Scrutatio

Sabato, 4 maggio 2024 - San Ciriaco ( Letture di oggi)

Seconda lettera ai Corinzi 10


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BIBBIA MARTINIDIODATI
1 Ora io stesso Paolo vi scongiuro per la mansuetudine, e modestia di Cristo, io, che in faccia sono umile tra di voi, assente poi sono ardito con voi.1 OR io Paolo vi esorto per la benignità, e mansuetudine di Cristo; io dico, che fra voi presente in persona ben sono umile; ma, assente, sono ardito inverso voi.
2 Vi supplico adunque, che non abbia io presente ad agire arditamente con quella franchezza, per la quale sono creduto ardito, contro certuni, i quali fan concetto di noi quasi camminiamo secondo la carne.2 E vi prego che, essendo presente, non mi convenga procedere animosamente con quella confidanza, per la quale son reputato audace, contro ad alcuni che fanno stima di noi, come se camminassimo secondo la carne.
3 Imperocché camminando noi nella carne, non militiamo secondo la carne.3 Poichè, camminando nella carne, non guerreggiamo secondo la carne
4 Imperocché le armi della nostra milizia non sono carnali, ma potenti in Dio a distruggere le fortificazioni, distruggendo noi le macchinazioni,4 perciocchè le armi della nostra guerra non son carnali, ma potenti a Dio alla distruzione delle fortezze,
5 E qualunque altura, che si innalza contro la scienza di Dio, e in servaggio conducendo ogni intelletto all'ubbidienza di Cristo,5 sovvertendo i discorsi, ed ogni altezza che si eleva contro alla conoscenza di Dio; e cattivando ogni mente all’ubbidienza di Cristo.
6 E avendo in mano onde prender vendetta di ogni disubbidienza, quando sarà perfezionata la vostra ubbidienza.6 Ed avendo presta in mano la punizione d’ogni disubbidienza, quando la vostra ubbidienza sarà compiuta
7 Badate all'apparenza. Se taluno dentro di se confida di essere di Cristo, pensi vicendevolmente dentro di se, che com'egli è di Cristo, cosi anche noi.7 Riguardate voi alle cose che sono in apparenza? se alcuno si confida in sè stesso d’esser di Cristo, reputi altresì da sè medesimo questo: che, siccome egli è di Cristo, così ancora noi siam di Cristo.
8 Imperocché quand' anche mi gloriassi un poco più della potestà nostra, la quale il Signore ci ha dato per vostra edificazione, e non per distruzione, non ne arrossirei.8 Perciocchè, benchè io mi gloriassi ancora alquanto più della nostra podestà, che il Signore ci ha data, ed edificazione, e non a distruzion vostra, io non ne sarei svergognato.
9 Ma affinchè io non sia creduta quasi sbalordirvi con le lettere:9 Ora, non facciasi stima di me, come se vi spaventassi per lettere.
10 Imperocché le lettere (dicono essi) elle sono gravi, e robuste: ma la presenza del corpo è meschina, e il discorso non val nulla:10 Perciocchè, ben sono, dice alcuno, le lettere gravi e forti; ma la presenza del corpo è debole, e la parola dispregevole.
11 Pensi chi dice cosi, che quali siamo a parole per lettera in assenza, tali ancor (siamo) a' fatti in presenza.11 Il tale reputi questo: che, quali siamo assenti, in parola, per lettere; tali saremo ancora presenti, in fatti
12 Imperocché non abbiamo ardire di metterci in mazzo, o di paragonarci con certuni, i quali da loro stessi si celebrano: ma noi misuriamo noi stessi con noi medesimi, e con noi stessi ci paragoniamo.12 Perciocchè noi non osiamo aggiungerci, nè paragonarci con alcuni di coloro che si raccomandano loro stessi; ma essi, misurandosi per sè stessi, e paragonandosi con sè stessi, non hanno alcuno intendimento.
13 Noi però non ci glorieremo formisura, ma giusta la maniera di misura che Dio ci ha dato in sorte, misura da arrivare sino a voi.13 Ma, quant’è a noi, non ci glorieremo all’infinito; anzi, secondo la misura del limite che Iddio ci ha spartito come misura del nostro lavoro, ci glorieremo d’esser pervenuti infino a voi.
14 Imperocché non, quasi non fossimo arrivati sino a voi, ci siamo stesi oltre i limiti: imperocché sino a voi pure siamo arrivati col vangelo di Cristo:14 Perciocchè noi non ci distendiamo oltre il convenevole, come se non fossimo pervenuti infino a voi; poichè siam pervenuti eziandio fino a voi nella predicazione dell’evangelo di Cristo;
15 Non gloriandoci formisura sopra le altrui fatiche: ma sperando, che crescendo la vostra fede, saremo tra di voi ingranditi nella nostra misura ampiamente,15 non gloriandoci all’infinito delle fatiche altrui; ma avendo speranza, che crescendo la fede vostra, saremo in voi abbondantemente magnificati, secondo i limiti assegnatici.
16 Porteremo il vangelo anche ne' luoghi, che sono di là da voi, non ci glorieremo di ciò, che è coltivato dentro la misura assegnata ad altri.16 Ed anche che noi evangelizzeremo ne’ luoghi, che son di là da voi; e non ci glorieremo nei limiti assegnati ad altrui, di cose preparate per altri.
17 Per altro chi si gloria, nel Signore si glorj.17 Ora, chi si gloria, gloriisi nel Signore.
18 Imperocché non è provato chi se stesso commenda: ma quegli, cui Iddio commenda.18 Poichè, non colui che raccomanda sè stesso è approvato, ma colui che il Signore raccomanda