Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Sapienza 13


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BIBBIA CEI 1974BIBBIA TINTORI
1 Davvero stolti per natura tutti gli uomini
che vivevano nell'ignoranza di Dio.
e dai beni visibili non riconobbero colui che è,
non riconobbero l'artefice, pur considerandone le opere.
1 Vani son tutti gli uomini che non han cognizione di Dio, e dai beni visibili non han saputo co­ noscere colui che è, e dalla consi­derazione delle opere non han saputo conoscere chi ne fosse l'ar­tefice.
2 Ma o il fuoco o il vento o l'aria sottile
o la volta stellata o l'acqua impetuosa
o i luminari del cielo
considerarono come dèi, reggitori del mondo.
2 Ma il fuoco, il vento e la mobile aria o il giro delle stelle o l'onda impetuosa, o il sole o la luna presero come dèi reggitori del mondo.
3 Se, stupiti per la loro bellezza, li hanno presi per dèi,
pensino quanto è superiore il loro Signore,
perché li ha creati lo stesso autore della bellezza.
3 Che se, rapiti dalla loro bellezza, li credettero dèi argomentino quanto più bello debba essere il loro Signore, es­sendo tutte queste cose fatte dall'autore della bellezza.
4 Se sono colpiti dalla loro potenza e attività,
pensino da ciò
quanto è più potente colui che li ha formati.
4 Se poi sono colpiti dal loro potere e dalla loro influenza, da ciò dovreb­bero capire che chi l'ha fatte de­ve sorpassarle in potenza.
5 Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature
per analogia si conosce l'autore.
5 Infatti dalla grandezza e dalla bel­lezza delle creature si può giun­gere a vedere in modo da ricono­scerlo il loro creatore.
6 Tuttavia per costoro leggero è il rimprovero,
perché essi forse s'ingannano
nella loro ricerca di Dio e nel volere trovarlo.
6 Eppure questi sono i meno biasimevoli, perchè sbagliano per caso, ma cercano Dio e bramano di trovar­lo.
7 Occupandosi delle sue opere, compiono indagini,
ma si lasciano sedurre dall'apparenza,
perché le cosa vedute sono tanto belle.
7 Mentre però lo cercano, in­vestigandone le opere, rimango­no presi da queste, perchè son belle e visibili,
8 Neppure costoro però sono scusabili,
8 però non sono scusabili,
9 perché se tanto poterono sapere da scrutare l'universo,
come mai non ne hanno trovato più presto il padrone?

9 perchè se giunsero a saperne tanto da potersi fare un'i­dea dell'universo, come non tro­vare più facilmente il Signore di esso?
10 Infelici sono coloro le cui speranze sono in cose morte
e che chiamarono dèi i lavori di mani d'uomo,
oro e argento lavorati con arte,
e immagini di animali,
oppure una pietra inutile, opera di mano antica.
10 Ma sciagurati, colla speran­za in cose morte, son quelli che danno il nome di dèi agli ogget­ti fatti dall'uomo, all'oro, all'ar­gento lavorato con arte, a ritrat­ti d'animali, ad un vil sasso ope­ra d'antica mano.
11 Se insomma un abile legnaiuolo,
segato un albero maneggevole,
ne raschia con diligenza tutta la scorza
e, lavorando con abilità conveniente,
ne forma un utensile per gli usi della vita;
11 Ecco: un abile legnatolo sega nel bosco una dritta pianta, e, come si deve, ne toglie tutta la scorza; poi col­ la sua arte ne forma un mobile per gli usi della vita.
12 raccolti poi gli avanzi del suo lavoro,
li consuma per prepararsi il cibo e si sazia.
12 Degli avanzi di tal lavoro ne usa per pre­pararsi da mangiare.
13 Quanto avanza ancora, buono proprio a nulla,
legno distorto e pieno di nodi,
lo prende e lo scolpisce per occupare il tempo libero;
senza impegno, per diletto, gli dà una forma,
lo fa simile a un'immagine umana
13 L'avanzo poi di tutte queste cose, buono a nulla, pezzo di legno sbilenco e pieno di nodi, a tempo avanzato lo digrossa diligentemente, e, se­ condo le regole dell'arte sua, gli dà una figura: lo fa simile all'imagine d'un uomo,
14 oppure a quella di un vile animale.
Lo vernicia con minio, ne colora di rosso la superficie
e ricopre con la vernice ogni sua macchia;
14 oppure gli dà la figura di qualche animale. Poi lo tinge col minio e col bel­ letto fa rubicondo il suo colore, dopo averne coperta ogni maga­gna.
15 quindi, preparatagli una degna dimora,
lo pone sul muro, fissandolo con un chiodo.
15 In seguito gli fa un'edico­ la conveniente, lo mette al muro e ve lo assicura con un ferro;
16 Provvede perché non cada,
ben sapendo che non è in grado di aiutarsi da sé;
esso infatti è solo un'immagine e ha bisogno di aiuto.
16 cosi perchè non caschi si dà cura di lui, ben sapendo che non può aiutarsi da se stesso, perchè è una statua ed ha bisogno d'aiuto.
17 Eppure quando prega per i suoi beni,
per le sue nozze e per i figli,
non si vergogna di parlare a quell'oggetto inanimato;
per la sua salute invoca un essere debole,
17 E poi a lui fa voti e lo consulta sui suoi beni, sui suoi figli, sui ma­trimoni, e non si vergogna di par­lare ad un oggetto inanimato.
18 per la sua vita prega un morto:
per un aiuto supplica un essere inetto,
per il suo viaggio chi non può neppure camminare;
18 Per la sanità prega un infer­mo, per la vita si raccomanda ad un morto, e chiama in suo aiu­to uno che non è buono a nulla.
19 per acquisti, lavoro e successo negli affari,
chiede abilità ad uno che è il più inabile di mani.
19 Per fare un viaggio si racco­manda a chi non può muoversi, per fare acquisti o lavori e pel felice esito di qualsiasi cosa si raccomanda a chi non è buono a niente.