Abacuc 2
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BIBBIA CEI 2008 | VULGATA |
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1 Mi metterò di sentinella, in piedi sulla fortezza, a spiare, per vedere che cosa mi dirà, che cosa risponderà ai miei lamenti. | 1 Super custodiam meam stabo, et figam gradum super munitionem : et contemplabor ut videam quid dicatur mihi, et quid respondeam ad arguentem me. |
2 Il Signore rispose e mi disse: «Scrivi la visione e incidila bene sulle tavolette, perché la si legga speditamente. | 2 Et respondit mihi Dominus, et dixit : Scribe visum, et explana eum super tabulas, ut percurrat qui legerit eum. |
3 È una visione che attesta un termine, parla di una scadenza e non mentisce; se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà. | 3 Quia adhuc visus procul ; et apparebit in finem, et non mentietur : si moram fecerit, exspecta illum, quia veniens veniet, et non tardabit. |
4 Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede». | 4 Ecce qui incredulus est, non erit recta anima ejus in semetipso ; justus autem in fide sua vivet. |
5 La ricchezza rende perfidi; il superbo non sussisterà, spalanca come gli inferi le sue fauci e, come la morte, non si sazia, attira a sé tutte le nazioni, raduna per sé tutti i popoli. | 5 Et quomodo vinum potantem decipit, sic erit vir superbus, et non decorabitur : qui dilatavit quasi infernus animam suam, et ipse quasi mors, et non adimpletur : et congregabit ad se omnes gentes, et coacervabit ad se omnes populos. |
6 Forse che tutti non lo canzoneranno, non faranno motteggi per lui? Diranno: «Guai a chi accumula ciò che non è suo, – e fino a quando? – e si carica di beni avuti in pegno!». | 6 Numquid non omnes isti super eum parabolam sument, et loquelam ænigmatum ejus, et dicetur : Væ ei qui multiplicat non sua ? usquequo et aggravat contra se densum lutum ? |
7 Forse che non sorgeranno a un tratto i tuoi creditori, non si sveglieranno e ti faranno tremare e tu diverrai loro preda? | 7 Numquid non repente consurgent qui mordeant te, et suscitabuntur lacerantes te, et eris in rapinam eis ? |
8 Poiché tu hai saccheggiato molte genti, gli altri popoli saccheggeranno te, perché hai versato sangue umano e hai fatto violenza a regioni, alle città e ai loro abitanti. | 8 Quia tu spoliasti gentes multas, spoliabunt te omnes qui reliqui fuerint de populis, propter sanguinem hominis, et iniquitatem terræ, civitatis, et omnium habitantium in ea. |
9 Guai a chi è avido di guadagni illeciti, un male per la sua casa, per mettere il nido in luogo alto e sfuggire alla stretta della sventura. | 9 Væ qui congregat avaritiam malam domui suæ, ut sit in excelso nidus ejus, et liberari se putat de manu mali ! |
10 Hai decretato il disonore alla tua casa: quando hai soppresso popoli numerosi hai fatto del male contro te stesso. | 10 Cogitasti confusionem domui tuæ ; concidisti populos multos, et peccavit anima tua. |
11 La pietra infatti griderà dalla parete e la trave risponderà dal tavolato. | 11 Quia lapis de pariete clamabit, et lignum, quod inter juncturas ædificiorum est, respondebit. |
12 Guai a chi costruisce una città sul sangue, ne pone le fondamenta sull’iniquità. | 12 Væ qui ædificat civitatem in sanguinibus, et præparat urbem in iniquitate ! |
13 Non è forse volere del Signore degli eserciti che i popoli si affannino per il fuoco e le nazioni si affatichino invano? | 13 Numquid non hæc sunt a Domino exercituum ? laborabunt enim populi in multo igne, et gentes in vacuum, et deficient. |
14 Poiché la terra si riempirà della conoscenza della gloria del Signore, come le acque ricoprono il mare. | 14 Quia replebitur terra, ut cognoscant gloriam Domini, quasi aquæ operientes mare. |
15 Guai a chi fa bere i suoi vicini mischiando vino forte per ubriacarli e scoprire le loro nudità. | 15 Væ qui potum dat amico suo mittens fel suum, et inebrians ut aspiciat nuditatem ejus ! |
16 Ti sei saziato d’ignominia, non di gloria. Bevi anche tu, e denùdati mostrando il prepuzio. Si riverserà su di te il calice della destra del Signore e la vergogna sopra il tuo onore, | 16 Repletus es ignominia pro gloria ; bibe tu quoque, et consopire. Circumdabit te calix dexteræ Domini, et vomitus ignominiæ super gloriam tuam. |
17 poiché lo scempio fatto al Libano ricadrà su di te e il massacro degli animali ti colmerà di spavento, perché hai versato sangue umano e hai fatto violenza a regioni, alle città e ai loro abitanti. | 17 Quia iniquitas Libani operiet te, et vastitas animalium deterrebit eos de sanguinibus hominum, et iniquitate terræ, et civitatis, et omnium habitantium in ea. |
18 A che giova un idolo scolpito da un artista? O una statua fusa o un oracolo falso? L’artista confida nella propria opera, sebbene scolpisca idoli muti. | 18 Quid prodest sculptile, quia sculpsit illud fictor suus, conflatile, et imaginem falsam ? quia speravit in figmento fictor ejus, ut faceret simulacra muta. |
19 Guai a chi dice al legno: «Svégliati», e alla pietra muta: «Àlzati». Può essa dare un oracolo? Ecco, è ricoperta d’oro e d’argento, ma dentro non c’è soffio vitale. | 19 Væ qui dicit ligno : Expergiscere ; Surge, lapidi tacenti ! Numquid ipse docere poterit ? ecce iste coopertus est auro et argento, et omnis spiritus non est in visceribus ejus. |
20 Ma il Signore sta nel suo tempio santo. Taccia, davanti a lui, tutta la terra! | 20 Dominus autem in templo sancto suo : sileat a facie ejus omnis terra ! |