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Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Lettera agli Efesini 4


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Gli esorta all'unità dello spirito, dimostrando, come Cristo ha dato a chi un dono, a chi l'altro, e ha istituiti nella sua Chiesa varj ordini per l'edificazione del suo mistico Corpo sino alla fine del mondo. Gli ammonisce, che spogliatisi dell'uomo vecchio, si rivestano del nuovo, e dell'uno, e dell'altro ne spiega le parti; e di più gli avverte, che rimanendo uniti a questo corpo, si separino da coloro, i quali accecati nell'anima, seguono sfrenatamente i desiderj della carne, e che ripudiati gli antichi costumi abbraccino i nuovi.

1Vi scongiuro adunque io prigioniero pel Signore, che camminiate in maniera convenevole alla vocazione, a cui siete stati chiamati,2Con tutta umiltà, e mansuetudine, con pazienza sopportandovi gli uni gli altri per carità,3Solleciti di conservare l'unità dello spirito mediante il vincolo della pace.4Un solo corpo, e un solo spirito, come siete ancora stati chiamati ad una sola speranza della vostra vocazione.5Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo.6Un solo Dio, e padre di tutti, che è sopra di tutti, e per tutte le cose, e in tutti noi.7Ma a ciascheduno di noi è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo.8Per la qual cosa dice: asceso in alto ne menò schiava la schiavitù: distribuì doni agli uomini.9Ma che è l'essere asceso, se non che prima anche discese alle parti infime della terra?10Colui, che discese, è quell'istesso, che anche ascese sopra tutti i cieli per dar compimento a tutte le cose.11Ed egli altri costituì Apostoli, altri profeti, altri evangelisti, altri pastori, e dottori,12Per il perfezionamento de' santi, pel lavorìo del ministero, per la edificazione del corpo di Cristo:13Fino a tanto che ci riuniamo tutti per l'unità della fede, e della cognizione del Figliuolo di Dio, in un uomo perfetto, alla misura della età piena di Cristo:14Onde non più siamo fanciulli vacillanti, e portati qua, e là da ogni vento di dottrina pei raggiri degli uomini, per le astuzie, onde seduce l'errore.15Ma seguendo la verità nella carità, andiam crescendo per ogni parte in lui, che è il capo (cioè) Cristo:16Da cui tutto il corpo compaginato, e commesso per via di tutte le giunture di comunicazione, in virtù della proporzionata operazione sopra di ciascun membro, l'argumento prende proprio del corpo per sua perfezione mediante la carità.17Questo adunque io dico, e vi scongiuro nel Signore, che non camminiate più, come camminano le nazioni nella vanità de' loro pensamenti,18Le quali hanno l'intelletto ottenebrato, sono aliene dal viver secondo Dio per la ignoranza, che è in loro a causa dell'accecamento del loro cuore,19Le quali prive di speranza abbandonate si sono alla impurità per commettere a gara qualunque infamità.20Ma voi non cosi avete apparato Cristo,21Se pure lo avete ascoltato, e in lui siete stati ammaestrati, come in Gesù, è verità:22Che voi riguardo alla vita passata vi spogliate del vecchio uomo, il quale per le ingannatrici passioni si corrompe.23E vi rinnovelliate nello spirito della vostra mente,24E vi rivestiate dell'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia, e nella vera santità.25Per la qual cosa rigettata la menzogna, parli ciascheduno al suo prossimo secondo la verità: conciossiachè siamo membri gli uni degli altri.26Se vi adirate, guardatevi dal peccare: non tramonti il sole sopra dell'ira vostra.27Non date luogo al diavolo:28Colui, che rubava, non rubi più: ma anzi lavori colle proprie mani a qualche cosa di onesto di modo, che abbia da dare a chi patisce necessità.29Non esca dalla vostra bocca alcun cattivo discorso: ma tale, che buono sia per l'edificazione della fede, onde dia grazia a quegli, che ascoltano.30E non contristate lo Spirito santo di Dio, mercé di cui siete stati marcati pel giorno della redenzione.31Qualunque amarezza, e scandescenza, e ira, e clamore, e maldicenza sia rimossa da voi con ogni sorta di malvagità.32Ma siate benigni gli uni verso degli altri, misericordiosi, facili a per donare scambievolmente, come anche Dio ha a voi perdonato per Cristo.

Note:

4,1:Vi scongiuro adunque io prigioniero ec. Dopo la sposizione della dottrina passa secondo il suo solito alle esortazioni, e alle regole del costume. E in primo luogo dalle cose dette di sopra gli ammonisce in generale, che procurino di vivere in quella guisa, che si conviene a persone, le quali sono memori e da chi, e in qual modo, e per qual fine furon chiamate alla dignità di figliuoli di Dio, e di membri di Gesù Cristo.

4,2:Con tutta umiltà. Vale a dire, con la umiltà e interiore, ed esteriore. La memoria di quello, che fu l'uomo prima che distinto fosse dalla grazia, dee risvegliare in lui questa cordiale profonda umiltà, virtù ignota a tutta la filosofia del gentilesimo, virtù, che è il fondamento della vita cristiana, e perciò sì sovente raccomandata nel 1nuovo testamento.
Sopportandovi gli uni gli altri per carità. Sopportando ciascuno i mancamenti, e le debolezze del prossimo per ispirito di carità, e secondo le regole della carità, vale a dire non per indolenza, non per umano rispetto, non contro il bene spirituale de' medesimi prossimi, e della Chiesa.

4,3:Solleciti di conservare l'unità dello spirito ec. Ecco il fine principale della mansuetudine, dell'umiltà, della pazienza; questo fine si è di conservare inviolata l'unione santa, e spirituale de' fedeli mediante il vincolo della pace, la quale non si potrà conservare, ove regni la superbia, l'ira, l'impazienza. Questa unione è di tanta im portanza, che debbe il cristiano ogni studio, ed ogni sollecitudine impiegare per mantenerla.

4,4:Un solo corpo, e un solo spirito, come siete ancora ec. Tutti i fedeli insieme una sola cosa compongono, che è il mistico corpo di Cristo; un solo corpo non debbe avere se non uno spirito solo; voi dovete adunque essere tutti una stessa cosa non solo per l'esterna visibile unio me, ma ancora per l'unione di Spirito, come un solo è l'oggetto delle speranze di tutti voi, la vita eterna.

4,5-6:Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio, e padre ec. I fedeli tutti un solo Signore hanno, ed un solo capo, che è Cristo: hanno una sola fede, la medesima, che ebbero tutti i santi prima del vangelo, e sarà in tutti i santi sino alla fine del mondo; ed hanno tutti lo stesso solo battesimo, vale a dire, siccome hanno una stessa unica fede, così anche i medesimi esterni simboli della fede. Lo stesso Dio è Dio, e padre di tutti i fedeli adottati da lui in Cristo. Quante, e quanto forti ragioni di unione, e di fratellevole intensissimo amore!
Che è sopra di tutti, e per tutte le cose, e in tutti noi. Il greco può tradursi: Che è sopra tutte le cose, e per tutte le cose, e in tutti voi. Frequentemente l'Apostolo quando gli occorre di nominare Dio, aggiunge al nome di lui qualche elogio: qui adunque dice, che egli è sopra tutte le cose, e per tutte si stende la immensa sua provvidenza, ed è specialmente per grazia in tutti i credenti, i quali a lui sono uniti per Cristo. Il Padre è principio, e fonte della divinità, e perciò di lui dicesi, che è sopra tutte le cose: del Figliuolo, che è la sapienza del Padre, per cui furon fatte tutte le cose, si dice, che egli è per tutte le cose: dello Spirito santo, che egli abita ne' credenti mediante la carità.

4,7:A ciaschedun di noi è stata data la grazia secondo la misura ec. A ciascheduno di noi quella grazia, che ha, è stata data da Cristo secondo il beneplacito di lui, non secondo la distinzione de' meriti, o delle qualità personali, onde nissuno ha motivo o di insuperbirsi, o di dolersi, o di portare invidia al fratello. Questa verità ten de anch'essa a conservare l'unità dello spirito nei fedeli Vedi Rom. XII. 3. 6.

4,8:Per la qual cosa dice: asceso in alto ec. Cristo adunque come mediatore nostro, e capo della Chiesa, è la causa, e l'unico autore di tutte le grazie, e dei doni di stribuiti con differente misura a' fedeli, lo che prova l'Apostolo con le parole del salmo LXVII. 8., dove il Profeta dice di Cristo, che egli salendo al cielo coloro seco vi condusse, che erano tenuti in servitù dal comune nemico, da cui gli liberò, facendogli suoi servi, e distribuì agli uomini i doni celesti. Le parole del salmo nella nostra Volgata sono: Se' asceso in alto, hai presa prigioniera la schiavitù, hai ricevuto doni per gli uomini. Che in queste parole, come in tutto quel salmo si parli dal re profeta del Messia, lo riconoscono e confessano gli stessi Ebrei. Davidde adunque mirando con gli occhi della sua profeticamente il trionfo di Cristo, il quale vincitore della morte, e del demonio ascende al trono della sua gloria alla destra del Padre, e nel trionfo del capo mirando ancora la glorificazione delle membra, con lui si rallegra dei grandi mirabili effetti, che seguir dovevano la sua vittoria, per la quale dovevano gli uomini essere sciolti dalle catene della durissima antica loro schiavitù per seguire liberi e vincitori il loro conquistatore nei cieli a ricevere da lui il dono della gloria, al quale gli ha preparati co' doni della sua grazia. Questi doni, Cristo in quanto uomo gli ricevette da Dio, e li ricevette per arricchirne il genere umano, conforme dice lo stesso salmo; per la qual cosa con tutta ragione l'Apostolo raccontando di Cristo quello, che a Cristo stesso disse il Profeta, ha potuto in luogo di quelle parole: Hai ricevuti doni per gli uomini, sostituire queste altre: Ha dato doni agli uomini. S. Girolamo osserva che benissimo disse Paolo aver Cristo distribuito agli uomini que' doni, i quali il Profeta dice, che Cristo ricevette per gli uomi mi, perchè d'una cosa futura parlava il Profeta, l'Apostolo poi di cosa già fatta.

4,9:Ma che è l'essere asceso, se non che prima anche discese ec. Quello, che dice il Salmista, che Cristo ascese, porta di necessità, ch'egli fosse disceso. Ma fin dove di scese egli? Fino alle infime parti della terra, risponde l'Apostolo, vale a dire fino all'inferno per consolare e liberare i suoi santi. Si può anche dire, che Cristo di scese alle infime parti della terra, perchè dal seno del Padre calò nel sen della Vergine ad assumervi la natura dell'uomo terrena e mortale.
È da notare però in primo luogo, che l'Apostolo nella discesa di Cristo tutte comprende le umiliazioni, e i patimenti, ai quali egli si sottopose per noi, come nell'ascensione tutto quello, che alla glorificazione di Cristo si appartiene. Secondo, che in questo versetto si confu tano due diverse eresie, e di color che dicevano, che Cristo non era prima di Maria, e di quelli, che due figliuoli, e due persone si figuravano in lui, il Figliuolo di Dio, e il figliuolo dell'uomo. L'istesso Cristo è quello che discese, e quello che ascese. In quanto Dio discese non con passare da un luogo ad un altro, ma con assumere una natura inferiore; ascese, allorchè vinta la morte, salì al cielo come uomo; donde non si era, in quanto Dio, partito giammai. Finalmente nel fatto di Cristo in sinua l'Apostolo un efficace documento di umiltà, mostrando, come la via di salire è quella di volontariamente discendere, ed abbassarsi.

4,10:Ascese sopra tutti i cieli per dar compimento a tutte le cose. Penetrò i cieli, e s'innalzò fino alla destra del Padre sì per adempiere tutto quello che era stato scritto di lui nel vecchio testamento, e sì ancora per riempiere de' doni spirituali tutto il genere umano, ovvero, come altri spiegano, affinchè in tutti i luoghi manifesta si rendesse la gloria, la potenza, il trionfo di Cristo, nella terra, nell'inferno, e nel cielo stesso. Da Cristo adunque umiliato per noi fino all'inferno, esaltato di poi fino al più alto de' cieli provengono tutti i beni, e le grazie spirituali, delle quali va adorna, e ricca la Chiesa, e ciaschedun de' suoi membri.

4,11:Ed egli altri costitui Apostoli, ec. Novera i principali doni dati da Cristo alla sua Chiesa, o sia i diversi stati, ed uffici, che furono da lui ordinati per l'edificazione del suo mistico corpo; e primieramente gli Apostoli, a' quali fu data la pienezza della grazia e della potestà per formare e governare il popolo di Dio. Agli Apostoli unisce immediatamente i profeti, come sopra III. 5., 1. Cor. XII. 24., perchè questi, come abbiam già detto più volte, erano dotati di special grazia, e sapienza per la sposizione delle Scritture, e particolarmente dei libri profetici del vecchio testamento, onde utilissimo era il lor ministero, e per convincere gl'infedeli, e per con fermare i neofiti nella fede. Evangelisti erano quelli, che avevano singolarmente il dono della predicazione, ed erano per lo più aiuti, e compagni degli Apostoli.
Pastori, e dottori. Secondo s. Agostino un solo ufficio, e ministero significano queste due parole, che è quello de' Vescovi, i quali ottimamente vengono descritti col titolo di pastori e dottori perchè ad essi si spetta di pascere il popolo con la parola di Dio, e con la dottrina.

4,12:Per il perfezionamento de' santi, pel lavorio del ministero, per la edificazione ec. Spiega qui l'Apostolo il triplice frutto dei mentovati doni, ed uffici posti da Cristo nella sua Chiesa. Primo, di promuovere la perfezione e santificazione di coloro, che hanno abbracciata la fede, affinchè ciascuno di questi nel suo grado risplenda, come degno membro di Cristo; secondo, di santificare gli stessi ministri nel laborioso esercizio dei loro doveri pel servigio che rendono a Dio ed al prossimo; terzo finalmente per l'avanzamento e dilatazione della Chiesa mediante la conversione degl' infedeli e dei peccatori.

4,13:Fino a tanto che ci riuniamo ec. Ecco l'ultimo termine, a cui è diretto il ministero ecclesiastico. Questo adunque avrà luogo nella Chiesa di Cristo insino a tanto, che tutti coloro, che sono destinati alla vita, gli uni dopo gli altri forti divengano e robusti nella fede, e nella cognizione di Cristo, e siano tutti come un solo uomo perfetto, un solo mistico corpo di Cristo nella sua piena virile età. Così interpretano questo luogo comunemente i Padri Greci, e s. Girolamo, e s. Ambrogio. Molti però dei Padri latini lo spiegano della futura generale risurrezione, nella quale i fedeli acquisteranno un corpo simile a quello del loro capo, quanto alla età, alla robustezza, e alle doti gloriose, delle quali saranno ornati. E da questo pur inferiscono, che i santi risusciteranno nella stessa età, in cui Cristo mori, e risuscitò. Vedi Filip. III. 21. La prima sposizione sembra più naturale, e più adattata a quello che segue.

4,14:Onde non più siamo fanciulli ec. Viene a spiegare più chiaramente, quale sia la robustezza e la virile perfetta età dell'uomo cristiano, portando la comparazione di coloro, i quali non sono ancor giunti a quello stato. Tutto questo si fa, dice egli, affinchè noi non siamo più come piccoli pargoletti, che mal posano su' loro piedi, e ad ogni piccolo inciampo vacillano, e stan per cadere; perchè non siamo più sommossi, e trasportati or in una, ora in altra parte dalle diverse dottrine contrarie alla fede, or dei pagani filosofanti, or de' Giudei, or degli Eretici, i quali co' raggiri e con le astuzie, delle quali si serve l'errore per insinuarsi negli animi semplici, ci allontanino dalla retta via della fede.

4,15:Ma seguendo la verità... andiamo crescendo ec.Ma tenendo costantemente la vera dottrina e nelle parole, e ne' fatti insieme con la carità, procuriamo di ingrandirci ogni di in ogni maniera di virtù e di grazia fino a giungere a quella corrispondenza, che dobbiamo avere noi membri col capo nostro, che è Cristo. Questo è il vero senso di questo versetto nel greco, ed anche nella Volgata, sebbene in questa non è così chiaramente espres so, come non ho potuto esprimerlo assai chiaramente nella traduzione. Ma non si lasci di osservare l'altissimo documento, che si dà a' cristiani in questo luogo riguardo all'obbligo che hanno, di andarsi ogni di perfezio nando nelle virtù. Questa obbligazione nasce secondo il sentimento dell'Apostolo dalla necessaria relazione e corrispondenza, che aver debbono le membra del mistico corpo col divino loro capo Cristo, alla immagine del quale fa d'uopo, che siano conformi, come altrove dice lo stesso Apostolo, conformità, alla quale dee tendere l'uomo cristiano in tutto il tempo di questa vita.

4,16:Da cui tutto il corpo compaginato, e commesso ec. Da Cristo, come da suo capo, tutto pende il mistico corpo, che siamo noi, e riguardo a questo suo mistico corpo, fa Cristo le stesse funzioni ed uffici, i quali nel corpo naturale al capo si appartengono. Cristo adunque, dice l'Apostolo, e aduna sotto di sè tutte le membra, e con ordine e disposizione conveniente le lega e con se stesso, e tra di loro, per mezzo della fede, e de' doni dello Spirito, e de' sagramenti, e per mezzo delle stesse vocazioni, e funzioni diverse, che sono nella Chiesa; e questi stessi vincoli di unione sono ancora canali di comunicazione sì tra 'l capo e le membra, e sì ancora tra l'uno e l'altro dei membri, i quali reciprocamente si aiutano, e lo spirito vitale trasmettonsi. Quindi in virtù dell'operazione, o sia dell'influsso del capo sopra ciasche dun membro (operazione, ed influsso, che è sempre pro porzionato al bisogno, e alle rispettive funzioni, per cui quel tal membro fu destinato ) il corpo tutto riceve e il suo complemento, e la perfetta sua costruzione mediante la carità, che è l'anima di tutto il lavoro ed è quella che edifica.

4,17:Questo adunque io dico, ec. Ritorna all'esortazione incominciata dai primi versetti di questo capo, e in primo luogo con molta tenerezza gli prega pel Signore, cioè per Gesù Cristo, di cui (secondo la dottrina spiegata di sopra ) sono già divenuti membri, che si allontanino interamente da quella vita, che è comune alle nazioni non ancor convertite, le quali son tutte intese ed occupate nelle vanità delle cose presenti.

4,18:Hanno l'intelletto ottenebrato. Sono immerse nelle tenebre dell'ignoranza, e dell'errore riguardo alle cose di Dio, e della vita futura.
Aliene dal viver secondo Dio per la ignoranza, che è in loro a causa ec. Lontane da quella vita, di cui è principio la cognizione di Dio in Cristo, per l'ignoranza, che domina in esse dopo l'accecamento, o (come dice il greco) l'induramento del loro cuore.

4,19:Prive di speranza abbandonate si sono ec. Sembra, che l'Apostolo abbia avute in mira le parole di Geremia XVIII. 12. Siamo senza speranza: anderem dietro a' no stri pensieri, e farem ciascheduno quello, che il cattivo cuore ci detta.
Per commettere a gara qualunque infamità. La Volgata dice che costoro fanno tali cose per avarizia, ma questa stessa espressione è spiegata da s. Tommaso per l'ardente appetito di mal fare, lo che con maggior energia è significato nel greco col dire, che fanno a gara a chi più s'immerga in ogni sorte d'iniquità.

4,20:Voi non cosi avete apparato Cristo. Ma non son tali i principi, e le regole di vita, che avete appreso da Cristo. Così insegna la scuola di Simone, e degli Gnostici non differenti in ciò dai Gentili, ma non quella di Cristo.

4,21-22:Se pure lo avete ascoltato, e in lui siete stati ammaestrati. Dico, che voi non così avete imparato, perchè certamente avete ascoltato Cristo, e la dottrina di lui, anzi nella divina persona del medesimo Cristo veduto avete, e imparato gl'insegnamenti di giustizia e di virtù non solo nelle parole, ma anche ne' fatti sempre conformi alle parole. Or questa verità v'insegna, che dovete spogliarvi dell'uomo vecchio, il quale accecato dallo spirito d'errore, più reo e più corrotto diviene ogni giorno, seguendo le prave sue cupidità. Vedi Rom. VI. 6.

4,23:Nello spirito della vostra mente. Spirito della mente val qui lo stesso, che la mente dell'uomo, la quale è spirituale, come nota s. Agostino. Dice adunque l'Apostolo, che rinnovellar si debbono in quella parte dell'uomo, dalla quale l'uomo tutto si regge e si governa.

4,24:E vi rivestiate dell'uomo nuovo, creato secondo Dio ec. Quest'uomo nuovo è Gesù Cristo, Rom. XIII. 14. Imperocchè, come osserva s. Girolamo, tutto è nuovo nell'uomo assunto dal nostro Salvatore: nuova la maniera di nascere, nuova la dottrina, la vita, le virtù, e finalmente la croce, la passione, la risurrezione, la salita al cielo. Questo è l'uomo creato veramente nella giustizia, e nella santità della verità, perchèfu vero Dio, figliuolo di Dio vero, e tutta la religione e la giustizia di Dio in lui ebbe con verità il suo complemento. Per la qual cosa chi imita la vita di lui, e le virtù ne ricopia in se stesso di modo, che sia mansueto ed umile di cuore, e per cosso non risponda, e maledetto non renda maledizione, ma vinca coll'umiltà la superbia, questi dell'uomo nuovo rivestesi.

4,25:Rigettata la menzogna, parli ec. Trai caratteri dell'uomo vecchio, di cui debbe spogliarsi il cristiano, pone qui in primo luogo la menzogna, come quel vizio, che è sommamente contrario alla vera giustizia, e al bene della società. Trai caratteri per conseguenza dell'uomo nuovo viene primieramente la sincerità, e semplicità cristiana: siamo membri di un medesimo corpo: or non si è udito giammai, che un membro del corpo naturale offenda l'altro, ma tutti scambievolmente s'aiutano tra di loro. Così debbono le membra del mistico corpo di Cristo sostentarsi le une le altre, e non offendersi con la falsità, e con la doppiezza.

4,26-27:Se vi adirate, guardatevi dal peccare: non tra monti il sole ec. Le prime parole sono prese dal salmo IV. 4. Adiratevi e non peccate: la qual maniera di dire è si mile a quella dell'Ecclesiastico XXX. Piaggia il figliuolo, e ti darà da pensare, scherza con lui, e ti darà de' dolori: vale a dire, se piaggerai, se scherzerai. Dice adunque, che ove qualche movimento d'ira insorga dentro di noi, ci guardiamo dal secondarla, e dal prorompere in ingiurie, e dal mal fare, ma anzi procuriamo di reprimer la, e deporla immediatamente. Imperocchè l'ira covata nel cuore partorisce l'odio, e il desiderio della vendetta; onde il demonio si rende padrone dell'iracondo, e ad ogni più orribile attentato può trasportarlo. Reprimasi adunque l'ira per chiudere al demonio l'ingresso nel nostro cuore.

4,28:Colui che rubava, non rubi più: ma anzi lavori ec. Si può domandare il perchè l'Apostolo ordini a colui, che ha rubato, di lavorare, e non anche di restituire quel che ha rubato; ma si risponde, che vietando il rubare, viene a ordinarsi il restituire, perchè chi non restitthisce, quando può, persevera nel peccato di furto, ed è sempre ladro dell'altrui. Dice adunque, che chi prima d'esser cristiano prendeva l'altrui, si dia a lavorare indefessa mente con le proprie mani per guadagnare e da vivere per sè, ed eziandio da poter assistere coloro, che in neces sità si ritrovano. Ma è da notare, come avvedutamente l'Apostolo dice, che lavori non a qualunque cosa, o a qualunque mestiero, ma sì ad un mestiero di utilità, quale solamente conviene ad un cristiano; lavori per i bisogni corporali del prossimo, non mai in cose, onde ne riceva il prossimo occasione di danno nell'anima.

4,29:Onde dia grazia a quelli che ascoltano. Il discorso atto a corroborare la fede nel cuore di chi ascolta, dicesi, che a questi dà grazia, quando dell'uomo, e del discorso dell'uomo si serve Iddio per conferir grazia agli uditori.

4,30:Non contristate lo Spirito santo di Dio, ec. Si contrista lo Spirito santo per gli osceni discorsi, perchè per essi si contristano gli uomini pii, ne' quali è lo Spirito Santo, e perchè lo stesso Spirito odia, e detesta tali discorsi. Questo Spirito abbiamo noi ricevuto come marcodi onore, e di distinzione, come sigillo impresso nelle anime nostre,e come pegno, il quale certi ci rende della piena, e totale nostra liberazione, che sarà nell'ultimo giorno. Rom. VIII. 23.
S. Tommaso lesse: nel giorno della redenzione: e lo interpreta del dì del nostro battesimo; ma il greco, e la Volgata, qual'è di presente, hanno miglior senso.