Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Sapienza 4


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1Meglio essere senza figli e avere la virtù,
poiché nel ricordo di questa c'è immortalità,
per il fatto che è riconosciuta da Dio e dagli uomini.
2Presente è imitata; assente è desiderata;
nell'eternità trionfa, cinta di corona,
per aver vinto nella gara di combattimenti senza macchia.
3La discendenza numerosa degli empi non servirà a nulla;
e dalle sue bastarde propaggini
non metterà profonde radici
né si consoliderà su una base sicura.
4Anche se per qualche tempo mette gemme sui rami,
i suoi germogli precari saranno scossi dal vento
e sradicati dalla violenza delle bufere.
5Si spezzeranno i ramoscelli ancora teneri;
il loro frutto sarà inutile, non maturo da mangiare,
e a nulla servirà.
6Infatti i figli nati da unioni illegali
attestano la perversità dei genitori nel giudizio di essi.

7Il giusto, anche se muore prematuramente, troverà riposo.
8Vecchiaia veneranda non è la longevità,
né si calcola dal numero degli anni;
9ma la canizie per gli uomini sta nella sapienza;
e un'età senile è una vita senza macchia.
10Divenuto caro a Dio, fu amato da lui
e poiché viveva fra peccatori, fu trasferito.
11Fu rapito, perché la malizia non ne mutasse i sentimenti
o l'inganno non ne traviasse l'animo,
12poiché il fascino del vizio deturpa anche il bene
e il turbine della passione travolge una mente semplice.
13Giunto in breve alla perfezione,
ha compiuto una lunga carriera.
14La sua anima fu gradita al Signore;
perciò egli lo tolse in fretta da un ambiente malvagio.
I popoli vedono senza comprendere;
non riflettono nella mente a questo fatto
15che la grazia e la misericordia sono per i suoi eletti
e la protezione per i suoi santi.
16Il giusto defunto condanna gli empi ancora in vita;
una giovinezza, giunta in breve alla perfezione,
condanna la lunga vecchiaia dell'ingiusto.
17Le folle vedranno la fine del saggio,
ma non capiranno ciò che Dio ha deciso a suo riguardo
né in vista di che cosa il Signore l'ha posto al sicuro.
18Vedranno e disprezzeranno,
ma il Signore li deriderà.
19Infine diventeranno un cadavere spregevole,
oggetto di scherno fra i morti per sempre.
Dio infatti li precipiterà muti, a capofitto,
e li schianterà dalle fondamenta;
saranno del tutto rovinati,
si troveranno tra dolori
e il loro ricordo perirà.

20Si presenteranno tremanti al rendiconto dei loro peccati;
le loro iniquità si alzeranno contro di essi
per accusarli.

Note:

Sap 4,1a:La maggior parte dei mss latini porta questo stico: «Oh come è bella la generazione casta con splendore». Questa lezione non dovrebbe essere primitiva; testimonia tuttavia la tendenza a trovare nel testo greco l'elogio della castità; un'antica tradizione patristica la intende infatti in riferimento alla verginità. Questa interpretazione però non si impone, perché, a quanto sembra, l'autore continua a opporre la sterilità virtuosa (cf. Sap 3,13) alla fecondità empia.

Sap 4,1b:L'immortalità nel ricordo si prolunga in una immortalità personale conferita da Dio (cf. Sap 3,4+).

Sap 4,2:nella gara di combattimenti senza macchia: BJ trad.: «in una gara i cui premi sono senza macchia». L'immagine si rifà alle gare atletiche dei greci. Il vincitore riceveva una corona e gli si faceva un corteo d'onore (cf. 1Cor 9,24+).

Sap 4,6:nel giudizio di essi: cioè dei figli; BJ traduce: «esame»; il possessivo si può riferire anche ai genitori (cf. Sap 1,9; Sap 3,18).

Sap 4,7-19:La sorte del giusto in questo mondo doveva essere una lunga vita (cf. Dt 4,40; Dt 5,16; Gb 5,26; Sal 91,16; Pr 3,2; Pr 3,16; Pr 4,10; Sir 1,12; Sir 1,20 ; ecc.), mentre l'empio doveva essere destinato ad una morte repentina o violenta (Gb 15,20-23; Gb 18,5-20; Sal 37; Sal 73,18; Sal 73,20 , ecc.); tali affermazioni erano spesso contraddette dai fatti (cf. 2Re 23,29; Gb 21,7 , Qo 8,12-14). Qui l'autore considera un caso estremo, la morte di un giusto nella sua giovinezza (cf. v 16b), e identifica la longevità con una maturità interiore che raggiunge il vero scopo della vita umana e predispone all'immortalità beata.

Sap 4,10:fu trasferito: l'espressione si ispira al passo del rapimento di Enoch (Gen 5,24; Sir 44,16; Eb 11,5).

Sap 4,14:lo tolse in fretta: oppure: «essa (l'anima) è uscita in fretta» o «l'ha tolta in fretta»; BJ: «è uscito in fretta». - I popoli, alla lettera; BJ: «le moltitudini» (var.: «gli altri»): questo termine, ripreso più avanti con «empi» (v 16), meraviglia un po'. La costruzione della frase è complicata da un anacoluto. E' possibile che l'ordine primitivo dei vv sia alterato.

Sap 4,19:oggetto di scherno: perché non avrà ricevuto gli onori di una sepoltura, il che costituisce un terribile castigo (cf. Is 14,19; Ger 22,19; Ger 36,30; Ez 29,5).

Sap 4,20-5,14:Gli empi compaiono in giudizio. Si tratta effettivamente di una scena di giudizio, quando Dio «farà il conto» dei peccati e quando bisognerà «render conto» dei medesimi. Ma questo giudizio riguarda solo gli empi, perché i giusti sono già presso Dio (cf. Sap 5,4-5). L'autore mostra meno interesse alla proclamazione della sentenza che allo stato d'animo dei peccatori, torturati da una coscienza colpevole (cf. Sap 17,10). La loro confessione (Sap 5,4-13) è in contrasto con le affermazioni fatte un tempo (Sap 2,1-20).