Scrutatio

Domenica, 28 aprile 2024 - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi)

Geremia 18


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NOVA VULGATABIBBIA TINTORI
1 Verbum, quod factum est ad Ieremiam a Domino dicens:1 Parola indirizzata dal Signore a Geremia, in questi termini:
2 “ Surge etdescende in domum figuli et ibi audies verba mea ”.2 « Alzati e scendi alla casa del vasaio, ove ascolterai le mie parole ».
3 Et descendi in domumfiguli, et ecce ipse faciebat opus super rotam;3 Io discesi alla casa del vasaio: egli lavorava alla ruota.
4 et dissipatum est vas, quodipse faciebat e luto manibus suis, et rursus fecit illud vas alterum, sicutplacuerat in oculis eius, ut faceret.4 E andò in pezzi il vaso d'argilla ch'egli faceva colle sue mani; ed egli ne fece un altro vaso, colla forma che gli sembrò meglio.
5 Et factum est verbum Domini ad medicens:5 E il Signore mi rivolse la parola e mi disse:
6 “ Numquid sicut figulus iste non potero vobis facere, domus Israel?,ait Dominus. Ecce, sicut lutum in manu figuli, sic vos in manu mea, domusIsrael.6 « Forse io non posso fare a voi come questo vasaio, o casa d'Israele? — dice il Signore, — Ecco, come l'argilla è in mano del vasaio, cosi siete nella mia mano voi, o casa d'Israele.
7 Repente loquar adversum gentem et adversum regnum, ut eradicem etdestruam et disperdam illud;7 Appena avrò minacciato una nazione, un regno di sradicarlo, distruggerlo, annientarlo,
8 si paenitentiam egerit gens illa a malo suo,propter quod locutus sum adversus eam, agam et ego paenitentiam super malo, quodcogitavi ut facerem ei.8 se quella nazione fa penitenza del suo male del quale la rimproveravo, anch'io mi pentirò del male che aveva risoluto di farle.
9 Et subito loquar de gente et de regno, ut aedificem etplantem illud;9 E appena avrò detto riguardo ad una nazione e ad un regno di fondarlo, di piantarlo,
10 si fecerit malum in oculis meis, ut non audiat vocem meam,paenitentiam agam super bono, quod locutus sum ut facerem ei.10 se farà del male al mio cospetto, e non darà ascolto alla mia voce, io mi pentirò del bene che aveva detto di farle.
11 Nunc ergo, dicviro Iudae et habitatoribus Ierusalem dicens: Haec dicit Dominus: Ecce ego fingocontra vos malum et cogito contra vos cogitationem; revertatur unusquisque a viasua mala, et dirigite vias vestras et opera vestra ”.11 Or dunque di' agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme così: Queste cose dice il Signore: « Ecco, che io preparo contro di voi la sventura, formo contro di voi dei disegni. Ciascuno torni indietro dalla sua cattiva strada; rendete retta la condotta vostra, le vostre tendenze ».
12 Qui dixerunt: “Vanum est; post cogitationes enim nostras ibimus et unusquisque pravitatemcordis sui mali faciemus ”.12 Ma essi a dire: « Non c'è speranza: noi seguiremo i nostri pensieri, agiremo ciascuno secondo la perversità del suo cattivo cuore ».
13 Ideo haec dicit Dominus:
“ Interrogate gentes:
quis audivit talia horribilia,
quae fecit nimis virgo Israel?
13 Per questo, così parla il Signore: « Domandatelo alle nazioni: chi mai udì simili cose, le orribili cose che troppe volte ha fatte la vergine d'Israele?
14 Numquid deficiet de petra agri
nix Libani,
aut arescent aquae erumpentes
frigidae et defluentes?
14 Potrà mancare alle rocce campestri la neve del Libano? o togliersi le acque che vengono su con impeto e scorrono fresche?
15 Quia oblitus est mei populus meus,
vanitati sacrificantes
et impingentes in viis suis,
in semitis antiquis,
ut ambularent per calles
in itinere non trito,
15 Ma il mio popolo mi ha dimenticato ed ha fatte libazioni alla vanità, ha inciampato nelle sue vie, nei sentieri dei secoli, ed è andato a camminare per via non battuta,
16 ut poneret terram eorum in desolationem
et in sibilum sempiternum:
omnis, qui praeterierit per eam, obstupescet
et movebit caput suum.
16 per far ridurre la sua terra in desolazione e in eterno scherno: chiunque vi passerà resterà stupefatto e scuoterà la sua testa.
17 Sicut ventus urens dispergam eos
coram inimico;
dorsum et non faciem ostendam eis in die perditionis eorum ”.
17 Qual vento ardente io li disperderò davanti al nemico, volgerò loro le spalle e non la faccia nel giorno della loro perdizione. »
18 Et dixerunt: “ Venite, et cogitemus contra Ieremiam cogitationes; non enimperibit lex a sacerdote, neque consilium a sapiente, nec sermo a propheta.Venite, et percutiamus eum lingua et non attendamus ad universos sermones eius”.18 Ed essi dissero: « Venite, facciamo una congiura contro Geremia, perchè la legge non può mancare al sacerdote, il consiglio al sapiente, la parola al profeta. Venite, battiamolo colla lingua, senza dar retta ai tanti suoi discorsi ».
19 Attende, Domine, ad me
et audi vocem adversariorum meorum.
19 Signore, rivolgiti verso di me, ascolta quanto dicono i miei avversari.
20 Numquid redditur pro bono malum,
quia foderunt foveam animae meae?
Recordare quod steterim in conspectu tuo,
ut loquerer pro eis bonum
et averterem indignationem tuam ab eis.
20 Si rende forse il male per il bene, giacché essi hanno scavata una fossa all'anima mia? Ricordati che io sono stato nel tuo cospetto, per parlare in loro favore, per allontanare da essi il tuo sdegno.
21 Propterea da filios eorum in famem
et deduc eos in manus gladii;
fiant uxores eorum absque liberis et viduae,
et viri eorum interficiantur morte,
iuvenes eorum confodiantur gladio in proelio.
21 Per questo abbandona i loro figli alla fame, falli cadere, sotto la spada: le loro mogli restino senza figli e vedove, i loro mariti siano messi a morte, i loro giovani sian trafitti dalla spada in battaglia.
22 Audiatur clamor de domibus eorum;
adduces enim super eos latronem repente,
quia foderunt foveam, ut caperent me,
et laqueos absconderunt pedibus meis.
22 Si sentano i gridi uscir dalle loro case: manderai adunque all'improvviso addosso a loro il ladrone, perchè essi hanno scavata la fossa per prendermi, hanno teso dei lacci ai miei piedi.
23 Tu autem, Domine, scis omne consilium eorum
adversum me in mortem;
ne propitieris iniquitati eorum,
et peccatum eorum a facie tua non deleatur.
Fiant corruentes in conspectu tuo;
in tempore furoris tui abutere eis.
23 Ma tu, o Signore, ben conosci quanto tramano contro di me per farmi morire, non perdonare la loro iniquità, non si cancelli dinanzi a te il loro peccato, cadan per terra al tuo cospetto, maltrattali nel tempo del tuo furore.