Scrutatio

Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Sapienza 17


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1I tuoi giudizi sono grandi e difficili da spiegare,
per questo le anime grossolane furono tratte in errore.
2Gli iniqui credendo di dominare il popolo santo,
incatenati nelle tenebre e prigionieri di una lunga notte,
chiusi nelle case,
giacevano esclusi dalla provvidenza eterna.
3Credendo di restar nascosti con i loro peccati segreti,
sotto il velo opaco dell'oblio,
furono dispersi, colpiti da spavento terribile
e tutti agitati da fantasmi.
4Neppure il nascondiglio in cui si trovavano
li preservò dal timore,
ma suoni spaventosi rimbombavano intorno a loro,
fantasmi lugubri dai volti tristi apparivano.
5Nessun fuoco, per quanto intenso riusciva a far luce,
neppure le luci splendenti degli astri
riuscivano a rischiarare quella cupa notte.
6Appariva loro solo una massa di fuoco,
improvvisa, spaventosa;
atterriti da quella fugace visione,
credevano ancora peggiori le cose viste.
7Fallivano i ritrovati della magia,
e la loro baldanzosa pretesa di sapienza.
8Promettevano di cacciare timori e inquietudini
dall'anima malata,
e cadevano malati per uno spavento ridicolo.
9Anche se nulla di spaventoso li atterriva,
spaventati al passare delle bestiole
e ai sibili dei rettili,
morivano di tremore,
rifiutando persino di guardare l'aria,
a cui nessuno può sottrarsi.
10La malvagità condannata dalla propria testimonianza
è qualcosa di vile
e oppressa dalla coscienza presume sempre il peggio.
11Il timore infatti
non è altro che rinunzia agli aiuti della ragione;
12quanto meno nell'intimo ci si aspetta da essi,
tanto più grave si stima l'ignoranza
della causa che produce il tormento.
13Ma essi durante tale notte davvero impotente,
uscita dai recessi impenetrabili degli inferi senza potere,
intorpiditi da un medesimo sonno,
14ora erano agitati da fantasmi mostruosi,
ora paralizzati per l'abbattimento dell'anima;
poiché un terrore improvviso e inaspettato
si era riversato su di loro.
15Così chiunque, cadendo là dove si trovava,
era custodito chiuso in un carcere senza serrami,
16fosse un agricoltore o un pastore
o un operaio impegnato in lavori in luoghi solitari,
sorpreso cadeva sotto la necessità ineluttabile,
perché tutti eran legati dalla stessa catena di tenebre.
17Il sibilare del vento,
il canto melodioso di uccelli tra folti rami,
il mormorio di impetuosa acqua corrente,
il cupo fragore di rocce cadenti,
18la corsa invisibile di animali imbizzarriti,
le urla di crudelissime belve ruggenti,
l'eco ripercossa delle cavità dei monti,
tutto li paralizzava e li riempiva di terrore.
19Tutto il mondo era illuminato di luce splendente
ed ognuno era dedito ai suoi lavori senza impedimento.
20Soltanto su di essi si stendeva una notte profonda,
immagine della tenebra che li avrebbe avvolti;
ma erano a se stessi più gravosi della tenebra.

Note:

Sap 17,1-18,19:L'autore oppone alla piaga delle tenebre (Es 10,21-23) la luce che continuava a rischiarare il mondo intero e gli israeliti (v 18 e Sap 18,1), poi la luce della legge (Sap 18,4); ma l'antitesi propriamente detta fa intervenire la «colonna di fuoco» (Sap 18,3).

Sap 17,3:L'autore drammatizza la piaga delle tenebre. La descrizione amplifica in diversi sensi il racconto biblico e si avvicina al midrash ellenistico, utilizzando forse leggende giudaiche e speculazioni rabbiniche che si trovano in Filone d'Alessandria. Nello stesso tempo si noterà l'orientamento apocalittico dell'insieme: le tenebre d'Egitto diventano l'anticipazione o l'immagine delle tenebre infernali (cf. soprattutto i vv 14.20).

Sap 17,7:Dopo un successo temporaneo (Es 7,11; Es 7,22; Es 8,3) gli artifici dei maghi avevano fatto fallimento (Es 8,14), anzi avevano portato disgrazia ai loro autori (Es 9,11). Sembra che l'autore, attraverso i maghi del faraone, se la prenda con quelli del suo tempo.

Sap 17,10:Prima menzione della coscienza nella Bibbia greca (cf. At 23,1+); il termine esprime qui la coscienza morale che rimprovera i peccati commessi. - La riflessione elimina le cause immaginarie della paura. Ma la coscienza oppressa dal rimorso turba il giudizio e gli impedisce di raggiungere il suo scopo.

Sap 17,14:si era riversato: textus receptus; «li aveva invasi», mss e BJ.