Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Sapienza 17


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NOVA VULGATALA SACRA BIBBIA
1 Magna sunt enim iudicia tua et inenarrabilia;
propter hoc indisciplinatae animae erraverunt.
1 Grandi e imperscrutabili sono i tuoi giudizi: per questo le anime senza istruzione furono tratte in errore.
2 Dum enim persuasum habent iniqui posse dominari nationi sanctae,
captivi tenebrarum et longae noctis compediti,
inclusi sub tectis, fugitivi perpetuae providentiae iacuerunt.
2 Persuasi di poter opprimere il popolo santo, gli iniqui giacevano inerti, prigionieri delle tenebre, avvolti da una lunga notte, rinchiusi dentro le case, lungi dalla provvidenza eterna.
3 Et dum putant se latere in obscuris peccatis,
tenebroso oblivionis velamento
dispersi sunt, paventes horrende,
et umbris perturbati.
3 Mentre pensavano di restare nascosti con gli occulti peccati sotto l'oscuro velo dell'oblio, furono dispersi, colti da orribile spavento e sconvolti da fantasmi.
4 Neque enim, quae continebat illos, spelunca sine timore custodiebat,
quoniam sonitus descendentes perturbabant illos,
et phantasmata tristi vultu maerentia apparebant.
4 Neppure il nascondiglio che li accoglieva poté preservarli dalla paura, ma rumori sconvolgenti risuonavano intorno a loro e apparivano spettri minacciosi dai volti tristi.
5 Et ignis quidem nulla vis poterat illis lumen praebere,
nec siderum limpidae flammae
illuminare poterant illam noctem horrendam.
5 Nessun fuoco, per quanto potente, aveva la forza di far luce, né le luci fulgide degli astri potevano illuminare quella orribile notte.
6 Apparebat autem illis tantum subitaneus ignis timore plenus,
et timore perculsi illius, quae non videbatur, visionis
aestimabant deteriora esse, quae videbantur;
6 Appariva loro soltanto un fuoco spontaneo, pieno di timore; atterriti da quello spettacolo non conosciuto stimavano ancora peggiori le cose che vedevano.
7 et magicae artis appositi erant derisus,
et in sapientia gloriae correptio cum contumelia.
7 Le risorse dell'arte magica giacevano a terra e vergognosa era la confutazione della scienza dell'arrogante.
8 Illi enim, qui promittebant
timores et perturbationes expellere se ab anima languente,
hi cum ridiculo timore languebant.
8 Quanti promettevano di cacciare i timori e i turbamenti dell'anima abbattuta, gli stessi erano malati di paura ridicola.
9 Nam, etsi nihil turbulenti illos terrebat,
transitu animalium et serpentium sibilatione commoti,
tremebundi peribant,
et aerem, quem nulla ratione quis effugere posset, negantes se videre.
9 Anche se niente di spaventoso li intimoriva, spaventati dal passaggio delle bestie e dal sibilo dei serpenti,
10 Formidinis enim suae propriae nequitia dat testimonium,
cum sit condemnata;
semper autem praesumit saeva perturbata conscientia.
10 morivano di paura e si rifiutavano di guardare l'aria, che in nessun modo si può evitare.
11 Nihil enim est timor nisi proditio auxiliorum, quae sunt a cogitatione;
11 La malvagità, quando è condannata, si rivela particolarmente vile; oppressa dalla coscienza, suppone sempre il peggio.
12 et, dum ab intus minor est exspectatio,
maiorem computat inscientiam eius causae, quae tormentum praestat.
12 Il timore infatti non è altro che l'abbandono degli aiuti del ragionamento:
13 Illi autem per impotentem vere noctem
et ab impotentis inferni speluncis supervenientem,
eundem somnum dormientes,
13 quanto minore è internamente l'attesa degli aiuti, tanto più si valuta l'ignoranza della causa che procura il tormento.
14 aliquando a monstris exagitabantur phantasmatum,
aliquando animae deficiebant proditione:
subitaneus enim illis et insperatus timor infundebatur.
14 Ma essi, durante quella notte veramente impotente e uscita dai recessi degli impotenti inferi, addormentati di un medesimo sonno,
15 Itaque, si quisquam illic decidisset,
custodiebatur in carcere sine ferro reclusus.
15 ora erano agitati da spettri mostruosi, ora erano paralizzati per l'abbandono dell'anima, poiché li colse un improvviso e inaspettato timore.
16 Sive enim rusticus quis erat aut pastor
aut agri laborum operarius praeoccupatus,
ineffugibilem sustinebat necessitatem,
una enim catena tenebrarum omnes erant colligati.
16 E così chiunque, cadendo là dov'era, si trovava rinchiuso in un carcere senza catenaccio:
17 Sive spiritus sibilans
aut inter spissos arborum ramos avium sonus suavis
aut numerus aquae decurrentis nimium
aut sonus durus praecipitatarum petrarum
17 chiunque fosse, agricoltore o pastore o operaio che si affatica nella solitudine, sorpreso dalle tenebre, subiva l'ineluttabile destino,
18 aut ludentium animalium cursus invisus
aut mugientium ferissimarum bestiarum vox
aut resonans de cavitate montium echo
deficientes faciebant illos prae timore.
18 perché tutti furono legati all'unica catena delle tenebre. Il sibilo del vento, o il melodioso canto di uccelli tra i rami degli alberi frondosi, o il mormorio dell'acqua che scorre con forza,
19 Omnis enim orbis terrarum limpido illuminabatur lumine
et non impeditis operibus continebatur;
19 o il forte fragore di massi cadenti, o la corsa invisibile di animali saltellanti, o la voce di selvagge fiere ruggenti, o l'eco ripercossa dalle cavità dei monti, li paralizzava per lo spavento.
20 solis autem illis superposita erat gravis nox,
imago tenebrarum, quae illos recepturae erant:
ipsi ergo sibi erant graviores tenebris.
20 Tutto il mondo era illuminato da una splendida luce e si dedicava senza impedimento ai lavori;
21 solo su di essi si stendeva una notte profonda, immagine delle tenebre che stavano per avvolgerli. Ma essi erano a se stessi più pesanti delle tenebre.