Sapienza 13
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BIBBIA CEI 1974 | BIBBIA RICCIOTTI |
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1 Davvero stolti per natura tutti gli uomini che vivevano nell'ignoranza di Dio. e dai beni visibili non riconobbero colui che è, non riconobbero l'artefice, pur considerandone le opere. | 1 - Vani [per natura] son tutti gli uomini, cui manca la conoscenza di Dio, e che dal beni visibili non sepper conoscere Colui che è, nè dalla considerazione delle opere riconobbero l'artefice. |
2 Ma o il fuoco o il vento o l'aria sottile o la volta stellata o l'acqua impetuosa o i luminari del cielo considerarono come dèi, reggitori del mondo. | 2 Ma o il fuoco o il vento o l’aer mobile o il cielo delle stelle o la gran massa delle acque o il sole e la luna credetter dèi, governatori del mondo, |
3 Se, stupiti per la loro bellezza, li hanno presi per dèi, pensino quanto è superiore il loro Signore, perché li ha creati lo stesso autore della bellezza. | 3 Se dilettati dalla bellezza di tali cose le supposero dèi, sappiano quanto più bello di esse è il loro Signore; giacché l'autore della bellezza creò tutte quelle cose. |
4 Se sono colpiti dalla loro potenza e attività, pensino da ciò quanto è più potente colui che li ha formati. | 4 Se furon colpiti invece dalla loro potenza ed energia, intendano da esse, che più potente di loro è colui che le produsse. |
5 Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si conosce l'autore. | 5 Dalla grandezza invero e dalla bellezza delle creature si può conoscere, per analogia, il loro creatore. |
6 Tuttavia per costoro leggero è il rimprovero, perché essi forse s'ingannano nella loro ricerca di Dio e nel volere trovarlo. | 6 Tuttavia un minor biasimo grava su costoro; perchè erran forse, cercando Dio e bramando trovarlo. |
7 Occupandosi delle sue opere, compiono indagini, ma si lasciano sedurre dall'apparenza, perché le cosa vedute sono tanto belle. | 7 Occupandosi infatti delle sue opere essi fanno ricerche, e si lascian persuadere [dall’apparenza], poiché son belle le cose visibili. |
8 Neppure costoro però sono scusabili, | 8 D'altra parte neppure essi non son da perdonare. |
9 perché se tanto poterono sapere da scrutare l'universo, come mai non ne hanno trovato più presto il padrone? | 9 Perchè se tanta scienza riuscirono ad avere, da poter scrutare il mondo, come mal, non trovaron più prontamente il Signore di esso? |
10 Infelici sono coloro le cui speranze sono in cose morte e che chiamarono dèi i lavori di mani d'uomo, oro e argento lavorati con arte, e immagini di animali, oppure una pietra inutile, opera di mano antica. | 10 Ma infelici sono e su cose morte fondan le loro speranze, quel che chiaman dèi le opere delle mani degli uomini, l'oro e l’argento lavorati con arte e raffiguranti animali, o un inutile sasso, opera di mano antica. |
11 Se insomma un abile legnaiuolo, segato un albero maneggevole, ne raschia con diligenza tutta la scorza e, lavorando con abilità conveniente, ne forma un utensile per gli usi della vita; | 11 Così, un mastro legnaiuolo, tagliato un albero ritto, ne rade intorno abilmente tutta la corteccia, e usando acconciamente dell’arte sua, un utile mobile ne forma per il servizio della vita; |
12 raccolti poi gli avanzi del suo lavoro, li consuma per prepararsi il cibo e si sazia. | 12 gli avanzi poi del lavoro adopera a preparare il cibo [e sfamarsi]; |
13 Quanto avanza ancora, buono proprio a nulla, legno distorto e pieno di nodi, lo prende e lo scolpisce per occupare il tempo libero; senza impegno, per diletto, gli dà una forma, lo fa simile a un'immagine umana | 13 ma l’ultimo resto di essi, buono a nulla, un pezzo di legno torto e tutto nodi, [lo piglia e] lo scolpisce con cura nelle ore d’ozio, e con intelligenza d'arte gli dà figure, e lo fa rappresentare un uomo |
14 oppure a quella di un vile animale. Lo vernicia con minio, ne colora di rosso la superficie e ricopre con la vernice ogni sua macchia; | 14 o rassomigliare a qualche [vile] animale, dandogli una mano di minio e arrossando con belletto la sua pelle, e facendo scomparir con la tinta ogni macchia; |
15 quindi, preparatagli una degna dimora, lo pone sul muro, fissandolo con un chiodo. | 15 e preparatagli una degna dimora, lo affigge alla parete, assicurandolo con ferro. |
16 Provvede perché non cada, ben sapendo che non è in grado di aiutarsi da sé; esso infatti è solo un'immagine e ha bisogno di aiuto. | 16 Perchè [cioè] non cada si dà cura di lui, ben sapendo che non può aiutarsi da sè, poiché altro non è che un'immagine e ha bisogno d’aiuto. |
17 Eppure quando prega per i suoi beni, per le sue nozze e per i figli, non si vergogna di parlare a quell'oggetto inanimato; per la sua salute invoca un essere debole, | 17 Ma pregando per le sue sostanze, per i suoi figliuoli, per i suoi matrimoni, non si vergogna di rivolger la parola a quella cosa senz’anima. |
18 per la sua vita prega un morto: per un aiuto supplica un essere inetto, per il suo viaggio chi non può neppure camminare; | 18 E per [ottener] la sanità invoca ciò ch'è privo di forza, e per la vita Implora un morto; e per aiuto supplica un impotente, |
19 per acquisti, lavoro e successo negli affari, chiede abilità ad uno che è il più inabile di mani. | 19 e per un viaggio si raccomanda a ciò che neppur può servirsi de, piedi; e per il guadagno, le imprese, il buon successo d’ogni cosa, chiede [capacità] a quanto v’ha di più inerte. |