Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Seconda lettera ai Corinzi 9


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Continua ad esortargli a far prontamente, e generosamente la limosina, e gli avverte a non temere per questo di mancare del necessario, ma che si fidino della provvidenza di Dio, e vari frutti novera della stessa limosina.

1Ma intorno a questo mistero, che a esercita a pro de' santi, è cosa superflua, che io vi scriva.2Imperocché mi è nota la prontezza dell'animo vostro: per la quale di voi mi glorio presso i Macedoni, che l'Acaia anch'essa è preparata dall'anno scorso, ed il vostro zelo ha provocato moltissimi.3Ma ho mandati questi fratelli: affinchè il vanto, che ci diamo di voi, non riesca vano per questo lato, affinchè (siccome ho detto) siate preparati:4Onde venuti che siano meco i Macedoni, trovandovi non preparati non abbiamo da arrossire noi (per non dir voi) per questo lato.5Ho creduto perciò necessario di pregare questi fratelli a venir prima da voi, e a preparare la già annunziata vostra benedizione, che sia preparata come benedizione, non come spilorceria.6Or io dico cosi; chi semina con parsimonia, mieterà parcamente: e chi copiosamente semina, copiosamente mieterà.7Ciascheduno conforme ha stimato meglio in cuor suo, non di mala voglia, o per necessità: imperocché Dio ama l'ilare donatore.8Ed è Dio potente per fare, che abbondiate voi d'ogni bene: talmente che contenti sempre d'avere in ogni cosa tutto il sufficiente abbondiate in ogni buona opera,9Conforme sta scritto: profuse, diede a' poveri: In giustizia di lui sussiste ne' secoli de' secoli.10E colui, che somministra la semenza a chi semina, darà ancora il pane da mangiare, e moltiplicherà la vostra sementa, e accrescerà, sempre più i proventi della vostra giustizia:11Affinchè divenuti ricchi in tutte le cose, sfoggiate in ogni sorta di benignità, la quale produce per parte nostra rendimenti di grazie a Dio.12Imperocché il servigio di questa sagra oblazione non solo supplisce al bisogno de' santi, ma ridonda eziandio in molti rendimenti di grazie al Signore.13Mentre facendo sperimento (di voi) in questo servigio, danno a Dio gloria per la soggezione professata da voi al vangelo di Cristo, e per la liberale comunicazione (vostra) con essi, e con tutti,14E (ridonda) delle loro orazioni per voi, amandovi quegli grandemente a motivo della eminente grazia di Dio, che è in voi.15Grazie a Dio per lo ineffabile suo dono.

Note:

9,1:Intorno a questo ministero, ec. Chiede in certo modo scusa di aver tanto raccomandato il ministero di carità indiritto al sollievo de' Cristiani Giudei, ma chiedendo scusa, con molta arte si fa luogo a ritoccare con nuovi argomenti lo stesso punto.

9,2:Che l'Achaia anch'essa è preparata dall'anno scorso. Questo era quello, che diceva Paolo ai Macedoni. Così avendo dato a' Macedoni la gloria di aver contribuito oltre le loro forze a quella buona opera, ai Corinti lascia va l'onore d'averla essi i primi intrapresa. Così dell'esempio degli uni si serviva per accendere lo zelo degli altri.

9,3:Affinchè il vanto, che ci diamo di voi, ec. Affinchè non abbiamo a restar confusi delle lodi date da noi alla vostra carità, conforme avverrebbe se o scarsa, o tarda fosse la vostra limosina, che l'uno, e l'altro sarebbe segno di freddezza.

9,5:Che sia preparata come benedizione, non come spilorceria. Sia preparata come benedizione, vale a dire, come dono di volontaria liberalità, e beneficenza, non come se dalle mani di gente avara si strappasse per forza.

9,6:Chi semina con parsimonia, mieterà ec. Il frutto, che raccoglie il seminatore, è proporzionato alla quantità di ciò, che ha seminato; chi poco semina, non ha se non iscarsa ricolta; chi semina largamente, avrà larga, e abbondante ricolta. Seminate molto, se molto volete raccogliere.

9,7:Ciascheduno conforme ha stimato meglio... non di mala voglia, ec. Ma non solo nel dare con abbondanza consiste il merito di chi dà, ma ancora, e molto più nel dare non per umano rispetto, non di mala voglia, o come per forza, ma con pienezza di cuore, e con vera generosità di animo, e con sincera allegrezza; questa maniera di dare è quella, che Dio ama, e que' soli, che danno in tal modo, sono approvati da lui. Vedi Eccles. XXXV. 2. Rom. XII. 8.

9,8:Ed è Dio potente per fare, che abbondiate voi ec. Non temete, che la limosina v'impoverisca. Dio è assai potente per fare, che quanto più darete, tanto più siate nell'abbondanza, onde contentandovi del necessario, di quello, che basta alla natura, abbiate mai sempre un capitale assai grande da impiegare in ogni sorta di buone opere. Il parco uso delle proprie facoltà è sempre un gran patrimonio per la limosina.

9,9:La giustizia di lui sussiste ne' secoli ec. Il frutto della misericordia usata a' poveri è eterno.

9,10:Colui, che somministra la semenza... darà ancora il pane ec. Colui, che vi ha dato il seme da seminare, vale a dire, vi ha dato quello. che voi generosamente versate nel seno de' poveri, non lascera mancare a voi il pane per vivere, ma e moltiplicherà (quando per voi sia spediente) la vostra sementa, vale a dire que' beni, che voi seminate, affinchè non vi manchi ond'esser sempre limosinieri, ed egli pure farà, che la vostra misericordia pei poveri immensi frutti pervoi produca di vita eterna, che è il centuplo spirituale promesso principalmente nel Vangelo.

9,11:La quale produce per parte nostra rendimenti di grazie ec. La vostra benignità, e misericordia sarà (anzi lo è già di fatto) argomento per noi di benedire, e ringraziare il Signore, di cui è dono la carità, che è in voi.

9,12:Il servigio di questa sagra oblazione non solo supplisce ec. Le vostre oblazioni saranno grate a Dio non solo, perchè consoleranno i santi ne' loro urgenti bisogni, ma ancora perchè produrranno un'abbondante messe di rendimenti di grazie allo stesso Signore dalla parte di coloro, che sono da voi aiutati. Notisi, come l'Apostolo caratterizza la limosina come sagrifizio, ovvero oblazione religiosa fatta a Dio nella persona de' poveri.

9,13:Mentre facendo sperimento (di voi) in questo servigio, danno a Dio gloria ec. Questo servigio è per essi una certa riprova della fede, che avete sinceramente abbracciata, ed eglino danno perciò gloria a Dio dell'esservi voi soggettati al Vangelo, e del professarlo apertamente co' fatti, e del comunicare, che fate sì liberalmente e con essi, e con tutti gli altri Cristiani. Il Vangelo niuna cosa più raccomanda, che l'amor de' fratelli, e il soccorrergli nei loro bisogni, ed è argomento di vera fede il comunicare coi santi. Questo versetto dee chiudersi in parentesi.

9,14:E (ridonda) delle loro orazioni per voi, ec. Il principio di questo versetto lega con la fine del 12. Rileva qui l'Apostolo un altro frutto della carità dei Corinti, ed è questo, le orazioni, che fanno per essi i santi provocati dalla loro beneficenza, e ammirando la loro fede, e i doni della grazia che sono in essi, per li quali non possono fare a meno di amarli grandemente.

9,15:Grazie a Dio per lo ineffabile suo dono. Teofilatto, ed altri sono di parere, che il dono, di cui rende grazie a Dio l'Apostolo, sia quello fatto da Dio al mondo, dandogli l'unigenito suo Figliuolo; altri con sant'Agostino ciò intendono del dono della carità, il quale è ineffabile, perchè non si possono con parole spiegare abbastanza gl'inestimabili frutti, che reca all'uomo. Così Paolo termina questa sua mirabile esortazione della carità con questo bellissimo epifonema, col quale i pregi esalta della stessa carità.