di me, Dio mio. Amen.