Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Seconda lettera ai Corinzi 13


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Minaccia coloro, i quali avevano peccato, per indurirgli a penitenza, affine di non essere costretto, quando vada da loro, a usar rigore secondo la potestà datagli da Cristo, la virtù del quale dice, che dovrebbero riconoscere in loro stessi, e aggiunge una generale esortazione, ed i saluti.

1Ecco, che vengo da voi questa terza volta: sul detto di due o tre testimoni sarà deciso ogni negozio.2Predissi, e predico come già presente, così ora assente, a que' che prima peccarono, e a tutti gli altri, che se verrò di nuovo, non sarò indulgente:3Cercate voi di far prova di quel Cristo, che parla in me? il quale rispetto a voi non è debole, ma potente è in voi?4Imperocché sebbene fu crocifisso come debole, vive però per virtù di Dio. Imperocché noi pure siam deboli in lui, ma sarem vivi con esso per virtù di Dio rispetto a voi.5Fate saggio di voi medesimi, se siete nella fede: provate voi stessi. Non conoscete voi da voi stessi, che Gesù Cristo è in voi? Se pur non siete da rigettare.6Io però spero, che conoscerete, che noi son siamo da rigettare.7Ma preghiamo Dio, che non facciate niente di male, non perché apparisca la nostra probità, ma affinchè voi facciate il bene: noi poi siamo come da rigettare.8Imperocché nulla possiamo contro la verità, ma per la verità.9Conciossiaché ci rallegriamo, che noi siam deboli, e voi potenti. E questo ancor domandiamo, la vostra perfezione.10Per questo tali cose scrivo io assente, affinchè presente non abbia io da agire più duramente secondo la potestà datami dal Signore per edificazione, non per distruzione.11Del rimanente, o fratelli, state allegri, siate perfetti, consolatevi, siate concordi, state in pace, e il Dio della pace, e della carità sarà con voi.12Salutatevi gli uni gli altri col bacio santo. I santi tutti vi salutano.13La grazia del Signor nostro Gesù Cristo, e la carità di Dio, e la partecipazione dello Spirito santo sia con tutti voi. Così sia.

Note:

13,1:Ecco, che vengo da voi questa terza volta. Convien dire, che l'Apostolo o conti per secondo quel viaggio, che già ebbe volontà di fare, e poi non fece a Corinto; ovvero, ch'egli consideri come due visite fatte a quella Chiesa l'averle scritto due volte lungamente, e nulla lasciando da parte di quello, ch'era necessario per il buon ordine di essa.
Sul detto di due, o tre testimoni sarà deciso ogni negozio. L'Apostolo cita qui la stessa sentenza della legge di Mosè (Deuteron. XVII. 6. XIX. 15.) citata da Gesù Cristo in s. Matteo, XVIII. 15. 15., e la cita quasi nel medesimo senso. L'Apostolo adunque vuole, che le due sue lettere servano come di prima, e di seconda monizione ai peccatori di Corinto, i quali se a queste non avranno ubbidito, al suo arrivo a Corinto si tireranno addosso il gastigo.

13,3:Cercate voi di far prova di quel Cristo, che parla in me? Dubitate voi forse, che sia Cristo quegli, che parla per bocca mia, e perbocca mia vi minaccia, e volete farne prova, perchè io imitando la mansuetudine del medesimo Cristo, non ho ancora dato mano ai gastighi? Il quale rispetto a voi non è debole, ma potente è in voi? Voi avete potuto conoscere alle prove, come Cristo non è debole, e impotente ne' suoi ministri; imperocchè molti segni avete veduto tra voi della potenza di lui nella punizione de' delinquenti, e in tanti prodigi operati nel nome del medesimo da noi suoi ministri.

13,4:Sebbene fu crocifisso come debole, vive però per virtù di Dio... noi pure siam deboli ec. Cristo pati la Croce, e la morte per la infermità umana assunta volontariamente da lui, ma risuscitò, e vive per divina virtù; alla stessa maniera noi ministri dello stesso Cristo a similitudine di lui, ch'è nostro esemplare, siamo deboli, molte cose patendo per lui, ed essendo continuamente umiliati per amore di lui, ma sarem vivi, com'egli è, per virtù del medesimo Dio ad esercitare rispetto a voi l'autorità del nostro ministero, a giudicare i peccatori, ed a punire i peccati.

13,5-6:Fate saggio di voi medesimi, se siate nella fede. Intende o la fede operante per la carità, e da questa conosce il fedele, che Cristo abita in lui, Joan. XIV. 23.; ovvero intende tal virtù de' miracoli procedente dalla fede, la qual virtù è argomento, che Cristo abiti in quella so cietà de' fedeli, dov'ella si trova. Vedi Gal. III. 5. Rientrate in voi stessi, e diligentemente esaminatevi, se abbiate conservata intiera e viva la fede. Giudicatevi cosi da voi stessi prima di essere giudicati da noi. Or se in voi è la fede, conoscerete da voi medesimi in primo luogo che Cristo è in voi, e in voi abita, ed opera mediante la stessa fede; imperocchè quando ciò non fosse, sareste voi da rigettare dal numero de' veri fedeli; in secondo luogo spero pur che conoscerete, che non siamo noi da rigettare, che Cristo è in noi, e per noi parla, e per noi opera, e giudica, e assolve, e condanna. Da quello, che per ministero suo aveva in essi operato la fede di Cristo, vuole l'Apostolo, che riconoscano i Corinti la grandezza dell'autorità conferita a lui da Cristo per governare, reggere la Chiesa.

13,7:Preghiamo Dio, che non facciate niente di male, non perchè ec. Nè vi pensaste, che per desio di far conoscere la podestà, che abbiam ricevuta da Cristo, noi non di mala voglia eleggessimo di trovarvi in peccato; che anzi preghiamo il Signore, che voi siate sempre lontani da ogni colpa, non perche diasi gloria a noi della vostra innocenza, e della vostra giustizia, ma perchè voi siate buoni e giusti; noi poi siam riputati come uomini di rifiuto, e privi di ogni stima, ed autorità; anche di questo sarem contenti, purchè voi siate veri servi di Cristo.

13,8:Nulla possiamo contro la verità, ec. Rende ragione di quello che aveva detto, che di buona voglia si contenta di essere senza autorità, purchè essi facciano sempre il bene. L'autorità ci è data per farne uso non contro la verità, e la giustizia, ma per conservare la verità, e la giustizia; non contro gl'innocenti, ma contro i trasgressori; nè dessa autorità ha più alcun luogo, dove la giustizia è osservata costantemente. Voglia adunque Dio, che voi siate puri da ogni colpa, e che niuna occasione vi sia per noi di esercitare la nostra potestà, quantunque dovessimo noi per questo essere giudicati come di niun potere, e di nissuna considerazione tra gli uomini.

13,9:Ci rallegriamo, che noi siam deboli, e voi potenti. E questo ec. Il nostro vero gaudio si è, che noi rimanghiamo quasi senza segno di forza, e di vita, non essen dovi occasione di mettere in uso la nostra autorità, e che voi siate forti, e potenti in grazia, e in virtu; anzi chieggiamo tuttora a Dio, che perfetti vi renda, e in ogni cosa irreprensibili, e che tolte le divisioni, e gli scandali, siate tutti riuniti in un solo uomo perfetto.

13,10:Tali cose scrivo io assente, affinchè ec. Minaccio, e grido per non trovarmi costretto a punire valendomi di quella potestà, che mi ha data Cristo non per nuocere, ma per giovare, non per la distruzione; ma per l'edificazione della Chiesa. Imperocchè l'edificazione della Chiesa è il fine, per cui talora dalla stessa Chiesa si recide un membro infetto per conservare la vita, e la sanità di tutto il corpo.

13,12:Salutatevi gli uni gli altri col bacio santo. Vedi Rom. XVI. 16.

13,13:La grazia del Signor nostro Gesù Cristo, e la carità ec. Sia con tutti voi la gratuita beneficenza di Cristo, e l'amore, con cui Dio Padre di Gesù Cristo in Cristo stesso vi ama, e vi tiene cari, e la partecipazione de' doni dello Spirito santo.
Cosi sia. Questo non trovasi negli antichi codici scritti a penna, e credesi aggiunto dalla Chiesa di Corinto, la quale com'era l'uso, rispondeva con quella parola ogni volta, che nelle pubbliche adunanze erasi letta questa divinissima lettera.