Scrutatio

Domenica, 28 aprile 2024 - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi)

Qoelet 7


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BIBBIA CEI 1974LA SACRA BIBBIA
1 Un buon nome è preferibile all'unguento profumato
e il giorno della morte al giorno della nascita.
1 Meglio un buon nome che un buon profumo e il giorno della morte che quello della nascita.
2 È meglio andare in una casa in pianto
che andare in una casa in festa;
perché quella è la fine d'ogni uomo
e chi vive ci rifletterà.
2 Meglio andare in una casa dove si fa cordoglio, che in una casa dove si fa baldoria, perché è questa la fine di tutti gli uomini e il vivo così ci riflette.
3 È preferibile la mestizia al riso,
perché sotto un triste aspetto il cuore è felice.
3 Meglio la tristezza del riso, perché davanti a un volto triste il cuore si fa migliore.
4 Il cuore dei saggi è in una casa in lutto
e il cuore degli stolti in una casa in festa.
4 Il pensiero del sapiente è rivolto alla casa in cordoglio, il pensiero dello stolto alla casa in allegria.
5 Meglio ascoltare il rimprovero del saggio
che ascoltare il canto degli stolti:
5 Meglio ascoltare il rimprovero del sapiente piuttosto che l'adulazione degli stolti,
6 perché com'è il crepitio dei pruni sotto la pentola,
tale è il riso degli stolti.
Ma anche questo è vanità.
6 perché come lo scoppiettio degli sterpi sotto la pentola, così è il riso dello stolto. Ma anche questo è vanità,
7 Il mal tolto rende sciocco il saggio
e i regali corrompono il cuore.

7 perché l'oppressione può rendere stolto il sapiente, e un donativo può corrompere il cuore.
8 Meglio la fine di una cosa che il suo principio;
è meglio la pazienza della superbia.

8 Meglio la fine di una cosa che il suo inizio, meglio la longanimità che la superbia.
9 Non esser facile a irritarti nel tuo spirito, perché l'ira alberga in seno agli stolti.9 Non essere facile ad irritarti nell'intimo, perché l'irritazione ha sede nel seno degli stolti.
10 Non domandare: "Come mai i tempi antichi erano migliori del presente?", poiché una tale domanda non è ispirata da saggezza.10 Non ti domandare com'è che il tempo passato è migliore di quello di oggi, perché questo problema non viene da saggezza.
11 È buona la saggezza insieme con un patrimonio ed è utile per coloro che vedono il sole;11 E' bene avere oltre alla sapienza un patrimonio: è un vantaggio per quelli che vedono il sole,
12 perché si sta all'ombra della saggezza come si sta all'ombra del denaro e il profitto della saggezza fa vivere chi la possiede.
12 perché si vive all'ombra della sapienza, si vive all'ombra del danaro; ma vale di più il sapere, perché la sapienza fa vivere chi la possiede.
13 Osserva l'opera di Dio: chi può raddrizzare ciò che egli ha fatto curvo?13 Cerca di capire l'opera di Dio, perché nessuno può raddrizzare ciò che egli ha fatto curvo.
14 Nel giorno lieto sta' allegro e nel giorno triste rifletti: "Dio ha fatto tanto l'uno quanto l'altro, perché l'uomo non trovi nulla da incolparlo".
14 Nei giorni felici sii lieto, nei giorni del dolore rifletti: gli uni come gli altri vengono per volere di Dio, perché l'uomo non possa sapere mai nulla del proprio futuro.
15 Tutto ho visto nei giorni della mia vanità: perire il giusto nonostante la sua giustizia, vivere a lungo l'empio nonostante la sua iniquità.

15 Tutto ho veduto nei giorni miei vani. C'è il giusto che perisce nonostante la sua giustizia, e l'empio che vive a lungo nonostante la sua malvagità.
16 Non esser troppo scrupoloso
né saggio oltre misura.
Perché vuoi rovinarti?
16 Cerca perciò di non essere né troppo giusto né troppo saggio, se non vuoi perire.
17 Non esser troppo malvagio
e non essere stolto.
Perché vuoi morire innanzi tempo?

17 Ma non essere nemmeno troppo cattivo né troppo stolto, se non vuoi perire prima del tuo tempo.
18 È bene che tu ti attenga a questo e che non stacchi la mano da quello, perché chi teme Dio riesce in tutte queste cose.
18 E' bene che tu stia attaccato a una cosa, ma che tu non ti discosti nemmeno dall'altra. Quel che conta è che tu tema Dio, e riuscirai in entrambe le cose.
19 La sapienza rende il saggio più forte di dieci potenti che governano la città.19 La sapienza rappresenta per il saggio una forza maggiore di quella di dieci potenti in una città,
20 Non c'è infatti sulla terra un uomo così giusto che faccia solo il bene e non pecchi.20 per quanto sulla terra non ci sia nessun uomo che sia giusto, che faccia il bene senza peccare.
21 Ancora: non fare attenzione a tutte le dicerie che si fanno, per non sentir che il tuo servo ha detto male di te,21 Inoltre, non prestare attenzione a tutte le parole che si dicono, perché non ti capiti di sentire il tuo servo parlar male di te,
22 perché il tuo cuore sa che anche tu hai detto tante volte male degli altri.22 ché la tua coscienza sa che anche tu, molte volte, hai parlato male degli altri.
23 Tutto questo io ho esaminato con sapienza e ho detto: "Voglio essere saggio!", ma la sapienza è lontana da me!23 Poiché è con la sapienza che avevo fatte tutte queste considerazioni, decisi di diventare sapiente, ma la sapienza era lontana da me.
24 Ciò che è stato è lontano e profondo, profondo: chi lo può raggiungere?
24 Lontano è il reale ed estremamente profondo. Nessuno ne verrà a capo.
25 Mi son applicato di nuovo a conoscere e indagare e cercare la sapienza e il perché delle cose e a conoscere che la malvagità è follia e la stoltezza pazzia.25 Allora mi detti a riflettere nel mio cuore per cercare la sapienza e l'interpretazione delle cose, facendo esperienza del male, dell'insipienza, della stoltezza e della follia.
26 Trovo che amara più della morte è la donna, la quale è tutta lacci: una rete il suo cuore, catene le sue braccia. Chi è gradito a Dio la sfugge ma il peccatore ne resta preso.
26 E questo ho trovato, che la donna è più amara della morte, perché essa è un laccio, il suo cuore è una rete e catene le sue braccia. Chi è gradito a Dio ne può scampare, ma il peccatore ci resta preso.
27 Vedi, io ho scoperto questo, dice Qoèlet, confrontando una ad una le cose, per trovarne la ragione.27 Ecco, questo è ciò che ho trovato, ha detto Qohèlet, nel cercare la ragione di tutto, cosa per cosa:
28 Quello che io cerco ancora e non ho trovato è questo:

Un uomo su mille l'ho trovato:
ma una donna fra tutte non l'ho trovata.

28 aquello che cerco, non l'ho trovato.
29 Vedi, solo questo ho trovato:

Dio ha fatto l'uomo retto,
ma essi cercano tanti fallaci ragionamenti.
29 Ma questo l'ho trovato: Dio ha fatto l'uomo semplice; è lui che va in cerca di tanti e tanti perché.