Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Sapienza 10


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1Essa protesse il padre del mondo, formato per primo da Dio,
quando fu creato solo;
poi lo liberò dalla sua caduta
2e gli diede la forza per dominare su tutte le cose.
3Ma un ingiusto, allontanatosi da essa nella sua collera
perì per il suo furore fratricida.
4A causa sua la terra fu sommersa,
ma la sapienza di nuovo la salvò
pilotando il giusto e per mezzo di un semplice legno.
5Essa, quando le genti furono confuse,
concordi soltanto nella malvagità,
riconobbe il giusto
e lo conservò davanti a Dio senza macchia
e lo mantenne forte
nonostante la sua tenerezza per il figlio.
6E mentre perivano gli empi, salvò un giusto,
che fuggiva il fuoco caduto sulle cinque città.
7Quale testimonianza di quella gente malvagia
esiste ancora una terra desolata, fumante
insieme con alberi che producono frutti immaturi
e a memoria di un'anima incredula,
s'innalza una colonna di sale.
8Allontanandosi dalla sapienza,
non solo ebbero il danno di non conoscere il bene,
ma lasciarono anche ai viventi un ricordo di insipienza,
perché le loro colpe non rimanessero occulte.
9Ma la sapienza liberò i suoi devoti dalle sofferenze:
10essa condusse per diritti sentieri
il giusto in fuga dall'ira del fratello,
gli mostrò il regno di Dio
e gli diede la conoscenza delle cose sante;
gli diede successo nelle sue fatiche
e moltiplicò i frutti del suo lavoro.
11Lo assistette contro l'avarizia dei suoi avversari
e lo fece ricco;
12lo custodì dai nemici,
lo protesse da chi lo insidiava,
gli assegnò la vittoria in una lotta dura,
perché sapesse che la pietà è più potente di tutto.
13Essa non abbandonò il giusto venduto,
ma lo preservò dal peccato.
14Scese con lui nella prigione,
non lo abbandonò mentre era in catene,
finché gli procurò uno scettro regale
e potere sui propri avversari,
smascherò come mendaci i suoi accusatori
e gli diede una gloria eterna.
15Essa liberò un popolo santo e una stirpe senza macchia
da una nazione di oppressori.
16Entro nell'anima di un servo del Signore
e si oppose con prodigi e con segni a terribili re.
17Diede ai santi la ricompensa delle loro pene,
li guidò per una strada meravigliosa,
divenne loro riparo di giorno
e luce di stelle nella notte.
18Fece loro attraversare il Mar Rosso,
guidandoli attraverso molte acque;
19sommerse invece i loro nemici
e li rigettò dal fondo dell'abisso.
20Per questo i giusti spogliarono gli empi
e celebrarono, Signore, il tuo nome santo
e lodarono concordi la tua mano protettrice,
21perché la sapienza aveva aperto la bocca dei muti
e aveva sciolto la lingua degli infanti.

Note:

Sap 10,1:Adamo è solo nel mondo, come Dio nel cielo. - dalla sua caduta: alcuni mss lat. qui dicono: «ed essa lo trasse dal fango della terra, lo strappò dalla sua colpa». La prima parte di questa var. proviene forse da una glossa esplicativa a «formato per primo». - Il tema del pentimento e della riabilitazione di Adamo (un'opinione ebraica spesso ripresa dai Padri della chiesa) è messo in rapporto con l'influsso misericordioso della sapienza, che permette ad Adamo di conservare, dopo la caduta, il suo dominio sul mondo e gli dà la forza di esercitarlo.

Sap 10,3:un ingiusto: Caino (cf. Gen 4,8-13). - A causa del suo omicidio, o egli stesso si condannò a una esistenza miserabile (terminata in modo tragico secondo alcune leggende ebraiche), o fu la causa dello sterminio della sua razza nel diluvio (v 4), o si consegnò volontariamente alla morte vera (cf. Sap 1,11(d)-12; Sap 1,16).

Sap 10,4s:il giusto: qui è Noè (cf. Gen 6,9); nel v 5 è Abramo (cf. Gen 22).

Sap 10,6:Lot (cf. Gen 19).

Sap 10,10:il giusto: Giacobbe (cf. Gen 27,41-45; Gen 28,5-6). - delle cose sante o «dei santi», cioè degli angeli (Gen 28,12). Le «cose sante» indicano o le rivelazioni concernenti la corte celeste o le promesse fatte a Giacobbe (Gen 28,13-15).

Sap 10,12:Nella sua «lotta con Dio» Giacobbe l'avrebbe spuntata, non per la sua forza, ma per il vigore della sua «pietà». Solo questa può costringere Dio e ottenere la sicurezza della sua benedizione. L'episodio viene interpretato nel senso di una esperienza spirituale.

Sap 10,13:Giuseppe (cf. Gen 39-41).

Sap 10,15:Il popolo dell'esodo è «santo» e «senza macchia» in forza della sua vocazione (Es 19,6; Lv 19,2) e dei valori religiosi che incarna. Nel medesimo tempo l'autore idealizza il passato e continuerà a farlo nella terza parte; il suo scopo è triplice: a) dimostrare con la storia il diverso trattamento dei giusti e degli empi; b) esaltare la superiorità religiosa e morale del giudaismo; c) infine mostrare che il passato prefigura il futuro apocalittico.

Sap 10,16:Terribili re: generalizzazione retorica; si tratta del faraone.

Sap 10,17:L'autore attribuisce alla sapienza ciò che l'Esodo dice della presenza di Dio nella nube.

Sap 10,20:Gli israeliti, secondo la tradizione giudaica, spogliarono delle loro armi gli egiziani morti.

Sap 10,21:Un tempo Dio aveva sciolto la lingua di Mosè perché potesse parlare al faraone (Es 4,10; Es 6,12; Es 6,30). Ora interviene perché tutti gli israeliti senza eccezione possano unirsi nella sua lode. Qui l'autore segue una tradizione giudaica che poi si amplierà nei testi rabbinici.