Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Seconda lettera ai Corinzi 8


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Gli esorta a fare generosamente limosina a' poveri di Gerusalemme coll'esempio de' Macedoni, e di Cristo, avvisandogli a fare secondo le facoltà di ciascheduno quello, che già da molto tempo, avevano risoluto di fare, e loda i ministri, che mandava a raccogliere la stessa limosina.

1Or vi facciam sapere, o fratelli, la grazia di Dio conceduta alle Chiese della Macedonia:2Come in mezzo alle molte afflizioni, con le quali sono provati, il loro gaudio è stato abbondante; e la profonda loro povertà ha sfoggiato in ricchezze del loro buon cuore:3Imperocché sono stati spontaneamente liberali (rendo ad essi questa testimonianza) secondo la loro possibilità, e sopra la loro possibilità,4Con molte preghiere scongiurandoci, che accettassimo noi questa beneficenza, e la società di questo servigio, che rendesi ai santi.5E non (han fatto) come speravamo, ma hanno dato le loro persone primieramente al Signore, e poscia a noi per volontà di Dio;6Talmente che abbiamo pregato Tito, che, conforme già ha principiato, conduca anche a termine questa beneficenza tra voi.7Ma siccome in ogni cosa abbondate, nella fede, nella parola, nella scienza, e in ogni sollecitudine, e nella carità vostra verso di noi, cosi siate abbondanti anche in questa grazia.8Non parlo come per comandare: ma con la sollecitudine degli altri facendo prova del buon genio anche della vostra carità.9Imperocché è a voi nota la liberalità del Signor nostro Gesù Cristo, come egli essendo ricco, diventò povero per voi, affinchè della povertà di lui voi diventaste ricchi.10E in questo io do consiglio: imperocché ciò è utile per voi, i quali principiaste non solo a farlo, ma anche a bramarlo fin dall'anno passato:11Ora poi finite di farlo: onde siccome è pronto l'animo a volere, cosi io sia ad eseguire secondo le vostre facoltà.12Imperocché se vi è la pronta volontà, dessa è accetta secondo quello, che uno ha, non riguardo a quel, che non ha.13Non che abbian ad essere al largo gli altri, e voi in angustia, ma per far uguaglianza.14Al presente la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza: affinchè eziandio l'abbondanza loro supplisca alla indigenza vostra, onde facciasi uguaglianza, conforme sta scritto:15Chi (ebbe) molto, non ne ebbe di più: e chi (ebbe) poco, non ne ebbe di meno.16Grazie però a Dio, il quale li posta la stessa sollecitudine per voi nel cuore di Tito,17Dappoiché e gradì l'esortazione ed essendo vieppiù sollecito, spontaneamente si è portato da voi.18Abbiamo anche mandato con lui quel fratello lodato di tutte le Chiese per l'evangelio:19Né solo questo, ma è stato anche eletto dalle Chiese compagno del nostro pellegrinaggio per questa beneficenza, della quale ci prendiamo il ministero a gloria del Signore, e per mostrare la pronta nostra volontà:20Guardandoci da questo, che alcuno non ci abbia da vituperare per questi abbondanza, di cni siamo dispensatori.21Imperocché provvediamo al bene non solo dinanzi a Dio, ma anche dinanzi agli uomini.22Ed abbiam mandato con questi anche un nostro fratello, di cui abbiamo sperimentata sovente in molte cose la sollecitudine, ed il quale è ora molto più sollecito per la molta fidanza in voi,23Sia riguardo a Tito, egli è il mio compagno, e coadjutore presso di voi, sia riguardo a' nostri fratelli, son gli Apostoli delle Chiese, e la gloria di Cristo.24In questi adunque fate conoscere al cospetto delle Chiese, qual sia la carità vostra, e il perché di voi ci gloriamo.

Note:

8,1:La grazia di Dio conceduta ec. Questa grazia è la generosa liberalità, con la quale i Macedoni si erano mossi a soccorrere i poveri di Gerusalemme, ed è ancor la costanza loro nelle tribolazioni. Ambedue queste cose le chiama l'Apostolo grazia di Dio, perchè tutto quello che di bene fa l'uomo, viene dalla grazia del Signore.

8,2:Il loro gaudio è stato abbondante; e la profonda loro povertà ec. Posti da Dio (che ha voluto far così prova della loro fede) nella fornace della tribolazione, e perseguitati da' Giudei, ed ancor da' Pagani (Atti XVI. 20. 21, XVII. 5. 6. ec.), non han perduta la pace del cuore, nè il gaudio dello Spirito santo; e ridotti per causa del Vangelo di Cristo all'estrema povertà e miseria, dalla loro stessa miseria hanno tratto un capitale abbondante per sovvenire con generosa bontà, e schiettezza di cuore i poveri di Gerusalemme. Con grande prudenza pone davanti agli occhi de' facoltosi Corinti l'esempio della liberalità de' Macedoni poveri, e vessati dalla persecuzione.

8,4:Con molte preghiere scongiurandoci, che accettassimo noi ec. Hanno pregato con grandi istanze e me, e i miei compagni, che ricevessimo noi stessi le loro offerte, e volessimo noi pure aver parte a questo servigio, che rendesi a' santi, col portare ad essi le stesse limosine.

8,5:E non (han fatto) come speravamo, ma hanno dato le loro persone ec. Hanno sorpassato ogni nostra speranza, mentre (disponendo così Iddio) hanno offerti non solo i propri beni, ma anche le loro persone primieramente a Cristo, e poscia anche a noi ministri di Cristo, perchè di tutto disponessimo secondo il nostro parere, dichiarandosi pronti e a dare, e a fare tutto quello, che a noi fosse piaciuto.

8,6-7:Talmente che abbiamo pregato Tito, che, conforme già ha principiato, ec. Questa ammirabile generosità dei Macedoni ci ha animati a pregar Tito, che continui a fare presso di voi le collette, che ha già cominciate, onde voi, che siete eccellenti in tutte le altre doti spirituali anche nella cristiana liberalità non la cediate ad alcuno. Quelle parole, in ogni sollecitudine, significano lo stu dio, e la diligenza a ben fare.

8,8:Non parlo come per comandare; ma con la sollecitudine degli altri ec. Non intendo con questo di farvi un precetto, come in qualità di vostro Apostolo potrei pur fare, ma ponendovi davanti l'amorosa sollecitudine dei Macedoni nel soccorrere i fratelli, desidero di far prova della sincerità dell'amor vostro verso gli stessi fratelli. Non parla l'Apostolo del precetto della limosina, ma lo suppone, e tutto il suo studio è di animare i Corinti a dare largamente e con generosità.

8,9:È a voi nota la liberalità del Signor nostro ec. Cristo è insieme e la cagione, e l'esempio della liberalità nostra verso de' prossimi. Non è ignoto a noi quello che a lui dobbiamo; non ci è ignoto, come egli essendo il padrone di tutte le cose, di tutto si dispogliò, e povero si fece per noi, per noi arricchire di ogni grazia, e di ogni dono spirituale. Siamo tenuti in conseguenza e a imitar Gesù Cristo nel distaccamento de' beni terreni, e a procurar di rendere a lui nella persona de' suoi poveri qual che particella del molto, onde siam debitori alla immensa di lui carità.

8,10:Io do consiglio: imperocchè ciò è utile per voi, ec. Non vi comando, come Apostolo, vi consiglio come amico: la vostra liberalità è utile a voi, al vostro bene spirituale, ed anche a meritarvi l'onore di essere stati costanti nel bene; mentre voi stessi siete quelli, che fino dall'anno scorso non solamente principiaste a far le collette, ma anche a dimostrare per questa buona opera un grande im pegno. Così e loda i Corinti, che in qualche modo siano stati i primi a dare agli altri, ed anche agli stessi Macedoni l'esempio di generosa carità, e insieme gli riprende tacitamente della lentezza nel condurre a fine la cosa, e per tutte le parti con la inimitabile, e forte sua eloquenza gli strigne a lodevolmente finire quello, che avevano cominciato si bene.

8,11:Secondo le vostre facoltà. Toglie ogni pretesto di ritirarsi dal dare; chi non può il molto, dia il poco.

8,12:Dessa è accetta secondo quello, che uno ha. Alla disposizione del cuore, e alla pronta volontà di usare misericordia verso de' prossimi Dio ha principalmente riguardo nel fatto della limosina; quanto a quello, che si dà in limosina, è stimato relativamente alle facoltà di ciascheduno, e per questo fu celebrata da Cristo la pietà della vedova, che due soli piccioli aveva gettato nel ga zofilacio, e la limosina di lei dichiarata maggiore di quelle degli altri.

8,13-14:Non che abbian ad essere al largo gli altri, e voi ec. Non dico, che tale abbia da essere la vostra limosina, che con essa i poveri vivano lautamente, e voi vi riduciate in necessità; ma bramo una tal quale uguaglianza, onde non si veggano gli uni nuotare nell'abbondanza, mentre gli altri periscono di fame; ma bramo, che avendo voi il sufficiente, non manchino i poveri del necessario; ma bramo, che nella vita presente le temporali vostre ricchezze suppliscano alle necessità temporali di quei santi, affinchè eglino ancora nella vita avvenire con la spirituale loro abbondanza suppliscano alla spirituale vostra povertà, affinchè avendo seminato semenza tempo rale, arriviate a raccogliere un frutto eterno.

8,15:Chi (ebbe) molto, non ne ebbe di più: ec. Con questa egregia allegorica sposizione di quello che è scritto della manna, viene a confermare l'Apostolo la uguaglianza desiderata tra i Cristiani riguardo ai beni necessari alla vita. Della manna sta scritto, che chi maggior quantità ne raccolse, non ne ebbe più di coloro, che ne raccolser di meno. Tutti ne ebbero egual misura; così vuole Dio che nell'uso de' beni presenti niuno ritenga ingiustamente il superfluo, niuno sia privato del necessario. Vedi Esodo XVI. 18.

8,16:Grazie però a Dio, il quale ha posta la stessa sollecitudine per voi ec. Osservisi, come l'Apostolo fa intendere a' Corinti, che in questo affare delle collette non tanto del sollievo si tratta dei poveri della Giudea, quanto del bene degli stessi Corinti. Grazie, dice egli, a Dio, il quale ha animato lo zelo di Tito ad attendere con sollecitudine a questa buona opera per bene vostro. Infatti la limosina è più utile a chi la fa che a chi la riceve, e perciò dice s. Agostino, che non dobbiamo aspettare, che i poveri chieggano, ma cercarne: Cerca a chi dare; beato colui, che previene la voce del povero, che stava per chiedere. In ps. 103. Serm. III. 10.

8,17:E' gradi l'esortazione: ec. Tito e condiscese alla esortazione da me fattagli di venire da voi (vers. 6.), ed essendo a ciò molto propenso egli stesso, riscaldato ancora dalle nostre preghiere con gran cuore si è posto di propria volontà in viaggio.

8,18:Quel fratello lodato in tutte le Chiese per l'evangelio. Origene, s. Girolamo, ed altri antichi e moderni vogliono, che s'intenda ciò di s. Luca celebre allora nelle Chiese o pel Vangelo da lui scritto (se pure in questo tempo lo aveva già scritto) o per la predicazione del Vangelo; e non è incredibile, che egli fosse stato eletto dalle Chiese di Macedonia ad accompagnare l'Apostolo nel viaggio, che far doveva a Gerusalemme per portarvi le collette: imperocchè dalle parole di Paolo I. Cor. XVI. 3. veggiamo, com'egli voleva, che quelli, che dovevano eseguire questa incumbenza, fossero eletti dalle Chiese.

8,19:E per mostrare la pronta nostra volontà. Vale a dire ci siamo incaricati di questo ministero di portare a' santi le vostre limosine per gloria di Dio, e per far conoscere l'affetto nostro verso dei santi bisognosi di tal soccorso.

8,20-21:Guardandoci da questo, che alcuno ec. Rende ragione del motivo, per cui avea voluto, che tali persone approvate dalle Chiese avesser parte in questa delicata in cumbenza di raccoglier limosine per aiuto de' poveri. Egli vuol dunque dire: noi sappiamo, che un ministro di Cristo debbe essere non solamente innocente, ma anche su periore ad ogni ombra di sospetto d'interesse, o di cupidità. Per questo usiamo di queste cautele, volendo noi fare il bene in maniera, che non solo sia approvato da Dio, ma ancora non possa essere intaccato dagli uomini.

8,22:Abbiamo mandato con questi anche un nostro fratello, ec. Non possiamo dire di certo, chi questi si fosse.
Molto più sollecito per la molta fidanza in voi. Egli ha gran zelo per queste collette, perchè confida molto nel vostro buon cuore.

8,23:Riguardo a Tito, egli è ec. riguardo a' nostri fratelli, ec. Raccomanda i suoi tre deputati, principiando dal più diletto, che era Tito. La voce Apostoli significa in questo luogo deputati, o nunzi, ed è qui adoperata questa voce da Paolo molto propriamente, perchè oltre gli altri significati con essn erano indicati coloro, che avevano l'incumbenza di portare a' Leviti le decime, e gli altri diritti, che eran loro dovuti. Vedi Cod. Theod. de iud. Tito adunque, e i due compagni meritavano questo nome per l'uffizio, che dovevano esercitare, di raccogliere le limosine per li poveri della Giudea.

8,24:In questi adunque ec. Nell'accoglimento, che a questi farete conoscano tutte le Chiese, e l'insigne carita vostra, e come non senza grandi ragioni ci gloriamo tanto di voi.