Scrutatio

Martedi, 19 marzo 2024 - San Giuseppe ( Letture di oggi)

Geremia 4


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NOVA VULGATABIBBIA
1 “ Si converteris, Israel,
ait Dominus,
ad me convertere;
si abstuleris abominationes tuas a facie mea,
non effugies.
1 "Se vuoi ritornare, o Israele - dice il Signore -
a me dovrai ritornare.
Se rigetterai i tuoi abomini,
non dovrai più vagare lontano da me.
2 Et iurabis: “Vivit Dominus!”
in veritate et in iudicio et in iustitia,
et benedicentur in ipso gentes
et in ipso gloriabuntur.
2 Il tuo giuramento sarà: Per la vita del Signore,
con verità, rettitudine e giustizia.
Allora i popoli si diranno benedetti da te
e di te si vanteranno".
3 Haec enim dicit Dominus
viro Iudae et Ierusalem:
Novate vobis novale
et nolite serere super spinas.
3 Dice il Signore
agli uomini di Giuda e a Gerusalemme:
"Dissodatevi un terreno incolto
e non seminate fra le spine.
4 Circumcidimini Domino
et auferte praeputia cordium vestrorum,
viri Iudae et habitatores Ierusalem,
ne forte egrediatur ut ignis indignatio mea
et succendatur, et non sit qui exstinguat,
propter malitiam operum vestrorum.
4 Circoncidetevi per il Signore,
circoncidete il vostro cuore,
uomini di Giuda e abitanti di Gerusalemme,
perché la mia ira non divampi come fuoco
e non bruci senza che alcuno la possa spegnere,
a causa delle vostre azioni perverse.

5 Annuntiate in Iuda
et in Ierusalem auditum facite;
et loquimini et canite tuba in terra,
clamate fortiter et dicite:
“Congregamini, et ingrediamur civitates munitas”.
5 Annunziatelo in Giuda,
fatelo udire a Gerusalemme;
suonate la tromba nel paese,
gridate a piena voce e dite:
Radunatevi ed entriamo
nelle città fortificate.
6 Levate signum in Sion,
fugite, nolite stare,
quia malum ego adduco ab aquilone
et contritionem magnam.
6 Alzate un segnale verso Sion;
fuggite, non indugiate,
perché io mando da settentrione una sventura
e una grande rovina.
7 Ascendit leo de cubili suo,
et praedo gentium se levavit;
egressus est de loco suo,
ut ponat terram tuam in solitudinem:
civitates tuae vastabuntur,
remanentes absque habitatore.
7 Il leone è balzato dalla boscaglia,
il distruttore di nazioni
si è mosso dalla sua dimora
per ridurre la tua terra a una desolazione:
le tue città saranno distrutte,
non vi rimarranno abitanti.
8 Super hoc accingite vos ciliciis,
plangite et ululate,
quia non est aversa ira furoris Domini a nobis.
8 Per questo vestitevi di sacco,
lamentatevi e alzate grida,
perché non si è allontanata
l'ira ardente del Signore da noi.
9 Et erit in die illa,
dicit Dominus,
peribit cor regis
et cor principum,
et obstupescent sacerdotes,
et prophetae consternabuntur ”.
9 E in quel giorno
- dice il Signore -
verrà meno il coraggio del re
e il coraggio dei capi;
i sacerdoti saranno costernati
e i profeti resteranno stupiti.
10 Et dixi: “ Heu, Domine Deus!
Ergo decepisti populum istum et Ierusalem
dicens: “Pax erit vobis”;
et ecce pervenit gladius usque ad animam ”.
10 Essi diranno: Ah, Signore Dio,
hai dunque del tutto ingannato
questo popolo e Gerusalemme,
quando dicevi: Voi avrete pace,
mentre una spada giunge fino alla gola".
11 In tempore illo dicetur populo huic et Ierusalem:
“ Ventus urens collium, qui sunt in deserto,
invadit filiam populi mei
non ad ventilandum et ad purgandum.
11 In quel tempo si dirà:
a questo popolo e a Gerusalemme:
"Il vento ardente delle dune soffia dal deserto
verso la figlia del mio popolo,
non per vagliare, né per mondare il grano.
12 Ventus plenior his veniet mihi,
nunc et ego loquar iudicia mea cum eis ”.
12 Un vento minaccioso si alza al mio ordine.
Ora, anch'io voglio pronunziare
contro di essi la condanna".
13 Ecce quasi nubes ascendet,
et quasi tempestas currus eius;
velociores aquilis equi illius.
Vae nobis, quoniam vastati sumus!
13 Ecco, egli sale come nubi
e come un turbine sono i suoi carri,
i suoi cavalli sono più veloci delle aquile.
Guai a noi che siamo perduti!
14 Lava a malitia cor tuum,
Ierusalem, ut salva fias;
usquequo morabuntur in te
cogitationes iniquae?
14 Purifica il tuo cuore dalla malvagità, Gerusalemme,
perché possa uscirne salva.
Fino a quando albergheranno in te
pensieri d'iniquità?

15 Vox enim annuntiantis a Dan
et notam facientis calamitatem de monte Ephraim.
15 Ecco, una voce reca la notizia da Dan,
si annunzia la sventura dalle montagne di Efraim.
16 Nuntiate gentibus. Ecce adsunt!
Auditum facite hoc super Ierusalem:
“ Custodes venerunt de terra longinqua
et dederunt super civitates Iudae vocem suam;
16 Annunziatelo alle genti,
fatelo sapere a Gerusalemme.
Gli assedianti vengono da una terra lontana,
mandano urla contro le città di Giuda.
17 quasi custodes agrorum facti sunt super eam in gyro,
quia adversus me contumax erat ”,
dicit Dominus.
17 Come custodi d'un campo l'anno circondata,
perché si è ribellata contro di me. Oracolo del Signore.
18 Via tua et opera tua
fecerunt haec tibi;
ista malitia tua, quia amara,
quia tetigit cor tuum.
18 La tua condotta e le tue azioni
ti hanno causato tutto ciò.
Questo il guadagno della tua malvagità; com'è amaro!
Ora ti penetra fino al cuore.
19 Viscera mea, viscera mea! Doleo.
Parietes cordis mei!
Turbatur in me cor meum:
non tacebo,
quoniam vocem bucinae audivit anima mea,
clamorem proelii.
19 Le mie viscere, le mie viscere! Sono straziato.
Le pareti del mio cuore!
Il cuore mi batte forte;
non riesco a tacere,
perché ho udito uno squillo di tromba,
un fragore di guerra.
20 Contritio super contritionem vocata est,
quoniam vastata est omnis terra,
repente vastata sunt tabernacula mea,
subito tentoria mea.
20 Si annunzia rovina sopra rovina:
tutto il paese è devastato.
A un tratto sono distrutte le mie tende,
in un attimo i miei padiglioni.
21 Usquequo videbo vexillum,
audiam vocem bucinae?
21 Fino a quando dovrò vedere segnali
e udire squilli di tromba?
22 “ Quia stultus populus meus:
me non cognoverunt;
filii insipientes sunt et vecordes:
sapientes sunt, ut faciant mala,
bene autem facere nesciunt ”.
22 "Stolto è il mio popolo:
non mi conoscono,
sono figli insipienti,
senza intelligenza;
sono esperti nel fare il male,
ma non sanno compiere il bene".
23 Aspexi terram, et ecce vacua erat et deserta;
et caelos, et non erat lux in eis.
23 Guardai la terra ed ecco solitudine e vuoto,
i cieli, e non v'era luce.
24 Aspexi montes, et ecce movebantur,
et omnes colles conturbati sunt.
24 Guardai i monti ed ecco tremavano
e tutti i colli ondeggiavano.
25 Aspexi, et ecce non erat homo,
et omne volatile caeli recesserat.
25 Guardai ed ecco non c'era nessuno
e tutti gli uccelli dell'aria erano volati via.
26 Aspexi, et ecce hortus desertus,
et omnes urbes eius destructae sunt
a facie Domini et a facie irae furoris eius.
26 Guardai ed ecco la terra fertile era un deserto
e tutte le sue città erano state distrutte
dal Signore e dalla sua ira ardente.
27 Haec enim dicit Dominus:
“ Deserta erit omnis terra,
sed tamen consummationem non faciam.
27 Poiché dice il Signore:
"Devastato sarà tutto il paese;
io compirò uno sterminio.
28 Super hoc lugebit terra,
et maerebunt caeli desuper,
eo quod locutus sum,
statui et non paenitet me
nec avertar ab eo ”.
28 Pertanto la terra sarà in lutto
e i cieli lassù si oscureranno,
perché io l'ho detto e non me ne pento,
l'ho stabilito e non ritratterò".
29 A voce equitis et mittentis sagittam
fugit omnis civitas;
ingressi sunt silvas condensas
et ascenderunt rupes;
universae urbes derelictae sunt,
et non habitat in eis homo.
29 Per lo strepito di cavalieri e di arcieri
ogni città è in fuga,
vanno nella folta boscaglia
e salgono sulle rupi.
Ogni città è abbandonata,
non c'è rimasto un sol uomo.
30 Tu autem, vastata, quid facies?
Cum vestieris te coccino,
cum ornata fueris monili aureo,
et pinxeris stibio oculos tuos,
frustra componeris;
contempserunt te amatores tui,
animam tuam quaerent.
30 E tu, devastata, che farai?
Anche se ti vestissi di scarlatto,
ti adornassi di fregi d'oro
e ti facessi gli occhi grandi con il bistro,
invano ti faresti bella.
I tuoi amanti ti disprezzano;
essi vogliono la tua vita.
31 Vocem enim quasi parturientis audivi,
angustias ut puerperae;
vox filiae Sion
intermorientis expandentisque manus suas:
“ Vae mihi, quia defecit anima mea
propter interfectores! ”.
31 Sento un grido come di donna nei dolori,
un urlo come di donna al primo parto,
è il grido della figlia di Sion,
che spasima e tende le mani:
"Guai a me! Sono affranta,
affranta per tutti gli uccisi".