Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Sapienza 5


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1Allora il giusto starà con grande fiducia
di fronte a quanti lo hanno oppresso
e a quanti han disprezzato le sue sofferenze.
2Costoro vedendolo saran presi da terribile spavento,
saran presi da stupore per la sua salvezza inattesa.
3Pentiti, diranno fra di loro,
gemendo nello spirito tormentato:
4"Ecco colui che noi una volta abbiamo deriso
e che stolti abbiam preso a bersaglio del nostro scherno;
giudicammo la sua vita una pazzia
e la sua morte disonorevole.
5Perché ora è considerato tra i figli di Dio
e condivide la sorte dei santi?
6Abbiamo dunque deviato dal cammino della verità;
la luce della giustizia non è brillata per noi,
né mai per noi si è alzato il sole.
7Ci siamo saziati nelle vie del male e della perdizione;
abbiamo percorso deserti impraticabili,
ma non abbiamo conosciuto la via del Signore.
8Che cosa ci ha giovato la nostra superbia?
Che cosa ci ha portato la ricchezza con la spavalderia?
9Tutto questo è passato come ombra
e come notizia fugace,
10come una nave che solca l'onda agitata,
del cui passaggio non si può trovare traccia,
né scia della sua carena sui flutti;
11oppure come un uccello che vola per l'aria
e non si trova alcun segno della sua corsa,
poiché l'aria leggera, percossa dal tocco delle penne
e divisa dall'impeto vigoroso,
è attraversata dalle ali in movimento,
ma dopo non si trova segno del suo passaggio;
12o come quando, scoccata una freccia al bersaglio,
l'aria si divide e ritorna subito su se stessa
e così non si può distinguere il suo tragitto:
13così anche noi, appena nati, siamo già scomparsi,
non abbiamo avuto alcun segno di virtù da mostrare;
siamo stati consumati nella nostra malvagità".
14La speranza dell'empio è come pula portata dal vento,
come schiuma leggera sospinta dalla tempesta,
come fumo dal vento è dispersa,
si dilegua come il ricordo dell'ospite di un sol giorno.

15I giusti al contrario vivono per sempre,
la loro ricompensa è presso il Signore
e l'Altissimo ha cura di loro.
16Per questo riceveranno una magnifica corona regale,
un bel diadema dalla mano del Signore,
perché li proteggerà con la destra,
con il braccio farà loro da scudo.
17Egli prenderà per armatura il suo zelo
e armerà il creato per castigare i nemici;
18indosserà la giustizia come corazza
e si metterà come elmo un giudizio infallibile;
19prenderà come scudo una santità inespugnabile;
20affilerà la sua collera inesorabile come spada
e il mondo combatterà con lui contro gli insensati.
21Scoccheranno gli infallibili dardi dei fulmini,
e come da un arco ben teso,
dalle nubi, colpiranno il bersaglio;
22dalla fionda saranno scagliati
chicchi di grandine colmi di sdegno.
Infurierà contro di loro l'acqua del mare
e i fiumi li sommergeranno senza pietà.
23Si scatenerà contro di loro un vento impetuoso,
li disperderà come un uragano.
L'iniquità renderà deserta tutta la terra
e la malvagità rovescerà i troni dei potenti.

Note:

Sap 5,1:Il termine giusto ha la stessa portata che in Sap 2,12s (cf. Sap 2,20+). Sembra perfino che generalizzi di più. Tuttavia alcuni critici rilevano l'esistenza di corrispondenze con il servo (Is 53), se non addirittura con il «maestro di giustizia» dei testi di Qumran. Lo sviluppo fa pensare a una figura tipica, che rappresenta quanti subiscono prove simili e sperimenteranno lo stesso successo nell'aldilà.

Sap 5,3:gemendo: con lat. e copto; il greco legge: «gemeranno».

Sap 5,5:Figli di Dio e santi possono indicare gli angeli (cf. da una parte Gb 1,6; Sal 29,1; Sal 82,1; Sal 89,7 ; e dall'altra Gb 5,1; Gb 15,15; Sal 89,6; Sal 89,8; Sir 42,17; Dn 4,14; Zc 14,5). A motivo, però di Sap 2,18 è preferibile identificare i «figli di Dio» con gli eletti che condividono nel cielo l'intimità di Dio e che sono anche suscettibili di essere chiamati «santi» (cf. Sal 16,3; Sal 34,10; Is 4,3; Dn 7,18; Dn 7,21; Dn 7,22; Dn 8,24).

Sap 5,13:appena nati... già scomparsi: tra questi due estremi, nessun valore duraturo ha riempito la loro esistenza. - nella nostra malvagità: la maggior parte dei manoscritti latini aggiunge: «Ecco ciò che dicono nell'inferno coloro che hanno peccato». Questa antica glossa, introdotta nel testo, nella volgata è numerata come v 14.

Sap 5,14:L'autore conclude la confessione dei dannati con altre immagini: l'empio vede la sua speranza di felicità (cf . Sap 3,11; Sap 3,18) frustrata per sempre, avendo poggiato su beni inconsistenti . - schiuma: con lat. e sir.; il gr. Iegge: «brina» (eccetto alcuni mss che leggono «ragnatela»).

Sap 5,15-23:Ora l'autore descrive, per contrasto, la vita dei giusti, sicuri d'una ricompensa eterna (vv 15-16a-b), protetti da Dio (vv 16c-d) contro i flagelli scatenati per il definitivo castigo degli empi (vv 17-23). Questo castigo è descritto in termini apocalittici, ricorrendo alle immagini di un grande combattimento (Ez 38-39; Is 24-26) e di sconvolgimenti cosmici (Am 8,8-9+). Questa sezione forse allude a un avvenimento escatologico distinto.

Sap 5,15:vivono per sempre: della vera vita nell'intimità con Dio; iniziata sulla terra, essa non finisce più. - è presso il Signore: oppure: «è nel Signore», che è la loro «eredità» (Sal 16,5-6; Sal 73,26).

Sap 5,17:Questa armatura, che si ispira a Is 59,16-17 , simbolizza gli attributi del Dio giudice che conferma la sua volontà di castigare e la mette in opera scatenando gli elementi.

Sap 5,20:Su questa spada divina cf. Dt 32,41; Is 66,16; Ez 21 . - il mondo combatterà con lui: nella Bibbia, Dio ricorre spesso alla natura per attuare i suoi giudizi. Qui l'autore sottolinea questa idea e lo farà ancor di più ritornando sugli avvenimenti dell'esodo (cf. in particolare c 16; c 19). La descrizione seguente riprende diversi motivi antichi, già trasposti in un contesto escatologico.

Sap 5,21:La bufera è la tradizionale rappresentazione dell'intervento divino (cf. Es 19,16+). Sui «dardi» cf. Sal 18,15; Ab 3,11; Zc 9,14 .

Sap 5,22:chicchi di grandine: come ai tempi dell'esodo (Es 9,23-25) e di Giosuè (Gs 10,11) e come nei giudizi di Dio annunziati dai profeti (Is 28,17; Ez 13,13; Ez 38,22 ; cf. Ap 8,7; Ap 11,19; Ap 16,21). - l'acqua del mare: come il mare dei Giunchi inghiottì Sap 14,26s) e come il torrente Kison fece rotolare i cadaveri dei soldati di Sisara (Gdc 5,21). Lo scatenamento delle acque è il simbolo delle grandi calamità (Sal 18,5+).