Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Sapienza 7


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1Anch'io sono un uomo mortale come tutti,
discendente del primo essere plasmato di creta.
Fui formato di carne nel seno di una madre,
2durante dieci mesi consolidato nel sangue,
frutto del seme d'un uomo e del piacere compagno del sonno.
3Anch'io appena nato ho respirato l'aria comune
e sono caduto su una terra uguale per tutti,
levando nel pianto uguale a tutti il mio primo grido.
4E fui allevato in fasce e circondato di cure;
5nessun re iniziò in modo diverso l'esistenza.
6Si entra nella vita e se ne esce alla stessa maniera.

7Per questo pregai e mi fu elargita la prudenza;
implorai e venne in me lo spirito della sapienza.
8La preferii a scettri e a troni,
stimai un nulla la ricchezza al suo confronto;
9non la paragonai neppure a una gemma inestimabile,
perché tutto l'oro al suo confronto è un Po' di sabbia
e come fango sarà valutato di fronte ad essa l'argento.
10L'amai più della salute e della bellezza,
preferii il suo possesso alla stessa luce,
perché non tramonta lo splendore che ne promana.
11Insieme con essa mi sono venuti tutti i beni;
nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile.
12Godetti di tutti questi beni, perché la sapienza li guida,
ma ignoravo che di tutti essa è madre.
13Senza frode imparai e senza invidia io dono,
non nascondo le sue ricchezze.
14Essa è un tesoro inesauribile per gli uomini;
quanti se lo procurano si attirano l'amicizia di Dio,
sono a lui raccomandati per i doni del suo insegnamento
15Mi conceda Dio di parlare secondo conoscenza
e di pensare in modo degno dei doni ricevuti,
perché egli è guida della sapienza
e i saggi ricevono da lui orientamento.
16In suo potere siamo noi e le nostre parole,
ogni intelligenza e ogni nostra abilità.
17Egli mi ha concesso la conoscenza infallibile delle cose,
per comprender la struttura del mondo
e la forza degli elementi,
18il principio, la fine e il mezzo dei tempi,
l'alternarsi dei solstizi e il susseguirsi delle stagioni,
19il ciclo degli anni e la posizione degli astri,
20la natura degli animali e l'istinto delle fiere,
i poteri degli spiriti e i ragionamenti degli uomini,
la varietà delle piante e le proprietà delle radici.
21Tutto ciò che è nascosto e ciò che è palese io lo so,
poiché mi ha istruito la sapienza,
artefice di tutte le cose.

22In essa c'è uno spirito intelligente, santo,
unico, molteplice, sottile,
mobile, penetrante, senza macchia,
terso, inoffensivo, amante del bene, acuto,
23libero, benefico, amico dell'uomo,
stabile, sicuro, senz'affanni,
onnipotente, onniveggente
e che pervade tutti gli spiriti
intelligenti, puri, sottilissimi.
24La sapienza è il più agile di tutti i moti;
per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa.
25È un'emanazione della potenza di Dio,
un effluvio genuino della gloria dell'Onnipotente,
per questo nulla di contaminato in essa s'infiltra.
26È un riflesso della luce perenne,
uno specchio senza macchia dell'attività di Dio
e un'immagine della sua bontà.
27Sebbene unica, essa può tutto;
pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova
e attraverso le età entrando nelle anime sante,
forma amici di Dio e profeti.
28Nulla infatti Dio ama se non chi vive con la sapienza.
29Essa in realtà è più bella del sole
e supera ogni costellazione di astri;
paragonata alla luce, risulta superiore;
30a questa, infatti, succede la notte,
ma contro la sapienza la malvagità non può prevalere.

Note:

Sap 7,1:un uomo: omesso da due tra i principali mss (B e S).

Sap 7,2:Sono i dieci mesi lunari. Sul modo in cui ci si rappresentava la formazione dell'embrione, cf. Gb 10,10+ .

Sap 7,8-14:Queste riflessioni hanno come base il racconto di 1Re 3,10 e i testi sapienziali che esaltano la sapienza al di sopra di tutte le cose più preziose (Gb 28,15-19; Pr 3,14s; Pr 8,10; Pr 8,11; Pr 8,19). L'autore vi aggiunge alcuni valori particolarmente apprezzati dai greci (v 10), come la salute (cf. invece Sir 1,18; Sir 30,14-16), la bellezza (cf. Sal 45,3; Sir 26,16s; Sir 36,22) e la luce del giorno (cf. Qo 11,7).

Sap 7,12:li guida: oppure «comanda loro da padrona», regolando il loro uso. - di tutti essa è madre: con mss greci e lat.; il textus receptus ha: «l'origine».

Sap 7,14:quanti se lo procurano: con mss gr. e sir.; textus receptus e lat. hanno: «ne usano». L'immagine che soggiace è quella di doni offerti a un alto personaggio per sollecitare la sua amicizia.-Tali doni provengono dall'istruzione (cf. Sap 3,11+; Sap 6,17), cioè da un insegnamento che intende regolare l'intera vita secondo un'autentica educazione morale e religiosa.

Sap 7,19:degli anni: secondo il textus receptus; mss greci, lat. e BJ presentano: «dell'anno».

Sap 7,21:Aggiornando 1Re 5,9-14 , l'autore attribuisce a Salomone il sapere che in particolare ricercava la cultura ellenica del suo tempo. In questo contesto Dio appare come la sorgente di ogni verità, e le scienze umane sono poste alle dipendenze della sua sapienza.

Sap 7,22-8,1:Ora, in maniera originale, l'autore riprende le personificazioni anteriori della sapienza (cf. Pr 8,22+). Come annunciato (Sap 6,22), ne precisa la natura e l'origine: a) enumerando in primo luogo le caratteristiche dello spirito divino che la sapienza possiede in proprio e che già illustrano la sua natura (vv 22-24) (si contano 21 attributi, e questa cifra, 3 x 7, sembra intenzionale per significare una perfezione eminente); b) determinando inoltre il rapporto della sapienza con Dio (vv 25-26), con l'aiuto di immagini che indicano insieme origine e partecipazione intima. Prendendo a prestito numerosi vocaboli dalla filosofia greca, l'autore sottolinea poi le differenti caratteristiche della sapienza e giunge a identificarla con la Provvidenza divina (Sap 8,1). Questo elogio della sapienza, che è partecipe dell'intimità di Dio (Sap 8,3), che possiede la sua onnipotenza (Sap 7,23; Sap 7,25; Sap 7,27) e collabora con la sua opera creatrice (Sap 7,12; Sap 7,22; Sap 8,4; Sap 8,6), annunzia già tutta una teologia dello Spirito cui essa viene equiparata (Sap 9,17) e del quale riceve le funzioni tradizionali (cf. Is 11,2+), ma soprattutto la cristologia, in particolare quella di Giovanni, come pure quella di Paolo (cf. Ef e Col) e della lettera agli Ebrei.

Sap 7,26:La luce perenne si identifica con Dio, visto qui come luce. Alcuni testi anteriori suggerivano già l'idea di una luce trascendente che, emanando da Dio (Ab 3,4), illumina i suoi fedeli o il suo popolo (Sal 18,29; Is 2,5), rappresenta lo splendore della sua gloria (Is 60,1; Is 60,19-20; Bar 5,9) o abita presso di lui (Dn 2,22+). Però solo 1Gv 1,5 dirà esplicitamente che «Dio è luce».

Sap 7,27:amici di Dio: come Abramo (Is 41,8; 2Cr 20,7; Gc 2,23) e Mosè (Es 33,11). - profeti: non solo i grandi profeti o gli scribi ispirati (Sir 24,31), ma anche quanti, per la loro vita santa e per la loro amicizia con Dio, penetrano di più nella conoscenza delle sue esigenze o dei suoi misteri, e diventano i suoi «interpreti» autorizzati, capaci di illuminare gli altri.