Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Isaia 8


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1Il Signore mi disse: "Prenditi una grande tavoletta e scrivici con caratteri ordinari: A 'Mahèr-salàl-cash-baz'".2Io mi presi testimoni fidati, il sacerdote Uria e Zaccaria figlio di Iebarachìa.3Poi mi unii alla profetessa, la quale concepì e partorì un figlio. Il Signore mi disse: "Chiamalo 'Mahèr-salàl-cash-baz',4poiché, prima che il bambino sappia dire babbo e mamma, le ricchezze di Damasco e le spoglie di Samaria saranno portate davanti al re di Assiria".

5Il Signore mi disse di nuovo:
6"Poiché questo popolo ha rigettato
le acque di Siloe, che scorrono piano,
e trema per Rezìn e per il figlio di Romelia,
7per questo, ecco,
il Signore gonfierà contro di loro
le acque del fiume,
impetuose e abbondanti:
cioè il re assiro con tutto il suo splendore,
irromperà in tutti i suoi canali
e strariperà da tutte le sue sponde.
8Penetrerà in Giuda,
lo inonderà e lo attraverserà
fino a giungere al collo.
Le sue ali distese copriranno
tutta l'estensione del tuo paese, Emmanuele.
9Sappiatelo, popoli: sarete frantumati;
ascoltate voi tutte, nazioni lontane,
cingete le armi e sarete frantumate.
10Preparate un piano, sarà senza effetti;
fate un proclama, non si realizzerà,
perché Dio è con noi".

11Poiché così il Signore mi disse, quando mi aveva preso per mano e mi aveva proibito di incamminarmi nella via di questo popolo:
12"Non chiamate congiura
ciò che questo popolo chiama congiura,
non temete ciò che esso teme e non abbiate paura".
13Il Signore degli eserciti, lui solo ritenete santo.
Egli sia l'oggetto del vostro timore, della vostra paura.
14Egli sarà laccio e pietra d'inciampo
e scoglio che fa cadere
per le due case di Israele,
laccio e trabocchetto per chi abita in Gerusalemme.
15Tra di loro molti inciamperanno,
cadranno e si sfracelleranno,
saranno presi e catturati.

16Si chiuda questa testimonianza, si sigilli questa rivelazione nel cuore dei miei discepoli.17Io ho fiducia nel Signore, che ha nascosto il volto alla casa di Giacobbe, e spero in lui.18Ecco, io e i figli che il Signore mi ha dato, siamo segni e presagi per Israele da parte del Signore degli eserciti, che abita sul monte Sion.
19Quando vi diranno: "Interrogate gli spiriti e gli indovini che bisbigliano e mormorano formule. Forse un popolo non deve consultare i suoi dèi? Per i vivi consultare i morti?",20attenetevi alla rivelazione, alla testimonianza. Certo, faranno questo discorso che non offre speranza d'aurora.

21Egli si aggirerà nel paese oppresso e affamato,
e, quando sarà affamato e preso dall'ira,
maledirà il suo re e il suo dio.
Guarderà in alto
22e rivolgerà lo sguardo sulla terra
ed ecco angustia e tenebre
e oscurità desolante.
Ma la caligine sarà dissipata,
23poiché non ci sarà più oscurità
dove ora è angoscia.

In passato umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano e la curva di Goim.

Note:

Is 8:Malgrado il parallelismo con Is 7,16 , questo breve oracolo ha una portata molto diversa da quello dell'Emmanuele: non si tratta più di messianismo regale. Il nome profetico del secondo figlio di Isaia è un segno e un presagio (cf. Is 1,26+; Is 7,3; Is 8,18); significa «Bottino-pronto-saccheggio-prossimo» e annunzia il saccheggio imminente di Damasco e di Samaria da parte degli assiri (cf. i nomi simbolici dei figli di Osea, Os 1,4; Os 1,6; Os 1,9).

Is 8,1:Prenditi: con i LXX; il TM ha: «io prenda».

Is 8,6:le acque di Siloe (v 6, cf. Is 7,3) simboleggiano la protezione divina alla quale il popolo ha preferito l'aiuto dell'Assiria («il fiume», v 7, cioè l'Eufrate) che gli si rivolgerà contro (cf. Is 7,1+). trema per: alla lettera: «si fonde davanti», conget. con BJ; l'ebraico, «esultanza» (?), è incomprensibile, a meno che non sia necessario collegare questa parola al verbo della stessa radice «gioire», e vedervi un'allusione a un partito filosiro che si sarebbe costituito in Giuda. Le versioni hanno compreso «scelto (come re)», che è storicamente impossibile.

Is 8,8:Emmanuele: il richiamo di questo nome profetico (cf. Is 7,14) qui e, chiaramente, nel v 10, sottolinea l'unità di questo gruppo di oracoli: i castighi annunziati preparano il compimento delle promesse.

Is 8,9:Sappiatelo: con i LXX; il TM ha ro`û, «alleatevi» (?).

Is 8,11-20:Isaia sembra esprimere qui, forse per desiderio dei suoi discepoli (v 16), confidenze sui motivi del suo atteggiamento. Jahve stesso gli ha insegnato a opporsi al popolo di Giuda e ad aver fiducia solo in Dio: atteggiamento difficile, in circostanze talvolta ambigue (vv 14.15), ma destinato a far apparire la vera fedeltà.

Is 8,14:laccio: con il Targum, moqesh, come alla fine del v; il TM, seguito da BJ, ha: miqdash, «santuario», testo che sembra un errore o una correzione dello scriba.

Is 8,19-20:I vv 19-20, che sono forse fuori del loro contesto, sono molto oscuri. Isaia riferisce le parole dei suoi avversari, che rivendicano per il popolo il diritto di praticare la divinazione (cf. Is 2,6+). La risposta (v l9b) è forse ironica e il profeta sembra concludere (v 20) constatando che tali discorsi conducono in un vicolo cieco. Ma tutto ciò si fonda su un testo incerto.

Is 8,21-22:Anche qui, sembra trattarsi di un frammento di oracolo spostato. Si intravvede la descrizione di un uomo che attraversa il paese devastato e che esprime la sua angoscia. Ma non si vede come legare questo breve poema al contesto immediato. Bisogna forse accostarlo a Is 5,26-30 che continuerebbe assai bene.

Is 8,23:Questo v che oppone, per le regioni del nord della Palestina, un avvenire glorioso a un passato di umiliazioni, sembra fare allusione alle campagne di Tiglat-Pilèzer in Galilea e alla deportazione del 732 (cf. 2Re 15,29). Nell'oracolo che segue, Isaia annunzia un «giorno di Jahve» che apporterà la liberazione ai deportati; annunzia nello stesso tempo il regno pacifico di un figlio di stirpe regale, l'Emmanuele di Is 7,14 . L'apparizione del Messia in Galilea darà a questa profezia la sua piena realizzazione (cf. Mt 4,13-16). - e la curva di Goim: BJ traduce: «il distretto delle nazioni» (ebraico gelil hagojim), che designa la Galilea.