Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Primo libro di Samuele 11


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1Circa un mese dopo, Nacas l'Ammonita si mosse e pose il campo contro Iabes di Gàlaad. Tutti i cittadini di Iabes di Gàlaad dissero allora a Nacas: "Vieni a patti con noi e ti saremo sudditi".2Rispose loro Nacas l'Ammonita: "A queste condizioni mi alleerò con voi: possa io cavare a tutti voi l'occhio destro e porre tale gesto a sfregio di tutto Israele".3Di nuovo chiesero gli anziani di Iabes: "Lasciaci sette giorni per inviare messaggeri in tutto il territorio d'Israele. Se nessuno verrà a salvarci, usciremo incontro a te".4I messaggeri arrivarono a Gàbaa di Saul e riferirono quelle parole davanti al popolo e tutto il popolo levò la voce e pianse.5Or ecco Saul veniva dalla campagna dietro l'armento. Chiese dunque Saul: "Che ha il popolo da piangere?". Riferirono a lui le parole degli uomini di Iabes.6Lo spirito di Dio investì allora Saul ed egli, appena udite quelle parole, si irritò molto.7Poi prese un paio di buoi, li fece a pezzi e ne inviò in tutto il territorio d'Israele mediante messaggeri con questo proclama: "Se qualcuno non uscirà dietro Saul e dietro Samuele, la stessa cosa avverrà dei suoi buoi". Si sparse lo spavento del Signore nel popolo e si mossero come un sol uomo.8Saul li passò in rassegna a Bèzek e risultarono trecentomila Israeliti e trentamila di Giuda.9Dissero allora ai messaggeri che erano giunti: "Direte ai cittadini di Iabes di Gàlaad: Domani, quando il sole comincerà a scaldare, avverrà la vostra salvezza".
I messaggeri partirono e riferirono agli uomini di Iabes, che ne ebbero grande gioia.
10Allora gli uomini di Iabes diedero risposta a Nacas: "Domani usciremo incontro a voi e ci farete quanto sembrerà bene ai vostri occhi".11Il giorno dopo Saul divise il grosso in tre schiere e irruppe in mezzo al campo nemico sul far del mattino; batterono gli Ammoniti finché il giorno si fece caldo. Quelli che scamparono furono dispersi talmente che non ne rimasero due insieme.
12Il popolo allora disse a Samuele: "Chi ha detto: Dovrà forse regnare Saul su di noi? Consegnaci costoro e li faremo morire".13Ma Saul disse: "Oggi non si deve far morire nessuno, perché in questo giorno il Signore ha operato una liberazione in Israele".14Samuele ordinò al popolo: "Su, andiamo a Gàlgala: là inaugureremo il regno".15Tutto il popolo si portò a Gàlgala e là davanti al Signore in Gàlgala riconobbero Saul come re; qui ancora offrirono sacrifici di comunione davanti al Signore e qui fecero grande festa Saul e tutti gli Israeliti.

Note:

1Sam 11,1-11:Tradizione di Gàlgala, indipendente dalle precedenti: niente indica che Saul sia già stato unto re, né acclamato re dal popolo. Il racconto richiama quelli dei «grandi» Giudici. La differenza è che, dopo la vittoria, Saul non è riconosciuto come giudice, ma è proclamato re; la differenza è considerevole.

1Sam 11,1:circa un mese dopo: kemehodesh, con le versioni, da premettere a 1Sam 11,1 ; il TM ha: «ed egli fu come silenzioso», kemaharish, alla fine di 1Sam 10,27 .

1Sam 11,7:e dietro Samuele: glossa nello spirito del c 1Sam 7 , secondo BJ che omette.

1Sam 11,8:trecentomila Israeliti e trentamila di Giuda: l'enormità delle cifre e la distinzione tra Israele e Giuda tradiscono una mano tardiva.

1Sam 11,10:A Nacas: aggiunto per il senso. - usciremo incontro a voi: il popolo di Iabes gioca sulla parola che può significare «attaccare» o «arrendersi» (come nel v 3).

1Sam 11,12-15:Il seguito originale del v 11 è al v 15; l'indomani della vittoria, il popolo acclama Saul come re. Ma, secondo il racconto parallelo, Saul è già stato proclamato re a Mizpa (1Sam 10,24). I vv 12-14 tentano di mettere d'accordo i due racconti: Saul non è stato riconosciuto da tutti (cf. 1Sam 10,27), bisogna «rinnovare» la sua intronizzazione. Osea, ostile alla monarchia, sembra condannare questa proclamazione come un peccato (Os 8,4; Os 9,15)