Scrutatio

Lunedi, 29 aprile 2024 - Santa Caterina da Siena ( Letture di oggi)

Proverbia 25


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VULGATABIBBIA MARTINI
1 Hæ quoque parabolæ Salomonis, quas transtulerunt viri Ezechiæ regis Juda.1 Queste parabole ancora sono di Salomone, e furon messe insieme dagli uomini di Ezechia re di Giuda.
2 Gloria Dei est celare verbum,
et gloria regum investigare sermonem.
2 E gloria di Dio il velare la sua parola, ed è gloria dei re l'investigare il senso della parola.
3 Cælum sursum, et terra deorsum,
et cor regum inscrutabile.
3 Il cielo nella sua sublimità, e la terra nella sua profondità, e il cuore dei re, sono cose imperscrutabili.
4 Aufer rubiginem de argento,
et egredietur vas purissimum.
4 Togli all'argento la ruggine, e se ne farà un vaso purissimo.
5 Aufer impietatem de vultu regis,
et firmabitur justitia thronus ejus.
5 Togli gli empj dal cospetto del re, e il trono di lui si stabilirà sopra la giustizia.
6 Ne gloriosus appareas coram rege,
et in loco magnorum ne steteris.
6 Non fare il grande dinanzi al re, e non ti mettere nel posto dei magnati.
7 Melius est enim ut dicatur tibi : Ascende huc,
quam ut humilieris coram principe.
7 Perocché è meglio per te, che ti sia detto: Vieni più in su, che se ti toccasse di essere umiliato dinanzi al principe.
8 Quæ viderunt oculi tui ne proferas in jurgio cito,
ne postea emendare non possis,
cum dehonestaveris amicum tuum.
8 Non correre a furia a manifestare in occasione di contesa quello, che vedesti cogli occhi tuoi, perché dopo aver fatto disonore all'amico, non sarà in tuo potere di rimediare.
9 Causam tuam tracta cum amico tuo,
et secretum extraneo ne reveles :
9 Tratta del tuo negozio col tuo amico, e non rivelare il tuo segreto ad uno straniero;
10 ne forte insultet tibi cum audierit,
et exprobrare non cesset.
Gratia et amicitia liberant :
quas tibi serva, ne exprobrabilis fias.
10 Affinchè questi quando l'avrà saputo, non ti insulti, e ti faccia sempre de' rimproveri. La grazia, e l'amicizia fanno l'uomo franco: e tu conservale per fuggire i rimproveri.
11 Mala aurea in lectis argenteis,
qui loquitur verbum in tempore suo.
11 La parola detta a tempo è come i pomi d'oro a un letto di argento.
12 Inauris aurea, et margaritum fulgens,
qui arguit sapientem et aurem obedientem.
12 La riprensione fatta al saggio, è all'orecchio docile, è un orecchino di oro con una perla rilucente.
13 Sicut frigus nivis in die messis,
ita legatus fidelis ei qui misit eum :
animam ipsius requiescere facit.
13 L'ambasciadore fedele è per colui, che lo ha mandato, come fredda neve nella stagion della messe: egli tiene in riposo l'animo di lui.
14 Nubes, et ventus, et pluviæ non sequentes,
vir gloriosus et promissa non complens.
14 Il vantatore, che non mantiene quel, che ha promesso, è una nuvola ventosa, cui non succede la pioggia.
15 Patientia lenietur princeps,
et lingua mollis confringet duritiam.
15 La pazienza raddolcirà il principe, e la lingua molle spezzerà ogni dura cosa
16 Mel invenisti : comede quod sufficit tibi,
ne forte satiatus evomas illud.
16 Hai trovato il miele? Mangiane tanto, che a te basti, affinchè se te he empissi non l'abbi a vomitare.
17 Subtrahe pedem tuum de domo proximi tui,
nequando satiatus oderit te.
17 Ritira il piede dalla casa del tuo vicino, affinchè questi non si stufi di te, e ti prenda in avversione.
18 Jaculum, et gladius, et sagitta acuta,
homo qui loquitur contra proximum suum falsum testimonium.
18 L'uomo, che attesta il falso contro il suo prossimo è un dardo, una spada, ed una acuta saetta.
19 Dens putridus, et pes lassus,
qui sperat super infideli in die angustiæ,
19 Chi confida in un uomo infedele nel dì della tribolazione, è come chi ha un dente guasto, e stanca la gamba,
20 et amittit pallium in die frigoris.
Acetum in nitro,
qui cantat carmina cordi pessimo.
Sicut tinea vestimento, et vermis ligno,
ita tristitia viri nocet cordi.
20 E resta senza mantello al tempo freddo.
E un mettere aceto sul nitro, il cantare delle canzoni a un cuore molto affitto. Come la tignuola fa male alla veste, e il tarlo al legno: cosi la malinconia al cuore dell'uomo.
21 Si esurierit inimicus tuus, ciba illum ;
si sitierit, da ei aquam bibere :
21 Se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli acqua da bere:
22 prunas enim congregabis super caput ejus,
et Dominus reddet tibi.
22 Perocché cosi ragunerai sul capo di lui ardenti carboni, e il Signore ti ricompenserà.
23 Ventus aquilo dissipat pluvias,
et facies tristis linguam detrahentem.
23 Il vento di settentrione scaccia la pioggia, e una faccia severa (reprime) la lingua del detrattore.
24 Melius est sedere in angulo domatis
quam cum muliere litigiosa et in domo communi.
24 E meglio il sedere in un angolo del solaio, che in una casa comune con una donna, che garrisce.
25 Aqua frigida animæ sitienti,
et nuntius bonus de terra longinqua.
25 Una buona nuova, che vien di lontano, è acqua fresca ad uno, che patisce la sete.
26 Fons turbatus pede et vena corrupta,
justus cadens coram impio.
26 Il giusto che cade veggente l'empio è una fontana intorbidata co' piedi, e una vena di acque imbrattata.
27 Sicut qui mel multum comedit non est ei bonum,
sic qui scrutator est majestatis opprimetur a gloria.
27 Come il miele fa male a chi troppo ne mangia, così colui che si fa scrutatore della maestà di Dio, rimarrà sotto il peso della sua gloria.
28 Sicut urbs patens et absque murorum ambitu,
ita vir qui non potest in loquendo cohibere spiritum suum.
28 L'uomo, il quale in parlando non può affrenare il suo spirito, è una città spalancata, e non cinta di muro.