Scrutatio

Domenica, 28 aprile 2024 - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi)

Levitico 13


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NOVA VULGATABIBBIA CEI 2008
1 Locutus est Dominus ad Moysen et Aaron dicens:1 Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse:
2 “ Homo, in cuius carne et cute ortus fuerit tumor sive pustula aut quasi lucens quippiam, id est plaga leprae, adducetur ad Aaron sacerdotem vel ad unum quemlibet filiorum eius sacerdotum.2 «Se qualcuno ha sulla pelle del corpo un tumore o una pustola o macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra, quel tale sarà condotto dal sacerdote Aronne o da qualcuno dei sacerdoti, suoi figli.
3 Qui cum viderit plagam in cute et pilos in album mutatos colorem ipsamque speciem plagae humiliorem cute et carne reliqua: plaga leprae est; quod cum viderit sacerdos, eum immundum esse decernet.3 Il sacerdote esaminerà la piaga sulla pelle del corpo: se il pelo della piaga è diventato bianco e la piaga appare come incavata rispetto alla pelle del corpo, è piaga di lebbra; il sacerdote, dopo averlo esaminato, dichiarerà quell’uomo impuro.
4 Sin autem lucens candor fuerit in cute nec humilior carne reliqua, et pili coloris pristini, recludet eum sacerdos septem diebus.4 Ma se la macchia sulla pelle del corpo è bianca e non appare incavata rispetto alla pelle e il suo pelo non è diventato bianco, il sacerdote isolerà per sette giorni colui che ha la piaga.
5 Et considerabit eum die septimo: et, siquidem plaga ultra non creverit nec transierit in cute priores terminos, rursum recludet eum septem diebus aliis.5 Al settimo giorno il sacerdote l’esaminerà ancora; se gli parrà che la piaga si sia fermata senza allargarsi sulla pelle, il sacerdote lo isolerà per altri sette giorni.
6 Et die septimo contemplabitur eum iterum: si obscurior fuerit plaga et non creverit in cute, eum mundum esse decernet, quia scabies est. Lavabitque homo vestimenta sua et mundus erit.6 Il sacerdote, il settimo giorno, lo esaminerà di nuovo: se vedrà che la piaga non è più bianca e non si è allargata sulla pelle, dichiarerà quell’uomo puro; è una pustola. Quello si laverà le vesti e sarà puro.
7 Quod si, postquam a sacerdote visus est et redditus munditiae, iterum scabies creverit, adducetur ad eum;7 Ma se la pustola si è allargata sulla pelle, dopo che egli si è mostrato al sacerdote per essere dichiarato puro, si farà esaminare di nuovo dal sacerdote:
8 et, si viderit ita esse, immunditiae condemnabitur: est lepra.
8 il sacerdote l’esaminerà e se vedrà che la pustola si è allargata sulla pelle, il sacerdote lo dichiarerà impuro; è lebbra.
9 Plaga leprae si fuerit in homine, adducetur ad sacerdotem,9 Se qualcuno avrà addosso una piaga di lebbra, sarà condotto dal sacerdote,
10 et videbit eum. Cumque tumor albus in cute fuerit et capillorum mutaverit aspectum in album, caro quoque viva creverit in tumore,10 ed egli lo esaminerà: se vedrà che sulla pelle c’è un tumore bianco, che questo tumore ha fatto imbiancare il pelo e che nel tumore si trova carne viva,
11 lepra vetustissima iudicabitur atque inolita cuti. Contaminabit itaque eum sacerdos et non recludet, quia perspicue immunditia est.11 è lebbra inveterata nella pelle del corpo e il sacerdote lo dichiarerà impuro; non c’è bisogno che lo tenga ancora isolato, perché certo è impuro.
12 Sin autem effloruerit discurrens lepra in cute et operuerit omnem cutem a capite usque ad pedes, quidquid sub aspectu oculorum cadit,12 Se la lebbra si propaga sulla pelle in modo da coprire tutta la pelle di colui che ha la piaga, dal capo ai piedi, dovunque il sacerdote guardi,
13 considerabit eum sacerdos et teneri lepra mundissima iudicabit, eo quod omnis in candorem versa sit, et idcirco homo mundus erit.13 questi lo esaminerà e, se vedrà che la lebbra copre tutto il corpo, dichiarerà puro l’individuo affetto dal morbo: essendo tutto bianco, è puro.
14 Quando vero caro vivens in eo apparuerit, immundus erit.14 Ma quando apparirà in lui carne viva, allora sarà impuro.
15 Quod cum sacerdos viderit, inter immundos reputabit; caro enim viva immunda est: lepra est.15 Il sacerdote, vista la carne viva, lo dichiarerà impuro: la carne viva è impura; è lebbra.
16 Quod si rursum versa fuerit in alborem, veniet ad sacerdotem,16 Ma se la carne viva ridiventa bianca, egli vada dal sacerdote e il sacerdote lo esaminerà:
17 qui cum hoc consideraverit, eum mundum esse decernet.
17 se vedrà che la piaga è ridiventata bianca, il sacerdote dichiarerà puro colui che ha la piaga; è puro.
18 Caro et cutis, in qua ulcus natum est et sanatum,18 Se qualcuno ha avuto sulla pelle del corpo un’ulcera che sia guarita
19 et in loco ulceris tumor apparuerit albus sive macula subrufa, ostendet se homo sacerdoti.19 e poi, sul luogo dell’ulcera, appaia un tumore bianco o una macchia bianco-rossastra, quel tale si mostrerà al sacerdote,
20 Qui cum viderit locum maculae humiliorem carne reliqua et pilos versos in candorem, contaminabit eum: plaga enim leprae orta est in ulcere.20 il quale l’esaminerà e se vedrà che la macchia è infossata rispetto alla pelle e che il pelo è diventato bianco, il sacerdote lo dichiarerà impuro: è una piaga di lebbra che è scoppiata nell’ulcera.
21 Quod si pilus coloris est pristini et cicatrix subobscura et vicina carne non est humilior, recludet eum septem diebus.21 Ma se il sacerdote, esaminandola, vede che nella macchia non ci sono peli bianchi, che non appare infossata rispetto alla pelle, ma che si è attenuata, il sacerdote lo isolerà per sette giorni.
22 Et, siquidem creverit, adiudicabit eum leprae;22 Se la macchia si allarga sulla pelle, il sacerdote lo dichiarerà impuro: è una piaga di lebbra.
23 sin autem steterit in loco suo macula nec creverit, ulceris est cicatrix, et sacerdos eum mundum esse decernet.
23 Ma se la macchia è rimasta allo stesso punto, senza allargarsi, è una cicatrice di ulcera e il sacerdote lo dichiarerà puro.
24 Vel si alicuius cutem ignis exusserit, et locus exustionis subrufam sive albam habuerit maculam,24 Oppure, se qualcuno ha sulla pelle del corpo una scottatura prodotta da fuoco e su questa appaia una macchia lucida, bianco-rossastra o soltanto bianca,
25 considerabit eam sacerdos; et ecce pilus versus est in alborem, et locus eius reliqua cute humilior, contaminabit eum, quia plaga leprae in cicatrice orta est.25 il sacerdote l’esaminerà: se vedrà che il pelo della macchia è diventato bianco e la macchia appare incavata rispetto alla pelle, è lebbra scoppiata nella scottatura. Il sacerdote lo dichiarerà impuro: è una piaga di lebbra.
26 Quod si pilorum color non fuerit immutatus, nec humilior macula carne reliqua, et ipsa leprae species fuerit subobscura, recludet eum septem diebus.26 Ma se il sacerdote, esaminandola, vede che non c’è pelo bianco nella macchia e che essa non è infossata rispetto alla pelle e si è attenuata, il sacerdote lo isolerà per sette giorni.
27 Et die septimo contemplabitur eum; si creverit in cute macula, contaminabit eum: plaga est leprae;27 Al settimo giorno il sacerdote lo esaminerà e se la macchia si è diffusa sulla pelle, il sacerdote lo dichiarerà impuro: è una piaga di lebbra.
28 sin autem in loco suo macula steterit non satis clara, tumor combustionis est, et idcirco mundabit eum, quia cicatrix est combusturae.
28 Ma se la macchia è rimasta ferma nella stessa zona e non si è diffusa sulla pelle, ma si è attenuata, è un gonfiore dovuto a bruciatura; il sacerdote dichiarerà quel tale puro, perché si tratta di una cicatrice della bruciatura.
29 Vir sive mulier, in cuius capite vel barba germinarit plaga, videbit eam sacerdos.29 Se un uomo o una donna ha una piaga sul capo o sul mento,
30 Et, siquidem humilior fuerit locus carne reliqua, et capillus flavus solitoque subtilior, contaminabit eos, quia scabies est, lepra capitis vel barbae.30 il sacerdote esaminerà la piaga: se riscontra che essa è incavata rispetto alla pelle e che vi è del pelo gialliccio e sottile, il sacerdote lo dichiarerà impuro; è tigna, lebbra del capo o del mento.
31 Sin autem viderit plagam scabiei aequalem vicinae carni nec capillum nigrum in ea, recludet eos septem diebus.31 Ma se il sacerdote, esaminando la piaga della tigna, riscontra che non è incavata rispetto alla pelle e che non vi è pelo scuro, il sacerdote isolerà per sette giorni la persona affetta da tigna.
32 Et die septimo intuebitur plagam: si non creverit scabies, nec capillus flavus fuerit in ea, et locus plagae carni reliquae aequalis,32 Se il sacerdote, esaminando al settimo giorno la piaga, vedrà che la tigna non si è allargata e che non vi è pelo gialliccio e che la tigna non appare incavata rispetto alla pelle,
33 radetur homo absque loco maculae, et includet eum sacerdos septem diebus aliis.33 quella persona si raderà, ma non raderà il luogo dove è la tigna; il sacerdote la terrà isolata per altri sette giorni.
34 Si die septimo visa fuerit stetisse plaga in loco suo nec humilior carne reliqua, mundabit eum sacerdos; lotisque vestibus mundus erit.34 Al settimo giorno, il sacerdote esaminerà la tigna: se riscontra che la tigna non si è allargata sulla pelle e non appare incavata rispetto alla pelle, il sacerdote la dichiarerà pura; quella persona si laverà le vesti e sarà pura.
35 Sin autem post emundationem rursus creverit scabies in cute,35 Ma se, dopo che sarà stata dichiarata pura, la tigna si allargherà sulla pelle,
36 non quaeret amplius utrum capillus in flavum colorem sit commutatus, quia aperte immundus est.36 il sacerdote l’esaminerà: se nota che la tigna si è allargata sulla pelle, non starà a cercare se vi è il pelo giallo; quella persona è impura.
37 Porro si steterit macula, et capilli nigri fuerint, noverit hominem esse sanatum et confidenter eum pronuntiet mundum.
37 Ma se vedrà che la tigna si è fermata e vi è cresciuto il pelo scuro, la tigna è guarita; quella persona è pura e il sacerdote la dichiarerà tale.
38 Vir et mulier, in cuius cute maculae, maculae albae apparuerint,38 Se un uomo o una donna ha sulla pelle del corpo macchie lucide, bianche,
39 intuebitur eos sacerdos. Si deprehenderit subobscurum alborem lucere in cute, sciat impetiginem ortam esse in cute; mundus est.
39 il sacerdote le esaminerà: se vedrà che le macchie sulla pelle del loro corpo sono di un bianco pallido, è un’eruzione cutanea; quella persona è pura.
40 Vir, de cuius capite capilli fluunt, calvus ac mundus est;40 Chi perde i capelli del capo è calvo, ma è puro.
41 et, si a fronte ceciderint pili, recalvaster et mundus est.41 Se i capelli gli sono caduti dal lato della fronte, è calvo davanti, ma è puro.
42 Sin autem in calvitio sive in recalvatione plaga alba vel subrufa fuerit exorta, lepra est capitis.42 Ma se sulla parte calva del cranio o della fronte appare una piaga bianco-rossastra, è lebbra scoppiata sulla calvizie del cranio o della fronte;
43 Sacerdos eum videbit, et ecce tumor plagae subrufus secundum aspectum leprae cutis carnis.43 il sacerdote lo esaminerà: se riscontra che il tumore della piaga nella parte calva del cranio o della fronte è bianco-rossastro, simile alla lebbra della pelle del corpo,
44 Vir maculatus est lepra, et sacerdos omnino decernet eum esse immundum; plaga est in capite eius.
44 quel tale è un lebbroso; è impuro e lo dovrà dichiarare impuro: il male lo ha colpito al capo.
45 Leprosus hac plaga percussus habebit vestimenta dissuta, comam capitis excussam, barbam contectam; clamabit: "Immundus! Immundus!".45 Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: “Impuro! Impuro!”.
46 Omni tempore, quo leprosus est immundus, immundus est et solus habitabit extra castra.
46 Sarà impuro finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento.
47 Si in veste lanea sive linea lepra fuerit,47 Quando apparirà una macchia di lebbra su una veste di lana o di lino,
48 in stamine sive subtemine lineo vel laneo aut in pelle vel quolibet ex pelle confecto,48 nel tessuto o nel manufatto di lino o di lana, su una pelliccia o qualunque altra cosa di cuoio,
49 si macula pallida aut rufa fuerit, lepra reputabitur ostendeturque sacerdoti.49 se la macchia sarà verdastra o rossastra, sulla veste o sulla pelliccia, sul tessuto o sul manufatto o su qualunque cosa di cuoio, è macchia di lebbra e sarà mostrata al sacerdote.
50 Qui considerabit macula infectum et recludet septem diebus;50 Il sacerdote esaminerà la macchia e rinchiuderà per sette giorni l’oggetto che ha la macchia.
51 et die septimo rursus aspiciens, si crevisse deprehenderit, lepra maligna est; pollutum iudicabit vestimentum et omne, in quo fuerit inventa,51 Al settimo giorno esaminerà la macchia: se la macchia si sarà allargata sulla veste o sul tessuto o sul manufatto o sulla pelliccia o sull’oggetto di cuoio per qualunque uso, è una macchia di lebbra maligna, è cosa impura.
52 et idcirco comburetur flammis.52 Egli brucerà quella veste o il tessuto o il manufatto di lana o di lino o qualunque oggetto fatto di pelle sul quale è la macchia; poiché è lebbra maligna, saranno bruciati nel fuoco.
53 Quod si eam viderit non crevisse,53 Ma se il sacerdote, esaminandola, vedrà che la macchia non si è allargata sulle vesti o sul tessuto o sul manufatto o su qualunque oggetto di cuoio,
54 praecipiet, et lavabunt id, in quo plaga est; recludetque illud septem diebus aliis.54 il sacerdote ordinerà che si lavi l’oggetto su cui è la macchia e lo rinchiuderà per altri sette giorni.
55 Et cum viderit post lavationem faciem quidem pristinam non mutatam, nec tamen crevisse plagam, immunda est res, et igne combures eam, eo quod infusa sit plaga in superficie rei vel in parte aversa.55 Il sacerdote esaminerà la macchia, dopo che sarà stata lavata: se vedrà che la macchia non ha mutato colore, benché non si sia allargata, è un oggetto impuro; lo brucerai nel fuoco: vi è corrosione, sia sul diritto sia sul rovescio dell’oggetto.
56 Sin autem obscurior fuerit locus plagae, postquam res est lota, sacerdos abrumpet eum et a solido dividet.56 Se il sacerdote, esaminandola, vede che la macchia, dopo essere stata lavata, si è attenuata, la strapperà dalla veste o dalla pelle o dal tessuto o dal manufatto.
57 Quod si macula ultra apparuerit in his rebus, quae prius immaculata erant, lepra volatilis et vaga, igne combures illas.57 Se appare ancora sulla veste o sul tessuto o sul manufatto o sull’oggetto di cuoio, è un’eruzione in atto; brucerai nel fuoco l’oggetto su cui è la macchia.
58 Quas vero laveris et a quibus cessaverit plaga, illas lavabis secundo, et mundae erunt.
58 La veste o il tessuto o il manufatto o qualunque oggetto di cuoio che avrai lavato e dal quale la macchia sarà scomparsa, si laverà una seconda volta e sarà puro.
59 Ista est lex leprae vestimenti lanei et linei, staminis atque subteminis, omnisque supellectilis pelliceae, quomodo mundari debeat vel contaminari ”.
59 Questa è la legge relativa alla macchia di lebbra sopra una veste di lana o di lino, sul tessuto o sul manufatto o su qualunque oggetto di pelle, per dichiararli puri o impuri».