Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Abacuc 2


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1Mi metterò di sentinella,
in piedi sulla fortezza,
a spiare, per vedere che cosa mi dirà,
che cosa risponderà ai miei lamenti.
2Il Signore rispose e mi disse:
«Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette,
perché la si legga speditamente.
3È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà.
4Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede».
5La ricchezza rende perfidi;
il superbo non sussisterà,
spalanca come gli inferi le sue fauci
e, come la morte, non si sazia,
attira a sé tutte le nazioni,
raduna per sé tutti i popoli.
6Forse che tutti non lo canzoneranno,
non faranno motteggi per lui?
Diranno:
«Guai a chi accumula ciò che non è suo,
– e fino a quando? –
e si carica di beni avuti in pegno!».
7Forse che non sorgeranno a un tratto i tuoi creditori,
non si sveglieranno e ti faranno tremare
e tu diverrai loro preda?
8Poiché tu hai saccheggiato molte genti,
gli altri popoli saccheggeranno te,
perché hai versato sangue umano
e hai fatto violenza a regioni,
alle città e ai loro abitanti.
9Guai a chi è avido di guadagni illeciti,
un male per la sua casa,
per mettere il nido in luogo alto
e sfuggire alla stretta della sventura.
10Hai decretato il disonore alla tua casa:
quando hai soppresso popoli numerosi
hai fatto del male contro te stesso.
11La pietra infatti griderà dalla parete
e la trave risponderà dal tavolato.
12Guai a chi costruisce una città sul sangue,
ne pone le fondamenta sull’iniquità.
13Non è forse volere del Signore degli eserciti
che i popoli si affannino per il fuoco
e le nazioni si affatichino invano?
14Poiché la terra si riempirà della conoscenza
della gloria del Signore,
come le acque ricoprono il mare.
15Guai a chi fa bere i suoi vicini
mischiando vino forte per ubriacarli
e scoprire le loro nudità.
16Ti sei saziato d’ignominia, non di gloria.
Bevi anche tu, e denùdati mostrando il prepuzio.
Si riverserà su di te il calice della destra del Signore
e la vergogna sopra il tuo onore,
17poiché lo scempio fatto al Libano ricadrà su di te
e il massacro degli animali ti colmerà di spavento,
perché hai versato sangue umano
e hai fatto violenza a regioni,
alle città e ai loro abitanti.
18A che giova un idolo
scolpito da un artista?
O una statua fusa o un oracolo falso?
L’artista confida nella propria opera,
sebbene scolpisca idoli muti.
19Guai a chi dice al legno: «Svégliati»,
e alla pietra muta: «Àlzati».
Può essa dare un oracolo?
Ecco, è ricoperta d’oro e d’argento,
ma dentro non c’è soffio vitale.
20Ma il Signore sta nel suo tempio santo.
Taccia, davanti a lui, tutta la terra!

Note:

Ab 2,1:sulla fortezza: con il TM; BJ con lQp Ab presenta: «sulla mia fortezza». risponderà: jashib, conget. (cf. sir.); il TM legge: 'ashib, «risponderò». - Il profeta veglia sul suo popolo come la sentinella sui bastioni (cf. Os 9,8+; Is 21,6-12; Ger 6,17; Ez 3,17; Ez 33,1-9; Sal 5,4).

Ab 2,3:un termine: da ciò l'ordine di scrivere. La rivelazione si avvererà «nel tempo fissato» (cf. Dn 8,19; Dn 8,26; Dn 10,14; Dn 11,27; Dn 11,35) e il documento scritto impegna per questo tempo la parola del Signore (cf. 2Pt 3,2), dimostrandone a suo tempo la veracità (cf. Is 8,1; Is 8,3; Is 30,8). - parla di una scadenza: alla lettera «e aspira a una scadenza». La visione è dotata d'una energia propria, in quanto esprime una parola di Dio tesa a realizzarsi (cf. Is 55,10-11). La liturgia di avvento utilizza questo versetto, in base alla traduzione greca che qui diverge, per esprimere l'attesa del Messia. Vedi anche Eb 10,37 .

Ab 2,4:soccombe colui (`ullap zû) che non ha l'animo retto: conget., il TM ha: «è tronfia (`uppelah), non è retta, la sua anima in lui»; volg. traduce: «chi è incredulo, la sua anima non sarà retta in lui»; i LXX leggono: «se egli diserta, la mia anima non si compiace in lui; ma il giusto vivrà della fede in me». - mentre i giusto vivrà per la sua fede, o «fedeltà» (BJ): questa sentenza, formulata in termini universali (cf. Is 3,10-11), esprime il contenuto della visione. La «fedeltà» (cf. Os 2,22; Ger 5,1; Ger 5,3; Ger 7,28; Ger 9,2 , ecc.) a Dio, cioè alla sua parola e alla sua volontà, caratterizza il «giusto» e gli assicura quaggiù sicurezza e vita (cf. Is 33,6; Sal 37,3; Pr 10,25 , ecc.). L'empio, che manca di questa «rettitudine», va alla rovina. In tale contesto (Ab 1,2-4; Ab 1,12-17; Ab 2,5-18) si tratta qui rispettivamente del caldeo e di Giuda. Il giusto Giuda vivrà, l'oppressore perirà. Nel testo dei LXX, dove «fedeltà» diventa «fede», san Paolo leggerà la dottrina della giustificazione per mezzo della fede.

Ab 2,5:rende malvagi: BJ rende: «tradisce» con IQp Ab; il TM legge: «il vino (è) traditore».

Ab 2,6:Non faranno motteggi: ûmelicah jahûdû, conget.; il TM legge: dmelfcah hfdof «e un motteggio, enigmi». - Diranno: con 1Qp Ab e LXX; il TM legge: «dirà». - La satira mashal, è una strofa canzonatoria che si serve della metafora. Il motteggio, melicah, è un enigma, che deve essere interpretato. Questi termini caratterizzano il genere letterario delle cinque imprecazioni: in forma solenne di profezie, si hanno minacce proferite in termini velati. - Guai a chi accumula: è contro l'avidità del conquistatore. Il pensiero ha la sottigliezza dei discorsi parabolici. Il caldeo che s'impadronisce dei beni altrui ne diventa debitore. A questo titolo, sarà a sua volta preda dei popoli spogliati, divenuti suoi creditori. E la legge del taglione (Es 21,25+).

Ab 2,9:Guai a chi è avido: il caldeo avrà la sorte dell'uomo che si è arricchito con guadagni illeciti: non gli resterà nulla.

Ab 2,10:hai soppresso: con le versioni; il TM legge: «sopprimere».

Ab 2,11:«Casa» costruita con guadagni illeciti: pietra e legno gridano vendetta contro l'ingiusto possessore.

Ab 2,12:Guai a chi costruisce: contro la politica di violenza.

Ab 2,13:Non è forse: con le versioni; il TM legge: «ecco», formula di citazione (cf. 2Cr 25,26) che introduce una parola del Signore negli stichi seguenti.

Ab 2,15:Guai a chi fa bere: cinismo del conquistatore, visto come un uomo che in un'orgia fa bere i suoi vicini per avvilirli; la loro ignominia sarà la sua. Su questo ruolo attribuito a Babilonia, cf. Ger 51,7 ; a Ninive, cf. Na 3,4-7 . - i suoi vicini: con lQp Ab; il TM legge: «il suo vicino». - versando: senso incerto. - veleno: BJ, con lQp Ab, Simmaco e volg., ha «il suo veleno» (cf. Dt 32,24; Dt 32,33; Sal 58,5; Sal 140,4 ; o «la sua collera»); il TM legge: «il tuo veleno».

Ab 2,16:Bevi: orgia e vergogna del caldeo non circonciso, a sua volta ubriaco.

Ab 2,17:al Libano: il Libano devastato (cf. Is 37,24), i cui cedri Nabucodònosor sfruttò per le sue costruzioni (cf. Is 14,8), può essere anche simbolo d'Israele (cf. Is 33,9; Ger 21,14; Ger 22,6-7; Ger 22,20-23).

Ab 2,18:Questo v è trasferito da BJ dopo il v 19, come sembra esigerlo il senso.

Ab 2,19:Guai a chi dice: è contro l'idolatria insensata del caldeo. - Dopo «àlzati» (dal sonno), BJ inserisce: «è l'oracolo», glossa forse proveniente dal v 18b.

Ab 2,20:santo tempio: il tempio di Gerusalemme, ma soprattutto il palazzo celeste, da cui il Signore sta per uscire (cf. Ab 3,3s). - Taccia... tutta la terra: questo silenzio prepara la teofania di Ab 3,3-15 (cf. Is 41,1; Sal 76,9-10).